10.

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La sua settimana di allenamento era stata tragica, più del primo giorno.
Hawks ci era andato giù pesante, senza nessun ritegno e pietà.

Aveva detto che doveva prepararsi il prima possibile, che non dovevano perdere tempo.
Anche se, alla fine, i risultati erano sempre quelli: agli occhi del biondo, lui risultava sempre uno scarso.
Un inetto.
Ripudiato da se stesso e dalla società.
Lo guardava con aria superiore e odiava profondamente quello sguardo, lo faceva sentire sempre così inutile..

Aveva passato l'intera settimana tra la palestra, in cui si allenava, e l'infermeria;  nonostante Recovery Girl lo aveva avvertito di non farsi trovare di nuovo lì, lui era sempre in quel posto e lei lo aspettava, con cerotti e bende, per curarlo.
L'ultima volta, però, lei gli aveva detto:" seriamente, la prossima volta non ti fare vedere."

E lui davvero non si era fatto vedere.
Infatti, quella settimana era volata in un battito di ciglia e si era ritrovato a preparare le cose per partire insieme al biondo.

Si sentiva un idiota in quella tutina stretta e aderente, nemmeno fosse stato una pornostar.
Gli avevano dato solo quella in dotazione, ricordandogli che non doveva rovinarla altrimenti avrebbe dovuto pure pagarla.

Touya si avvicinò a Hawks, entrambi si trovavano seduti in aereo, classe economica; Mirko aveva detto loro che erano stati gli unici due biglietti che era riuscita a recuperare, che erano stati fortunati ed erano anche gli ultimi biglietti per quella destinazione, ma Touya aveva interpretato quelle parole come: 'è già tanto che vi sto pagando il biglietto. Tenetevi la classe economica perché non pagherò in più per la prima classe.'
Infatti, non aveva nemmeno messo l'opzione del bagaglio, altrimenti avrebbe pagato quegli spiccioli in più: infatti, Touya, già non aveva nulla, ma quelle poche cose che possedeva aveva dovuto incastrarle in un piccolo zaino nero.

Prima di partire, si era fatto accompagnare al suo appartamento per prendere le sue cose.
Non negava il fatto che gli era scattato nel cervello quel meccanismo di volerlo far scappare seduta stante lontano da loro, ma ci teneva tanto alla sua testa e alla sua vita.

Aveva trovato il piccolo zaino nero sotto il letto, non si ricordava nemmeno di averlo tra tutto il casino di robe che possedeva, e poi aveva afferrato sotto mano qualche cambio veloce che gli consentiva almeno di sopravvivere per un paio di settimane. Aveva gettato tutto alla rinfusa nello zaino, solo perché Hawks gli aveva messo addosso una fretta così grande che mancava poco che quello zaino glielo avrebbe fatto inghiottire.

Lui non era un tipo molto paziente e il biondo era capace di toccare i suoi limiti; non sapeva se lo facesse apposta oppure era per tastare davvero di che pasta fosse fatto.

"Non ti dà fastidio la tuta sotto i vestiti ?" Sussurrò Touya, grattandosi il petto coperto da un maglioncino azzurro.
Era stato obbligato a indossare quei vestiti, nonostante stesse morendo dal caldo, solo perché doveva essere il più anonimo possibile.
Quella tuta, tra l'altro era essenziale, perché essa conteneva tutti quei gadget da buona spia.

"No, ci sono abituato."
Il biondo invece aveva un paio di pantaloni cammello, un dolcevita più sottile del maglioncino che stava indossando lui e infine aveva degli occhiali da sole sul viso.

Il corvino fece un sospiro, girandosi dall'altra parte per osservare un po' le persone che erano intorno a loro: passò in rassegna al sedile di fianco, dove si trovava una madre con suo figlio, mentre davanti a loro vi era seduto un uomo grasso che stava russando e vicino a lui, invece, una signora anziana con i tappi alle orecchie. Forse per non sentirlo.

Touya girò nuovamente lo sguardo verso Hawks e aveva notato che, da sotto le lenti scure, le sue palpebre fossero chiuse: stava dormendo.
Non lo biasimava, erano partiti presto.
Lui non aveva sonno, in genere dormiva pochissimo quando sapeva che aveva qualcosa da fare.

Prese una penna dal porta oggetti di fronte a lui, tolse il tappo e si avvicinò al viso del biondo.
Era arrivata l'ora di disegnare un grosso fallo sul suo viso.
Ma prontamente, il suo polso venne bloccato, proprio dall'altro.
"So cosa stai pensando. Getta la penna e ti lascio in vita."

Spazio autrice

Salve!
Vorrei dire un paio di parole a riguardo la storia.
Vorrei fermarmi a 20 capitoli, infatti non so cosa potrò scrivere in essi anche se ho già in mente la conclusione della storia.
Poi i capitoli conteranno sulle settecento parole, li faccio brevi in modo tale da aggiornare assiduamente e di non appesantire troppo la lettura..
Ovviamente cambierò anche il calendario degli aggiornamenti e cercherò di pubblicare un paio di volte a settimana questa storia; sono già arrivata al capitolo 13 e ho inserito un colpo di scena che forse non vi aspettate ( o magari sì).

Circus for a Psycho ( Dabihawks )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora