Circus for a Psycho ( Dabihawks )

13.

Entrarono in un locale, che Hawks -a quanto pareva- conosceva a memoria e non era la prima volta che entrava li, siccome era entrato subito in confidenza con un paio di persone che lavoravano kn quel posto tanto che erano riusciti addirittura a saltare la fila.

A Touya non faceva però così tanto
piacere, non amava stare in mezzo alle persone e a tutto quel casino. Infatti, il locale era immerso nel bordello più assoluto: dalla musica ad alto volume, una strana musica techno che nemmeno conosceva e non era il suo genere, alle persone che tutte sudaticce si accalcavano una sull'altra come una massa di animali in pieno calore.
Non gli piaceva affatto; aveva storto anche il naso.
Avrebbe preferito più staserne in un pub tranquillo a tracannare della buona birra seduto su uno sgabello vicino al bancone.

Alla fine Hawks era stato così convincente da trascinarlo con sé e a portarlo in quel luogo, anche contro la sua volontà.

Aveva percepito delle varie toccatine della gente ubriaca, sia sul culo che su altre parti del corpo, ed era stato fin troppo bravo a raccogliere quel poco buon senso che gli rimaneva per non litigare con qualcuno nei dintorni.

"Ti stai divertendo ?!?"
Urlò Hawks per sovrastare quella musica che era sparata ad alto volume.
Il ritmo di essa gli stava perforando i timpani e gli stava trapanando il cervello.
Ovviamente no, non si stava divertendo.
L'altro aveva in una mano un bicchiere di plastica contenente un liquido dal colore blu; non gli aveva chiesto cosa fosse, ma non era nemmeno curioso di volerlo sapere.
Lui, invece, al barista aveva chiesto un cocktail leggero che non andasse a intaccare ogni suo singolo pensiero ragionevole, a differenza di Hawks che sembrava già mezzo brillo dopo quello che era -con molte probabilità- il suo terzo bicchiere.
E menomale che sapeva reggere. A quanto pareva, non riusciva nemmeno a stare in piedi, a malapena barcollava a destra e a sinistra e per poco non andava a sbattere contro le persone. Il corvino gli stava dietro a fatica e ogni tanto sbuffava, pensando a quanto fosse incosciente e già volendo tornarsene al letto, segregato sotto le coperte.
Non aveva risposto alla sua domanda, ma l'altro già se n'era dimenticato di avergliela fatta siccome stava appoggiando le labbra al bordo del bicchiere e ne beveva il contenuto, mentre muoveva un po' la testa a ritmo di una canzone a lui sconosciuta.

"Vado un attimo in bagno."
Disse al biondo, ma quest'ultimo sembrò non essersi nemmeno accordo di quello che gli aveva detto, era fin troppo concentrato a osservare il culo di una ragazza raccolto in un abito rosso e aderente, che balzava su e giù davanti ai suoi occhi.
Il corvino scosse la testa e roteò i suoi di occhi, per poi tentare, anche se miseramente siccome tutta quella gente lo stava urtando facendolo sbalzare a destra e a sinistra, di andare verso il bagno. Riuscì a individuarlo, con molta difficoltà anche perché tutto ciò che vedeva intorno a lui erano solo una serie di teste che si muovevano allo stesso ritmo della musica così assordante.

Le persone intorno a lui sembravano tutte avere lo sguardo spento e perso nel vuoto, troppo assuefatti dai fiumi di alcool che avevano nei bicchieri, per badare a lui che, a stento, cercava di aprire la porta del bagno e, una volta che ci riuscí, entrò dentro.

"Finalmente."
Inspirò a pieni polmoni.
Nonostante l'odore di piscio, questo era meno tossico della puzza di ascella che aveva dovuto sobirsi lungo tutto il tragitto.
Buttò il bicchiere, ancora mezzo pieno, nell'immondizia e si diede una veloce sciacquata di acqua gelida su tutto il viso.

Scavò poi con la mano nelle tasche ed estrasse il cellulare da una di esse.
Vide un messaggio.
Suo padre, Enji Todoroki, gli aveva inviato un messaggio.

'So che mi cercano e tu sei con uno di loro. Tienilo d'occhio.'

Touya, leggendo quelle testuali parole, inviò a suo padre:' già so come funziona il piano. È tutto sotto controllo.'

Rimise il cellulare nella tasca e uscì fuori dal bagno.