19.

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Enji Todoroki aveva fatto la sua entrata simile ai peggiori cattivi dei film: il suo ampio petto buttato in fuori e lo sguardo tutto serio.
Dietro di lui vi erano un paio di uomini in smoking che lo accompagnavano.
Lo sguardo del biondo saettava dall'uomo al corvino, e viceversa.
Era come pietrificato sul posto: egli si trovava ancora inginocchiato sul pavimento con le mani ancora nello zaino nero.

"Cosa vuol dire ?"
Sussurrò quest'ultimo, girandosi verso il corvino, quasi a rallentatore.
I suoi occhi erano ancora spalancati.

"Io..."
Sussurrò Touya.
Sentiva la gola secca, non riusciva a parlare. Era come se gli mancasse l'aria e aveva il battito così accelerato che pensava di morire da un momento a un altro.
Aveva pensato, anche se per un breve istante, di voler scomparire.
Vide la delusione attraversare gli occhi del biondo, o almeno così gli sembrava, in quanto questi ultimi si chiusero subito a seguito di un colpo datogli alla testa da uno dei subordinati di suo padre.
Hawks era svenuto.
Suo padre lo guardava con fierezza: uno sguardo che non gli era mai stato concesso da lui.

"Bravo."
Sussurrò Enji, infilando le braccia al centro del petto e facendo cenno ai suoi sottoposti di prendere Hawks e portarlo via.

"Cosa gli succederà ?"
Sussurrò Touya osservando il biondo che veniva trascinato via.

"Nulla che non farei a te nel caso in cui mi dovessi tradire. Ora esci che una macchina ti sta aspettando per tornare a casa."
Intanto, gli uomini che avevamo tra le mani Hawks, ammanettarono quest'ultimo, ancora incosciente, e lui li seguì verso l'ascensore.
Guardava il biondo: gli avrebbe tanto voluto dire tutte quelle cose, ma non ne aveva mai avuto il coraggio.
Aveva paura di suo padre, lo aveva sempre temuto e lui, invece, ci era andato a finire sotto.
Si sentiva così uno stupido.
Si avvicinò alle tasche di Hawks e prese il cellulare, guardò il messaggio che Mirko gli aveva mandato e che recitava:' siamo arrivati qui. Voi dove siete ?'
Non rispose, ma una volta arrivato nel seminterrato, in cui erano parcheggiate le auto, Touya gettò il cellulare in un cestino e si infilò in una vettura.

-•-

Tutto il tragitto stette in silenzio.
Hawks non era lì con lui, non sapeva che fine avesse fatto.
Lui era in auto con uno dei damerini in smoking di suo padre; rimaneva zitto e intanto pensava.
Pensava a qualsiasi cosa fuorché tutta quella situazione che si era venuta a creare  quella sera.
Non avrebbe mai potuto pensare che gli eventi si sarebbero ribaltati in modo così veloce eppure Hawks sicuramente lo odiava.

L'auto si fermò, così come il flusso dei suoi pensieri.
Erano arrivati dinanzi a una delle tante ville che possedeva suo padre: il giardino era molto ampio, di fronte all'abitazione vi era una fontana grande e rotonda, illuminata da un paio di fari, la porta della villa era immensa così come la sua grandezza.
Fuori spiccavano tante colonne, poi si accedeva all'interno dove il corvino venne scortato.
Sia alla sua destra che alla sua sinistra vi erano una serie di camerieri posti in modo ordinato, con delle divise linde e pinte e dinanzi a lui c'era un'ampia scala che conduceva al piano superiore.

"Tuo padre ti aspetta nel suo ufficio."
L'uomo che lo stava scortando si girò verso di lui per parlargli.
Non gli rispose, sapeva dove fosse la stanza e fece tutto da solo.
Si trovava al piano di sopra, la prima porta sulla destra: l'ufficio era anch'esso ampio con una grande scrivania in legno posta di fronte a una finestra, sulla destra aveva una libreria mentre sulla sinistra vi era appeso un quadro che raffigurava Enji seduto su una delle sue poltrone preferite.
Suo padre era lì, davanti alla scrivania, appoggiato con la schiena a essa e tra le dita aveva un calice di birra in mano.

"Hai fatto un ottimo lavoro. Non me lo aspettato da te. Pensavo che questo fosse più da Shoto."
Poi bevve un sorso del suo vino, osservando il ragazzo ancora in piedi davanti alla porta.

"Dovevi dirmi solo questo ? Posso andare a riposare che sono stanco ?"
Sussurrò il ragazzo. Voleva uscire di lì il più possibile; gli mancava ancora l'aria, come se gli avessero dato un pugno in pieno stomaco.
Non ce la faceva a guardarlo in faccia, infatti si limitò a guardare un punto dritto dietro le spalle di suo padre.

"Sì, puoi andare. Ma prima, levati quella d'annata tuta che sembri ridicolo."
Sussurrò, appoggiando il calice sulla scrivania.

Il ragazzo fece dietrofront e si diresse verso la porta, ma prima di aprirla, si girò nuovamente verso di lui.
"Non hai risposto alla mia domanda, prima. Dove si trova quella spia ?"

"Nel seminterrato. Poi deciderò cosa farmene."
Disse l'uomo, facendo il giro della scrivania e infilandosi dietro di essa.

Circus for a Psycho ( Dabihawks )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora