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Se avesse potuto descrivere l'ansia con una sola parola, avrebbe usato: schifo.
Perché era così che si sentiva un quel momento, forse era anche dovuto al fatto che non percepiva solo quello ma che si sentiva davvero uno schifo.
Aveva mentito a Hawks su chi era davvero e loro erano convinti anche che fosse così. Avevano svolto delle ricerche su di lui e lui era stato così bravo a nascondere tutto quanto, a nascondere chi fosse davvero.
Se solo Hawks lo avesse saputo...chissà cosa avrebbe mai potuto dire.
In quel momento, si trovavano nella loro stanza d'hotel. Si stavano preparando e il biondo era lì, di fronte a lui, che stava indossando solo un paio di boxer neri.
Touya si morse le labbra.
Sapeva ciò che avrebbe fatto a Hawks, una volta da suo padre.
Il corvino lo stava conducendo da lui.
Suo padre già sapeva dell'imboscata di quella sera. Lo aveva avvisato tramite un singolo messaggio che gli aveva inviato da un cellulare usa e getta, di cui Hawks nemmeno sapeva l'esistenza. Si era occupato di procurarsi tutto prima di partire e quel cellulare era stato una delle prime cose che aveva infilato nello zaino. Era ancora raccolto nella plastica quando erano saliti sull'aereo e, nel momento in cui erano tornati dal loro giro da Central Park, aveva approfittato della doccia per entrare nel bagno e scartare il cellulare.
Conosceva il numero di suo padre a memoria.
Il cellulare che aveva utilizzato nella discoteca lo aveva gettato via già da un bel pezzo, cosicché non potessero rintracciare i messaggi. Era stato abbastanza meticoloso e aveva seguito alla lettera i consigli di Enji Todoroki.
Aveva mentito a Hawks, però non sul fatto che odiasse davvero suo padre.
Odiava come lui voleva avere in controllo su tutto, principalmente su di lui. Non poteva sfuggire dal suo potere; una volta ci aveva provato e non era finita bene per lui. Aveva ancora i segni lasciati dalle scosse elettriche sull'inguine.
Hawks non li aveva visti, si era vestito in bagno; prima aveva infilato la tuta che gli era stata data in dotazione, poi aveva messo su di essa un jeans e una maglietta sottile a maniche lunghe.
Faceva un caldo bestiale e già con quella tuta rischiava di avere un infarto dal troppo caldo.

"Mirko ha detto che sta per arrivare. Ci raggiungerà all'empire state Building. Spero che tu abbia memorizzato bene le tappe di oggi, perché quelle ci serviranno per muoverci e pedinare tuo padre. Sappiamo già che ha un incontro al central park."
Mentre Hawks parlava, si stava vestendo. Si infilò dei cinturini elasticizzati e neri intorno ai pantaloni della tuta e se li allacciò.
Su di essa mise, infine, un jeans nero e una felpa a maniche lunghe.
Non sembrava accusare tanto il caldo quanto lui.
Lo invidiava tantissimo.

Annuì.
L'altro si girò e lui fece un sospiro, lasciandosi cadere seduto sul bordo del letto.
Si portò una mano al petto, dove vi era il cuore, e si strinse la maglietta tra le dita.
"È proprio necessaria questa missione ? Potremo andare a mangiare qualcosa e magari berci su alla vicenda. Offro io."

Una risata proruppe dalle labbra del biondo, più melodiosa del solito. Dio, lo stava facendo impazzire.
"Mi piacerebbe tantissimo. Ma dobbiamo prima svolgere la missione."

"Hawks."
L'altro si bloccò e si girò verso di lui.
I loro occhi di incontrarono nuovamente; Touya venne attraversato da un brivido.
Doveva dirglielo. In quel momento.
"Io sono serio."

L'altro sbuffò, facendo una smorfia:
"Ma che hai stasera ? Sai che dobbiamo per forza svolgere la missione. La stiamo mandando avanfi da troppo tempo e ora che abbiamo tuo padre in pugno non possiamo farcelo scappare di mano. Almeno che...aspetta..."
Si bloccò un attimo, aprendo un po' gli occhi dalla sorpresa.
"Almeno che tu non stia collaborando con tuo padre."

Questa volta fu il corvino a fare una smorfia e a sbuffare:
"Ma cosa ti passa per la testa ?!? Io odio mio padre."

"Allora muoviamo il culo."
Concluse il biondo e mise il borsone sulle spalle.

-•-

L'empire state Building sembrava molto più alto, in quel momento che era buio.
Se fosse caduto da lì, si sarebbe spappolato al suolo in modo così crudele che avrebbero impiegato una vita per raccogliere tutti i suoi pezzi.
Quando le porte in vetro dell'ascensore si aprirono, Hawks mise il borsone sul suolo e si piegò sulle ginocchia per rovistarne all'interno.
Prese un binocolo nero e lo porse al corvino.

"Tu mi coprirai le spalle. Dai un'occhiata fuori e controlla."
Il corvino prese l'oggetto e si avvicinò alle ampie vetrate, mettendo il binocolo sul viso e osservando fuori.

"Vedi qualcosa ?"
Sentì il biondo dietro di sé, lo sentiva muoversi e varie cose scattare. Riconosceva quei rumori: era un fucile da cecchino, macmillan tac-50. Quello che aveva un raggio più lungo.

"No."
Vedeva tante persone che passeggiavano sui marciapiedi ma di suo padre nemmeno l'ombra.
Già sapeva dove fosse: si trovava già nel palazzo ed ebbe la conferma quando le porte di vetro si aprirono, dopo quel classico tintinnio da ascensore, alle loro spalle.

Riconobbe la voce profonda e seria di suo padre:
"Chi abbiamo qui ? Touya. Hai fatto un buon lavoro."

Circus for a Psycho ( Dabihawks )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora