4.

18 4 2
                                    

Gustav Hofer attendeva con ansia il due agosto da settimane. Fremeva di conoscere un certo Bérard Dubois, importante critico d'arte e incallito giocatore di poker. Nell'ambiente del gioco si vociferava che costui fosse il più abile in tutta la Francia a lasciare in mutande i suoi avversari.

«Dicono che sia un abile giocatore. Mi consigliano di stare molto attento ai suoi bluff», raccontò Gustav basandosi sulle voci che giravano riguardo a quel Bérard.

«Al gioco o si è fortunati o sfortunati», asserì la moglie.

«Un bluff ben fatto vince sempre, mia cara, ricordalo.»

«S'intende dunque anche di arte questo... come hai detto che si chiama?»

«Bérard Dubois. Sì, dicono che abbia in casa quadri di valore inestimabile.»

«Quest'uomo è sposato?»

«A quanto pare no. Si dice che ami il gioco d'azzardo, l'arte, il whisky e le belle donne. Attualmente fa coppia con una ragazza francese, o per lo meno così dicono. Non ricordo il suo nome», disse Gustav cercando di trovare quel nome nella memoria.

Fino all'arrivo di Bérard, il signor Gustav, non fece altro che parlare di lui. Esmeralda lo ascoltava particolarmente attenta, avanzando domande ricche di interesse e cercando di costruire l'immagine di quest'uomo che in tanti, a quanto sembrava, ritenevano un personaggio brillante. Lo stesso Gustav ne parlò così bene da sollecitare la curiosità di Esmeralda che, non meno del marito, divenne impaziente di farne la conoscenza.

Alle quindici del due agosto il signor Dubois venne finalmente annunciato.

«Caro, mi dicono che sia arrivato il tuo tanto atteso sfidante di poker», gli disse la moglie, ma non riuscì a concludere la frase che un uomo dalla voce profonda e un forte accento francese li salutò: «finalmente ho il piacere di conoscere il più abile giocatore di poker di tutta Italia.»

Lo disse avvicinandosi alla padrona di casa e inchinandosi per baciarle la mano. Esmeralda inaspettatamente arrossì.

«Non di certo io», rispose imbarazzata e stordita da quella stravagante entrata, «si sta riferendo senz'altro a mio marito», aggiunse sorridendo e indicando Gustav già molto divertito.

«Ma certamente» rispose Bérard mettendosi ritto di scatto e allungando la mano verso il padrone di casa che con cortesia lo salutò.

Impaziente di vederlo giocare, il signor Gustav prese sottobraccio l'ospite e senza esitare lo guidò nello studio al primo piano. La signora, incuriosita da quell'uomo così affascinante e sicuro di sé, chiese il permesso di poter assistere alla loro partita e li seguì.

Gustav Hofer si sentiva così sicuro di poter battere Bérard che già immaginava gli elogi della moglie, ma l'unico elogio che ricevette a distanza di un paio d'ore fu quello di consolazione del suo rivale.

Fu una partita molto accanita e senza ombra di dubbio il francese fu messo molte volte in difficoltà dal signor Hofer, ma la cosa straordinaria era che quell'uomo sembrava leggere molto bene la mente delle persone. Perse soltanto le prime mani, poi, non ne mancò più una. Esmeralda, conquistata dal personaggio che le sedeva accanto, non poteva immaginare come una semplice partita di poker avrebbe cambiato completamente il suo destino.

«Oltre a essere un abile giocatore è anche molto umile e sportivo. Lo apprezzo. È raro trovare una persona come lei, mister Hofer», disse in conclusione Bérard.

«Quando si incontra qualcuno di più bravo è sempre saggio ammetterlo», rispose il signor Gustav rammaricato per aver perso quella partita.

Dubois era senz'altro un uomo astuto. Senza infierire su quella sconfitta che era costata a Gustav Hofer una tela a scelta del vincitore, iniziò a guardarsi intorno mostrando interesse per quella collezione assai preziosa. Si fermò su una in particolare che rappresentava dei contadini di rientro dai campi.

La famiglia HoferDove le storie prendono vita. Scoprilo ora