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Era caldo. L'aria era secca. Era passata una settimana dal funerale della madre e Micheal si era rinchiuso in camera per non vedere nessuno. Sull'omicidio non c'erano stati risvolti e della tela nessuna traccia. La polizia guidata da Julian Reiter aveva setacciato ogni angolo della villa, il giardino e il bosco. Nulla da fare. Non vi erano indizi che sembravano condurre alla soluzione del caso.

Reiter tornò a interrogare Bérard Dubois e Linda Nagl. Bérard, questa volta, ammise di ricordare un fatto strano. Sostenne di essersi avvicinato agli Hofer e di aver bevuto dello champagne in loro compagnia.

«Esmeralda disse a Gustav che doveva parlargli di qualcosa, in privato, e li ho visti rientrare in casa», rivelò Bérard.

«Saprebbe dirmi per quanto tempo si è assentato il signor Hofer?» chiese Julian Reiter.

«Non so dirlo con precisione. Forse una mezz'ora. Ricordo di essere entrato nella villa a cercarlo, ma non c'era. Non so, nel frattempo forse era tornato alla festa, ma senza che io me ne accorgessi», rispose Bérard.

L'assenza del signor Gustav Hofer per circa una mezz'ora, durante l'orario del presunto omicidio, destava su di lui molti sospetti. Che avesse ucciso la moglie e inscenato il furto? L'ispettore capo non scartò questa ipotesi.

Gustav Hofer, nel frattempo, stava sprofondando negli abissi della disperazione. Trascorreva il tempo a bere o a ronfare buttato in qualche angolo per smaltire la sbornia dell'alcol. Scolava bicchieri di whisky uno dietro l'altro. Quando Reiter tentò di interrogarlo, la sola cosa che seppe dire, fu che sua moglie lo tradiva con Bérard.

«Come fa a dirlo?» gli chiese l'ispettore.

«Mi tradiva. Certe cose un marito le avverte. Erano sempre uniti, sempre. Lo chieda a Bérard. Vedrà, vedrà, cosa le risponderà», disse strascicando le parole per via del whisky.

Reiter lo lasciò andare. Non abbandonò l'ipotesi che fosse lui l'assassino, ma pensò che fosse più importante scoprire se tra Bérard e la vittima ci fosse stata una relazione e iniziò a seguire anche la strada del delitto passionale.

Da quel momento in poi tutte le verità, i complotti e i tradimenti, iniziarono a salire a galla come le bollicine in una pentola d'acqua sul fuoco. Si venne a scoprire che Bérard aveva avuto dei rapporti con Esmeralda nel bosco, la notte del suo omicidio. Si scoprì che l'uomo che Micheal vide correre furtivamente nel retro della villa era Filippo; non solo, perché da quella trama così intrigata emerse un fatto sconcertante. Si venne a conoscenza del fatto che Vittorio Hofer, padre di Gustav, dopo la sua morte, aveva lasciato tutta l'eredità a Esmeralda. Gustav Hofer non possedeva assolutamente nulla.

«Mio padre? Mi ha sempre trattato come un fallito. Non mi ha mai amato, è questa la verità», raccontò Gustav tristemente.

«Il nostro rapporto peggiorò quando presentai Esmeralda a tutta la famiglia. Da allora non fece altro che ripetermi che stava con me soltanto per i soldi. Sosteneva che era troppo bella e intelligente per innamorarsi di uno smidollato come me. E c'è di più: per farmi un torto mi disse che avrebbe scritto un testamento dove dichiarava di lasciare tutta l'eredità a mia moglie. E lo fece, altroché se lo fece. Non ci pensò due volte. Era un uomo perfido, mio padre. Anche poco prima di morire riuscì a dirmi una cosa che mi ferì moltissimo.»

«Cosa le disse di preciso?» domandò Reiter.

«Mi disse di avere avuto una relazione con Esmeralda. Mi suggerì di lasciarla, perché ero troppo fragile e insicuro per domare una donna come mia moglie», ammise Gustav.

«Ne ha mai parlato con sua moglie di questa faccenda?» domandò Reiter.

«No, mai.»

«Per quale ragione?» s'incuriosì l'ispettore.

La famiglia HoferDove le storie prendono vita. Scoprilo ora