mi svegliai a causa della luce filtrante proveniente dalla finestra.
mi guardai attorno, tom stava ancora dormendo con il viso spiaccicato sul cuscino.
mi alzai lentamente per non svegliarlo e aprii la porta della mia stanza sperando che non ci fosse nessuno in casa.
aprii il frigorifero e notai un biglietto su di esso, con su scritto "torniamo stasera - nonni"
feci un sospiro di sollievo e cominciai a tirar fuori decine di ingredienti per cucinare dei pancake dopo anni che non lo facevo.
sussultai non appena vidi tom a petto nudo sullo stipite della porta.
<<buongiorno>> esclamai.
<<giorno>> rispose con voce ancora assonata, avvicinandosi a me per poi posare ancora una volta le mani sui miei fianchi.
mi irriggidii a quel contatto inaspettato, ma nonostante ciò non riuscii a spostarmi dalla sua possente presa.
potevo, ma non volevo.
poggiai la testa all'indietro sulla sua spalla, lasciandogli un morbido bacio sul collo.
<<sono pronti i pancake>> dissi allontanandomi da lui e sedendomi a tavola.
notai che iniziò a mangiarli con foga, così mi lasciai scappare una piccola risata.
<<ti piacciono?>> chiesi ridendo.
il ragazzo annuii sorridendomi e a quella vista mi sciolsi.
mi maledii mentalmente per averlo fatto, visto che il moro me lo fece immediatamente notare.
<<sei arrossita>>
<<non è vero!>> mi giustificai imbarazzata.
non sapevo cosa mi stesse succedendo, sapevo solo che mi piaceva e non allo stesso tempo.
continuavo a ricordarmi di non lasciarmi ingannare e di ragionare su ogni azione che facevo.
<<adesso dovresti andare>> gli dissi incrociando le braccia sotto il seno.
<<perché?>> chiese confuso.
<<perché tra un'ora verrà qui il resto del gruppo e se vuoi chiarire con tuo fratello non ti conviene farti trovare qui>> gli spiegai.
tom sospirò e si rivestì velocemente.
<<a dopo>> mi disse lasciandomi un bacio sulla guancia.
feci lo stesso e non appena si chiuse la porta, rimasi li immobile a pensare alle mani di tom su di me.
dovevo assolutamente eliminare quel pensiero o ci sarei cascata di nuovo.
dico "di nuovo" perché successe già una volta.
prima di trasferirmi qui, quando vivevo a san paolo, stavo con un ragazzo.
era un mio compagno di scuola, e apparteneva ad una famiglia molto nobile.
quando mio padre tornava la sera ubriaco, rafe, così si chiamava, si rendeva sempre disponibile nell' ospitare me e il mio fratellino carl.
passavamo tutte le giornate insieme, mi sembrava di vivere in un film.
nonostante la loro famiglia non fosse pienamente d'accordo nella nostra relazione a causa della mia famiglia, mi accolsero pienamente nella loro casa e mi trattarono come se fossi la loro terza figlia.
si offrirono anche di adottarmi, se solo mio " padre" non fosse stato così possessivo nei miei confronti.
rafe iniziò a diventare violento a distanza di un anno dalla nostra relazione.
iniziò a bere, ad andare in discoteca e a tradirmi, anche più volte.
solo carl sapeva quanto ci ero stata male.
da quel giorno non ebbi più una relazione.
non volevo soffrire un'altra volta.
passai il resto del tempo a sistemare casa e a prepararmi, quando finalmente suonarono il campanello.
<<ciao ragazzi>> sorrisi.
gustav e georg si fiondarono tra le mie braccia.
bill, un po' titubante e imbarazzato fece lo stesso, e tom, come se tra noi non ci fosse mai stato nulla, si limitò a farmi un cenno con la mano e ad entrare dentro casa.
inarcai involontariamente un sopracciglio, ma decisi di lasciare stare.
ci sedemmo tutti sul mio letto matrimoniale, e gustav uscì dal suo zaino un grosso pacco, insieme ad una telecamera.
<<che cosa stai facendo?>> chiesi incuriosita.
<<registreremo un video reazione ai regali che ci hanno lasciato dei fan al concerto>> spiegò georg, spacchettando il pacco.
uscirono fuori diverse lettere e vari cartelloni, quando spuntò fuori una busta indirizzata a tom.
egli la aprì, e rimanemmo tutti scioccati quando trovammo un perizoma usato.
tom scoppiò a ridere insieme a tutto il resto del gruppo, mentre io cercai di fingere un sorriso.
per qualche strano motivo, quel regalo non mi aveva fatto ridere per nulla.
<<uh, ellie è gelosa!>> esclamò george ridacchiando.
<<io gelosa?>> chiesi inarcando un sopracciglio.
<<si, proprio tu>> continuò gustav ridendo di gusto.
notai bill guardare in basso e sospirare, e poi rivolsi il mio sguardo a tom che fece spallucce.
<<e perché dovrei essere gelosa scusa?>> chiesi.
nella stanza calò un silenzio imbarazzante, sperai solo che né bill né tom avessero detto qualcosa al resto del gruppo.
<<si vede da un miglio che vi piacete!>> rispose georg.
<<okay adesso basta>> esclamò tom infastidito.
concordai con lui e infine mi alzai dal letto per dirigermi in bagno, per poi essere successivamente seguita da tom, accompagnato da una serie di schiamazzi da parte di georg e gustav.
<<lo stai facendo apposta?>> sussurrai incrociando le braccia sotto al seno.
<<sono loro che fanno quelle battute!>> si giustificò.
<<non dirmi che gli hai detto qualcosa>> dissi portandomi le mani sul viso.
<<che problema ci sarebbe?>> alzò leggermente il tono di voce.
<<che non sarebbe dovuto succedere!>> esclamai infine.
nella stanza calò un silenzio tombale.
forse avevo esagerato.
ma la verità era che quella situazione mi spaventava terribilmente.
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something going on||tom kaulitz
Romansaellie viene costretta a trasferisi a berlino dai nonni a causa dei servizi sociali, dove non si sarebbe mai aspettata di conoscere qualcuno di così simile quanto differente a lei.