VI RICORDO DI LASCIARE UNA STELLINA SE VOLETE CHE LA STORIA CONTINUI
alle sue parole rimasi spiazzata, non sapevo come rispondere.
mi limitai a fissarlo negli occhi con espressione confusa ma allo stesso tempo orgogliosa, così mi feci scappare un sorrisetto sul volto e feci per andarmene spegnendo su un muretto lo spinello ormai finito.
"smettila di giocare con il fuoco" ma chi si credeva di essere?
non l'avevo minimamente provocato.
ero solamente stata sincera.
entrai dentro casa e notai che il volume della musica era aumentato e la pista da ballo si era ormai riempita di gente.
cercai con lo sguardo juliet, fin quando non la trovai in un angolino sul retro a farsi un tipo.
feci una faccia disgustata e mi girai dall'altro lato, ritrovandomi la faccia di tom a pochi centimetri di distanza.
<<che ci fai qui?>> chiese alternando lo sguardo da me ai due ragazzi.
<facevo una passeggiata>> risposi alzando le spalle.
<<andiamo a ballare?>> disse indicando con la testa la pista da ballo, che si trovava a pochi metri da noi.
feci cenno di si con il capo e insieme ci dirigemmo verso la pista.
ci raggiunse anche bill ed insieme cominciammo a ridere e scherzare facendo mosse divertenti.
iniziai a ballare insieme a tom, strusciandomi scherzosamente su di lui, provocando la risata di entrambi.
poggiò delicatamente le mani sui miei fianchi e assecondò i miei movimenti.
credo di poter affermare di averlo visto chiudere gli occhi per un momento.
avvicinò sempre di più il suo volto al mio collo, provocando in me diverse scie di brividi.
capii subito le sue intenzioni, e non esitai un secondo a prenderlo per mano e spostarci in giardino.
da lì il suono della musica appariva ovattato, il che rese l'atmosfera molto più tranquilla.
eravamo entrambi poco coscienti a causa dello spinello di poco prima.
poggiò nuovamente le mani sui miei fianchi e lentamente si avvicinò al mio collo, iniziando a lasciarmi diversi baci umidi e successivamente qualche succhiotto.
inarcai la testa e afferrai i suoi capelli raccolti da una coda, tirandoli leggermente indietro.
socchiusi gli occhi e per un momento mi lasciai quasi trasportare, quando la voce di bill interruppe ciò che stavamo facendo.
<<ma che cazzo>> esclamò senza parole.
io e tom ci allontanammo e ci limitammo a stare in silenzio.
bill se ne andò amareggiato e confuso allo stesso tempo, poco prima che il fratello provasse a fermarlo per dargli spiegazioni.
solo in quel momento mi accorsi di quello che io e tom poco prima stavamo facendo.
saremmo andati più oltre se bill non ci avesse interrotti, e questa fu l'unica cosa di cui fui grata in quel momento.
<<e adesso che si fa?>> chiese tom in imbarazzo.
lo guardai senza dire nulla e mi sedetti nel muretto di fianco a noi, seguita dal ragazzo.
<<a te sembrava arrabbiato?>> chiesi riferendomi a bill.
<<no, è solo che...gli piaci>> disse esitando.
a quelle parole sussultai e mi sentii quasi in colpa per quello che avevo fatto.
a me non era mai piaciuto far soffrire le persone, ero sempre in cerca di nuove esperienze, ma solo se la persona con cui le provavo la vedeva al mio stesso modo.
<<davvero?>> riuscii a dire.
<<già >> annuii tom girando il capo dall'altro lato, come se fosse infastidito da qualcosa.
<<cazzo, sei un stronzo!>> dissi dandogli una spallata scherzosa, che lo fece ridere.
<<in realtà mi sento in colpa>> disse poi ritornando serio.
faceva bene a sentirsi così.
nonostante quel momento mi fosse piaciuto, cercavo di ragionare ancora con la mia parte razionale del cervello.
non doveva accadere più.
per il bene di bill, e sopratutto per il mio bene.
tom era un puttaniere di prima classe, scopava con tutte.
dovevo stare lontana da lui, nonostante la sua bellezza, perché se solo me ne fossi innamorata sarebbe stata la mia rovina.
mi alzai dal muretto lasciandolo da solo, rientrai in casa e presi sotto braccio juliet che a malapena riusciva a tenersi in piedi.
incrociai lo sguardo con bill, che mi venne incontro.
<<che fai te ne vai?>> chiese dispiaciuto.
<<già, purtroppo devo>> dissi sospirando e indicando con lo sguardo la mia amica quasi totalmente incosciente.
<domani potete venire da me se vi va>> proposi non sapendo come continuare la conversazione.
lo sguardo del ragazzo si illuminò e rispose cortesemente che sarebbe venuto tutto il gruppo l'indomani pomeriggio.
lo salutai con un bacio sulla guancia e uscii di casa, lasciando quell'atmosfera che se prima poteva essere definita caotica, adesso era del tutto smorta.
mi fermai davanti al cancello d'uscita non appena mi ricordai di non avere una macchina, e che prendere la metro alle 3 di notte non sarebbe stata di certo una delle scelte migliori.
<<sali>> sospirò qualcuno alle mie spalle.
tom.
lo guardai confusa non appena prese juliet a peso morto sulle spalle e la caricò sui sedili posteriori di un'auto di appartenenza a me sconosciuta.
<<di chi è la macchina?>> chiesi intenta ad allacciarmi la cintura.
<<di un mio amico>>
<<almeno hai la patente?>>
<<no>> disse lui tranquillo.
<<vorrei tornare viva a casa mia, grazie>> sorrisi falsamente.
il ragazzo si girò verso di me e fece un sorrisetto che mi fece sciogliere.
accompagnò prima juliet a casa, che viveva in un appartamento non troppo lontano da casa dei ragazzi.
rimanemmo soli in macchina.
non riuscivo a smettere di fissare le sue mani che facendo pressione sullo sterzo rendevano visibili tutte le sue venature.
e pensare che nemmeno un'ora prima esse erano sui miei fianchi.
accostò sotto casa mia, come spiegato dalle mie indicazioni, e rimase seduto senza dire una parola.
<<ellie, devo chiederti un favore>> disse d'un tratto.
<<dimmi pure>> tentennai.
<<ho litigato con bill e...non so dove dormire>> sospirò.
spalancai gli occhi.
stava davvero chiedendomi indirettamente di poter dormire da me?
non era assolutamente una buona idea.
sarei già entrata in conflitto con i nonni per essere uscita durante la punizione, e se avessero trovato un ragazzo nella mia stanza si sarebbero incazzati ancora di più.
ma decisi di accettare comunque.
<<puoi dormire da me>> dissi.
<<grazie>> esclamò dandomi un bacio sulla guancia.
riuscimmo a salire dalla finestra e successivamente chiusi la porta della mia stanza a chiave, in modo che nessuno sarebbe potuto entrare la mattina dopo.
<<non ho un pigiama da prestarti>> dissi tentando di cercare nel mio armadio qualche maglietta da uomo.
<<non è un problema>> rispose cominciando a togliersi la maglietta davanti a me.
<<che stai facendo?>> chiesi sconvolta.
<<non lo vedi?>> disse inumidendosi le labbra.
successivamente scoppiò in una grande risata, lasciandomi ancora più confusa.
<<dovresti vedere la tua faccia!>>
<<eh?!>>
<<tranquilla ellie, non mi toglierò anche i pantaloni>> mi prese per il culo.
alzai gli occhi al cielo, ma allo stesso tempo sorrisi.
andai in bagno e mi sistemai.
rimasi a fissarmi per qualche minuto allo specchio.
dal colletto del pigiama si riuscivano ad intravedere dei leggeri succhiotti, e al solo pensiero delle sue labbra sul mio collo avvampai.
quando rientrai nella stanza trovai tom già sotto le coperte.
mi misi accanto a lui, cercando di non combinare troppo casino.
il mio corpo a contatto con la sua pelle nuda mi fece rabbrividire.
mi addormentai con la testa appoggiata alla sua spalla, con addosso ancora l'adrenalina che avevo provato quella sera.
STAI LEGGENDO
something going on||tom kaulitz
Romanceellie viene costretta a trasferisi a berlino dai nonni a causa dei servizi sociali, dove non si sarebbe mai aspettata di conoscere qualcuno di così simile quanto differente a lei.