Capitolo 14

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Tu lo sai dove va la vita senza il coraggio
rimane vera a metà come una statua di ghiaccio
scomparirà pian piano quello
che ho passato come dediche
a mano sopra un libro usato
bisogna dare il giusto peso ad uno sbaglio
le cicatrici servono a volare meglio
Quando ci metto l'anima
e poi mi perdo d'animo
e il mondo che crolla
ma la mia testa dura no
...
(Laura Pausini: Un buon inizio)

DEVIN

Non so chi si sia avvicinato a Violet oggi ma certamente si è trattato di un Aruxiano e la cosa non mi fa stare per nulla tranquillo. Vederla piangere per me mi fa stare male e mi fa sentire in colpa. Sto per aggiungere altro ma veniamo raggiunti in questo momento anche da Chloe, che ci chiede:
«Quale verità?»

«Niente... Devin mi stava giusto dicendo che è prossimo alla partenza...» esclama Violet risentita.

«Capisco... e quando avresti intenzione di andartene esattamente?» mi domanda la biondina.

«Presto...» conferno.

«Bene, spero che Violet riesca a farti cambiare idea nel mentre... mi stai simpatico, anche se sei di una stranezza assurda e mi spiacerebbe se te ne andassi di già!» ammette Chloe.

«Ha già fatto la sua scelta, temo...» ribatte Violet, evitando di incrociare il mio sguardo.

«Credo sia meglio che io vi lasci ancora un pó da soli ora, a più tardi ragazzi...» esclama Chloe, rintanandosi di nuovo nella sua stanza.

Rimango di nuovo solo con Violet in cucina e quando risposto la mia attenzione su di lei, la trovo con lo sguardo perso ad ammirare un punto indefinito fuori dalla finestra.

«Promettimi che non verserai più nemmeno una lacrima per me...» esclamo, ridestandola dai suoi pensieri.

«Non posso promettertelo...»

«Sì, invece...» ribatto.

«Solo se tu risponderai sinceramente alle domande che ti farò...»

«Dipende dalle domande...»

«Non credi che io meriti di sapere qualcosa in più sul tuo conto? Tanto poi te ne andrai in ogni caso...»

«Non dipende da me Violet, te l'ho spiegato...»

«Non mi importa, io voglio sapere... voglio sapere di chi mi sono innamorata come una sciocca, pur non conoscendolo affatto...» afferma lei, lasciandomi di sasso.

Il fatto che abbia appena ammesso di essersi innamorata di me, ammetto che mi destabilizza. Non credevo certo di arrivare a questo punto con lei e in così poco tempo tra l'altro... ma devo ammettere che anch'io inizio a provare un sentimento forte nei suoi confronti, che va ben oltre la semplice attrazione fisica.

«E cosa vorresti sapere nello specifico?» le chiedo, lasciando volutamente in sospeso la parte dove lei ammette di essersi innamorata di me.

«Da dove vieni e come hai fatto ad entrare nella mia stanza quella notte e perché proprio la mia stanza?»

«Sono tutte domande lecite le tue e credimi se ti dico che davvero vorrei poterti dare tutte le risposte che cerchi... ma purtroppo non posso, rischierei di metterti in qualche modo in pericolo ed è l'ultima cosa che vorrei...»

«Perciò te ne andrai all'improvviso esattamente come sei arrivato e io non avrò mai più tue notizie... è ciò che mi stai dicendo, giusto?»

«Più o meno... sì, è così...» confermo, mio malgrado.

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