Capitolo 41

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DEVIN

Sono lontano da Violet da un giorno intero e già provo l'irrefrenabile impulso di raggiungerla. In questo momento mi sto recando da Lea, al fine di porgerle personalmente le mie scuse. Ad attendermi fuori dall'abitazione dove lei vive con i genitori trovo suo padre, il quale mi fissa con sguardo truce. Mi schiarisco la voce, esordendo:
«Buongiorno, sono qui per scusarmi con voi e con vostra figlia per le mancate nozze...»

«Mia figlia non vuole parlare con te.»

«Capisco e la comprendo... in tal caso mi farebbe piacere che le porgesse voi stesso le mie scuse, sono certo che troverà quanto prima qualcuno che la sappia apprezzare davvero, se lo merita.»

A questo punto, è proprio Lea stessa a fare capolino dalla porta. Mi si stringe il cuore vedere il suo viso triste ma sapeva fin dal principio che il mio cuore apparteneva già ad un'altra persona.

«Puoi andare papà, vorrei scambiare con Devin due parole da sola», esclama.

Il padre fa come gli è stato chiesto dalla figlia ed entra in casa, lasciandoci soli.

«E così la famosa ragazza mezza umana è tornata...»

«Esatto... mi spiace Lea, so quanto ci tenessi a queste nozze ma sapevi fin dal principio quali fossero i miei sentimenti per Violet, non te l'ho mai nascosto.»

«Già... mi ero solo illusa che con il tempo forse avresti potuto cambiare idea e amarmi come ami lei.»

«Sono certo che troverai presto anche tu la persona adatta a te, ma non sono io purtroppo, il nostro matrimonio è stato programmato da mio padre senza che io fossi d'accordo.»

«Lo so... anche a me era stato imposto ma conoscendoti meglio ho iniziato ad affezzionarmi a te», mi confida.

«Anch'io mi sono affezzionato a te, ma purtroppo ciò non è abbastanza per sposare qualcuno.»

«Invidio la tua futura moglie, sai? Spero che meriti il tuo amore e che ti renda felice, te lo meriti...»

«Ti ringrazio... lei è speciale, è stato il destino a farci conoscere.»

«Non ce l'ho con te e apprezzo che tu sia venuto qui oggi a porgermi le tue scuse, ciò ti fa onore.»

«Grazie, mi fa piacere che tu pensi ciò.»

Poco dopo lascio l'abitazione di Lea per fare ritorno a palazzo, non prima di essere passato per puro caso nei pressi di casa di Elenor. Ed è proprio la stessa Elanor che trovo indaffarata a sistemare dei fiori davanti casa.

«E tu che ci fai qui? Non dovresti essere a palazzo?» mi domanda non appena si accorge della mia presenza.

«Lei dov'è?» non riesco a fare a meno di chiederle.

«Non la puoi vedere, lo sai... puoi stare tranquillo, mi sto prendendo cura personalmente io di lei!»

«Volevo solo salutarla...»

«Lo farai quando sarà il momento!»

«E va bene... le puoi almeno dire che mi manca e che la amo da impazzire?»

«Credo che questo già lo sappia ma se ci tieni tanto, va bene, glielo riferirò... basta che ora te ne vai!»

Mi allontano da casa di Elenor, non senza prima aver lanciato un ultimo fugace sguardo verso la finestra.
Prima di tornare a palazzo decido di fare una tappa anche a casa di Axel.

«Ehi... a cosa devo questa visita?» mi domanda facendomi entrare.

«Passavo di qui e sono venuto a salutare quel coglione del mio migliore amico.»

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