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"Se succede qualcosa di brutto si beve per dimenticare;
Se succede qualcosa di bello si beve per festeggiare;
Se non succede niente si beve per far succedere qualcosa."

Macarena's pov

Mi chiedo come faccia la gente ad accontentarsi della tranquillità. Della monotonia.
Certo, non nego che sia bella fino ad un certo punto, ma dopo un po' esplodi.
Hai bisogno di nuovi stimoli, di cose imprevedibili e stare in gabbia rinunciando a tutto questo non ha mai fatto per me.
Ho bisogno di adrenalina nella mia vita.
Di caos, di distrazioni che mi impediscano di pensare troppo, specialmente da quando ho perso mia madre.
Tutte queste cose mi rendono libera.
E perciò come ogni sabato sera sono qui, in un locale qualsiasi per bere e scordarmi tutto per qualche ora.
E in questo momento ho molto da scordare dopo la serata di ieri sera. Ad esempio l'elettricità che ho sentito scorrere tra il mio corpo e quello di Zulema ogni volta che mi toccava.
Il desiderio inspiegabile che mi confondeva perché io dovevo provare paura in quei momenti. Eppure.
Quando esco di sera solitamente mi porto dietro Kabila o qualche altra amica, ma oggi erano tutte impegnate perciò sono sola.
Fanculo, troverò lo stesso qualcuno con cui divertirmi.
Varco l'ingresso illuminato dalle luci a neon appese ovunque e la musica che esce a tutto volume dalla casse mi scorre immediatamente nelle vene, come un secondo battito cardiaco.
Guardandomi intorno mi cade l'occhio sul corridoio che conduce al bagno e ne esce una bellissima ragazza rossa di capelli, che ha proprio la faccia di una che ha appena scopato.
Cazzo, beata lei.
Ma appena vedo chi le sta dietro sussulto.
È Zulema, con i capelli leggermente spettinati ed una faccia molto appagata. Non serve un genio per capire che hanno scopato.
Scuoto la testa mentre una sorta di fastidio mi pervade, ma cerco di non farci caso.
Non so che fare: non voglio stare nello stesso posto in cui è lei, ma non posso permetterle di rovinarmi la serata.
Fanculo, se vuole se ne va lei.
Incamminandomi sui miei tacchi a spillo verso il bancone, che si trova proprio al centro della sala, mi sento parecchi sguardi addosso: stasera ho messo un abito piuttosto aderente, rosso con lo scollo a cuore che presenta al centro una cerniera che volendo si potrebbe aprire creando una scollatura abbastanza profonda.
Al momento l'ho lasciata aperta ad un altezza che fa intravedere ben poco, ma io so che basta.
Quegli sguardi ne sono la prova.
Mi accomodo su uno degli sgabelli liberi e poso la borsetta rossa di Dolce e Gabbana sul ripiano davanti a me.
"Un bicchiere di champagne, il più costoso che avete, grazie" chiedo al cameriere che procede ad aprire la bottiglia e a versarmelo in un calice.
Si, non sono ricca, ma diciamo che mi piace togliermi qualche sfizio ora che ho maggiori disponibilità economiche.
Sono cresciuta in una famiglia che arrivava a stento a fine mese, so cosa vuol dire non poter avere tutto ciò che si vuole.
E l'ho capito meglio quando per permettermi di pagare la retta del liceo ho iniziato a lavorare in nero a soli 14 anni, da una signora anziana che mi pagava una miseria nonostante pretendesse fin troppo da me.
Ma ci sono riuscita: mi sono diplomata a pieni voti e con i pochi risparmi sono andata all'università per studiare economia e scienze bancarie.
Al momento posseggo due lauree e posso dire di avercela fatta, ma non devo rendere conto a nessuno.
Tutto ciò che ho me lo sono guadagnata.
Appena mi viene consegnato il mio bicchiere lo prendo ed inizio a sorseggiarlo.
L'alcol che brucia nella mia gola mi fa finalmente provare qualcosa, mi ricorda che sono viva.
Poche cose me lo ricordano ultimamente.
Ad esempio ieri sera mi sono sentita più viva che mai, questo non posso negarlo.
Al improvviso ricevo una spinta sul braccio che quasi mi fa cadere il bicchiere a terra.
Quasi, perché una donna lo afferra prima che tocchi il suolo.
"Scusami bellezza, non ti avevo proprio vista" si scusa porgendomi il calice, ma appena alza lo sguardo su di me la sua espressione cambia, come se mi conoscesse.
Io sono certa di non averla mai vista prima: è una donna alta, indossa un blazer nero che slancia molto la sua figura e ha i capelli castani raccolti in una coda alta. È indubbiamente molto bella.
Sospiro e scuoto la testa per minimizzare l'accaduto.
"Tranquilla, non fa nulla. D'altronde hai salvato il mio bicchiere quindi.." le rispondo sorridendo e lei ridacchia, come se fosse divertita dalla situazione però. Bah.
Mi giro dall'altra parte per ignorarla ma uno spostamento d'aria si porta con sé un profumo inebriante che le mie narici riconoscono subito.
Tutti i miei sensi si risvegliano quando sento la sua voce.
"Che succede qui?" domanda affiancandosi alla donna di poco prima, che mi sta ancora fissando.
"Nulla, per sbaglio l'ho spinta e le ho salvato il bicchiere giusto in tempo." spiega evasiva quest'ultima trattenendo un sorriso.
"Beh, certe abitudini non si perdono eh bionda? La tua è una specie di tradizione? Rompere un bicchiere in ogni locale in cui metti piede?" mi chiede Zulema inclinando leggermente la testa per guardarmi negli occhi.
Ma che simpatica. Ha già fatto abbastanza la stronza con me e non sa con chi ha a che fare.
Mi volto completamente nella sua direzione.
"E tu? Sei solita scoparti la prima che capita nel bagno di un locale? Mi aspettavo qualcosa di più da te." la provoco.
Ride e annuisce appena.
"Con chi scopo non sono cazzi tuoi. A meno che non avresti voluto esserci tu in quel bagno poco fa."
Rido anch'io e scuoto la testa mordendomi il labbro dalla tensione.
"Oppure sei solita rubare nove milioni in ogni banca in cui metti piede? La tua è una specie di... tradizione?" proseguo ignorandola, cercando di non distogliere lo sguardo dai suoi occhi. Ma cazzo, quanto è difficile.
Sentendo le mie parole fa un rapido passo e me la ritrovo davanti. Mi afferra il polso con forza ed avvicina le labbra al mio orecchio.
"Osa ancora nominare la rapina in pubblico ed avrò abbastanza ragioni per ucciderti." si interrompe e sento dal suo tono di voce che è perché sta sorridendo "Ti preferisco quando nomini la mia vita sessuale." sussurra facendomi rabbrividire e rizzare tutti i peli del corpo.
Si allontana restando comunque davanti a me, ed è palesemente incazzata, mi guarda con aria di sfida.
Beh, che si fotta.
Io non mi farò sottomettere da lei, non di nuovo.
Poi alza un braccio ed avvicina la mano al mio viso, con cautela rispetto al tono che ha usato poco fa.
Risale con il dito il profilo della mia mascella per poi arrivare alla bocca. Passa il dito sulle mie labbra che si schiudono di riflesso e dopodiché se lo porta alle labbra.
Stringo le cosce cercando di calmare il pulsare che sento in mezzo.
Che stronza, sa esattamente cosa fare per confondermi.
"Champagne" dice con una smorfia, concentrata ad assaggiare cosa stavo bevendo "e non mi aspettavo nulla di diverso da una come te."
"Cosa significa una come me?" esclamo con voce spezzata dall'eccitazione che ormai ha preso il sopravvento e che non riesco a reprimere.
"Una ragazzina insolente, con abbastanza soldi da comprarsi dello champagne, ma non altrettanto coraggio per ammettere qualcosa a se stessa." spiega incrociando le braccia.
Questo gesto mi fa concentrare meglio sul suo abbigliamento: una giacca di pelle sotto la quale c'è un top bianco con la stampa di un teschio, una minigonna con sotto dei collant e infine degli anfibi. Meglio, almeno per stasera sono alta quanto lei.
"Fortunatamente non mi conosci davvero" ribatto con un sorrisetto da stronza stampato in faccia.
"Sarà..e allora dimostrami chi sei davvero." continua guardandomi per una frazione di secondo la scollatura.
Beccata.
"È una semplice sfida, nulla di che. Accetti?"
Che genere di sfida potrebbe essere? Cosa vuole da me esattamente?
"Hai troppa paura?" domanda ridendo sommessamente.
Ho paura di lei? Beh certo cazzo, è una criminale.
Eppure c'è qualcosa che mi spinge verso di lei e, in ogni caso devo dimostrarle che non la temo altrimenti sarò fottuta.
"Accetto" esclamo porgendole la mano che lei stringe immediatamente, esattamente come ieri sera. Ed esattamente come ieri sera sento quella scossa di adrenalina a toccarla.
"Brava bambina. Vediamo cosa sai fare allora".

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