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"Per me non c'è più felicità
se non con il possesso di quella donna
che odio e che amo con uguale furore."

Macarena's pov

La notte è da sempre il momento della giornata che preferisco.
È il momento in cui il mondo si spegne, in cui ognuno si rintana nel tepore della propria solitudine.
È il momento in cui, privi della luce, siamo spogli di qualsiasi percezione umana, di qualsiasi pregiudizio.
È il momento in cui l'oscurità che risiede in ogni individuo può prendere il sopravvento.
È il momento in cui non hanno importanza le conseguenze perché quelle arrivano sempre con le prime luci dell'alba.
E come un treno ti investono riportandoti alla realtà dei fatti, ovvero che non può essere sempre notte.
Perché il mondo non è pronto ad accettare che l'essere umano ha mille sfaccettature che, morali o meno, non possiamo reprimere troppo a lungo.
Perché sono lì, esistono, ed esistono per ricordarci quanto siamo fragili e stupidi a desiderare puntualmente cose che non possiamo avere alla luce del sole.
Per questo esiste la notte.
Ed io credo di averne approfittato abbastanza ieri.
Quando mi sveglio lentamente, tastando le lenzuola aggrovigliate sotto di me, aggrotto un attimo le sopracciglia. Non mi sembra il mio letto.
Aprendo a fatica gli occhi cerco di mettere a fuoco la stanza e quando, abbassando lo sguardo, mi accorgo che sono completamente nuda, inizio a ricordare.
Il locale, la vodka, Zulema, la sua macchina, questa stanza...
Cazzo.
Mi alzo bruscamente a sedere ricordando ogni minimo dettaglio della notte precedente e di ciò che abbiamo fatto.
Sono andata a letto con Zulema Zahir.
Mi porto le mani sul viso sospirando.
Che cosa ho fatto? Perché ho ceduto? Sospiro alzandomi in piedi con una mano posata sulla fronte.
Ci siamo concesse una notte. Una sola, per toglierci il desiderio e mettere fine a tutto.
Ma non dovevamo. È stato un errore perché credo che ciò abbia solo peggiorato la situazione.
Certo, devo dire che è stato un errore molto soddisfacente: le sue mani su di me e dentro di me, il suo sguardo pieno di desiderio, le parole che mi diceva...
Mi mordo leggermente il labbro al ricordo, ma quando inizio a sentire pulsare in mezzo alle gambe scuoto la testa maledicendomi e cercando di non pensarci.
È successo, ok, ma non succederà più no? Perciò tanto vale cercare di dimenticarlo.
Per quanto si possa dimenticare una come Zulema.
Nonostante tutto è come se mancasse qualcosa.
Lei non si è fatta toccare minimamente da me e non mi ha permesso di spogliarla.
Insomma, so che è riservata e che aveva lei il controllo della situazione, ma non mi aspettavo questo.
Ma è chiaro. Non si è fidata abbastanza di me, per quanto il momento l'abbia coinvolta, non voleva superare un certo limite.
E mi è rimasto questo dubbio, il voler sentire cosa si prova a toccarla, a darle piacere.
Ed è difficile togliermi questo pensiero dalla testa che spero non prenda mai il sopravvento, anche se lei probabilmente non me lo permetterebbe mai.
Se solo non dovessi vederla mai più riuscirei a togliermi questo desiderio.
Mi piego a raccogliere la borsetta che è buttata sul pavimento e ne estraggo il cellulare per controllare l'ora.
Lo schermo si illumina comunicandomi che sono le 9:34.
Strabuzzo gli occhi ricordando l'impegno per le 10:00 alla boutique. "Porca puttana." impreco correndo alla porta del bagno per spalancarla.
Ma mi fermo a metà strada con il cellulare ancora in mano, aprendo il messaggio che mi è arrivato appena 5 minuti fa.

Kabila: Ciao. Mi sono presa l'influenza ed oggi alla boutique non potrò esserci.
Giusto perché lo sapessi.

Impreco perché la presenza di Kabila era fondamentale per me oggi. Insomma, ci saranno solo persone che non conosco e beh, Zulema.
Se avessi dovuto affrontare il tutto con lei sarebbe stato meglio.
Eppure devo già ringraziare che mi abbia avvisata dopo il trattamento che le ho riservato ieri sera. Sono stata una stronza, lo so, ma non pensavo davvero quelle cose. Non le penserei mai. Purtroppo è stata la persona sbagliata al momento sbagliato su cui ho riversato i miei problemi.
Spero vivamente che avremo tempo di risolvere.
Entro sospirando nel bagno, che vedo per la prima volta, e scruto la stanza velocemente: i sanitari in ceramica sono lucidi come uno specchio così come la doccia situata nell'angolo accanto alla vasca da bagno.
La vasca mi tenta, mi servirebbe un bagno caldo per i muscoli indolenziti, ma non c'è tempo perciò opto per la doccia aprendo il box ed entrando, già nuda.
Giro la manopola facendo uscire l'acqua calda che subito scende dal soffione in alto scaldando il mio corpo.
Poso le mani sul muro di fronte a me permettendo all'acqua di sciacquare via il suo odore. Magari cancellasse così facilmente anche il ricordo. Sarebbe tutto più semplice.
Mi insapono rapidamente con un bagnoschiuma dato in omaggio dal hotel, stessa cosa faccio per i capelli.
Una volta uscita dalla doccia mi avvolgo nel primo asciugamano che mi capita a tiro e torno di là a prendere la mia borsa.
Passando davanti ai miei indumenti della sera precedente, che giacciono ancora sul pavimento, noto le mie calze tutte rotte.
Alzo gli occhi al cielo ricordando come le ha strappate: stronza. Anche se beh, nella foga del momento l'ho trovato un gesto molto eccitante, devo ammetterlo.
Le raccolgo da terra e le butto nella spazzatura essendo ormai inutilizzabili, mentre il vestito lo piego e lo infilo in borsa: non posso di certo indossarlo oggi.
Per fortuna ho sempre un cambio dietro che tengo nella borsetta.
Diciamo che da quell'unica volta in cui Kabila si è ubriacata vomitandomi successivamente addosso, preferisco prevenire.
Rabbrividisco al ricordo e prendo dalla borsa i vestiti, ovvero dei semplicissimi leggins neri e una maglietta bianca.
Per le scarpe purtroppo non posso fare molto, dovrò indossare per forza i tacchi di ieri sera.
Una volta vestita pettino i capelli con le dita alla bell'e meglio. Li lascerò asciugare con l'aria perché non ho tempo di farmi la piega ne tantomeno di truccarmi.
E pensare che volevo cercare di dimenticarmi stanotte e tutto ciò che è successo.
Invece no, eccomi a dover andare in quella stupida boutique per provare il vestito da damigella e per vedere lei vestita da sposa.
Mi sembra strano solo a pensarla in quei panni e non so cosa proverò vedendola vestita così.
Preparandomi mentalmente esco dalla camera, scendo alla reception per consegnare le chiavi ed esco incamminandomi verso il negozio che, per fortuna, dista solo 10 minuti a piedi da qui.

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