17.

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"E se ci siamo guardati
in mezzo a tanti, ci sarà
un motivo."

Macarena's pov

Tic, tac.
La lancetta del tempo non si ferma, non rallenta e non torna indietro. Mai e per nessuno.
Eppure lo si capisce sempre troppo tardi che nulla può durare, che tutto è destinato a finire.
E il motivo è piuttosto semplice: si tratta della stupida onnipotenza che l'essere umano si crede di avere anche su ciò che non può controllare.
Tic, tac.
Riesco quasi a sentirli gli ultimi rintocchi che, uno per uno, echeggiano nella mia mente con il loro rumore assordante.
Scandiscono ogni secondo con precisione, iniettandomelo nelle vene.
Tic, Tac.
Abbiamo colmato l'attesa con incontri puramente fisici che ci hanno fatto perdere la cognizione del tempo.
Questo giorno sembrava un momento talmente lontano, eppure la sua pesantezza tornava ogni tanto per ricordarci che stavamo sbagliando tutto.
Abbiamo sbagliato tutto e l'abbiamo fatto consapevoli del nostro madornale errore.
Ma se c'è una cosa di cui sono sicura è che quando il dong della fine spezzerà la realtà io non mi pentirò nemmeno di uno di quei fottuti secondi che ho passato con lei sopra di me.
Perché quando sei morto dentro da tempo qualsiasi cosa ti faccia sentire vivo, giusta o sbagliata che sia, è pur sempre qualcosa e la prendi per quel che è.
È con questa consapevolezza che mi agito appena sulla sedia che mi sta ospitando da ormai due ore.
Stare seduta così a lungo non sta facendo bene al mio sedere che ha ancora i segni delle sculacciate che ieri Zulema mi ha inferto.
Stronza. Non le ammetteró mai che in realtà mi è piaciuto svegliarmi stamattina e, guardandomi allo specchio, vedere i suoi segni su di me.
Lei mi ha capita subito, ha capito ciò che mi piace. Sarò un po' masochista, ma il dolore mischiato al piacere è ciò che mi fa vibrare il sangue. Un po' come gli sguardi che mi lanciava quando ero su quel palco.
E lei riesce a darmi quelle sensazioni che bramo, che reprimo con chi non sa accontentarle o le vede anticonvenzionali.
A noi di ciò che è socialmente accettato non frega un cazzo.
Ma ciò ha delle conseguenze. La prima potrebbe essere il supplizio che stiamo per vivere.
'Ma vederti lì, in mezzo alla folla, forse mi darebbe un po' più di coraggio cazzo. Ho bisogno che tu ci sia Macarena.'
Chissà perché quelle parole mi rimbombano ancora in testa e stanotte mi hanno fatto a malapena chiudere occhio.
So che non sono dettate da nulla di sentimentale, per fortuna direi, ma non me le aspettavo.
Non da lei. Davvero pensa questo? Che cosa ci vede di speciale in me?
"Bene tesoro, i capelli sono pronti. Che ne pensi?" domanda la parrucchiera riportandomi alla realtà del mio salotto bianco.
Stamattina, alle 6:00 in punto, mi ha suonato questa signora dicendomi che è stata mandata da Raya Zahir in persona per acconciarmi i capelli, ovviamente a sue spese.
Nonostante l'intimidazione che provo per quella donna, ho accettato di buon grado sperando che questo sia un gesto di cordialità da parte sua.
Mi guardo allo specchio da varie angolazioni e sorrido. È un acconciatura semplice come la volevo: un raccolto che consiste in due treccine, una a destra ed una a sinistra, che partono dall'attaccatura per poi finire ad intrecciarsi a metà testa in uno chignon sotto il quale gli altri capelli sono sciolti, ondulati sulle spalle. "Sono splendidi. Grazie."
Mi sorride a sua volta e dopo altri convenevoli la accompagno alla porta quando deve andare via.
Chiudo la porta e sospirando mi volto a guardare il vestito abbandonato sul divano, ancora perfettamente confezionato, che dovrei indossare.
Guardando l'orologio che ho al polso constato che è ancora presto: sono le 8:46 e devo recarmi a 'villa Zahir' per le 10:00, perciò mi siedo sospirando e decido di prendere il telefono.
Apro distrattamente Instagram e, scrollando la home page mi compare il post di una stupida pagina di gossip, non ufficiale, con un titolo gigante che mi fa sussultare: Zulema Zahir, la figlia di Raya Zahir, oggi si sposa!
Sgrano gli occhi e mi metto seduta, continuando a leggere.
Oltre al fatto che ci saranno molte persone importanti, non c'è scritto molto.
In questo paese, e anche fuori, tutti sanno chi è davvero Raya e quali sono i suoi traffici, ma l'omertà fa sempre il suo corso e un paese che sta in silenzio non potrà mai condannarla.
Le forze del ordine sono corrotte e credo che abbia anche qualcuno di più potente dalla sua parte altrimenti non si spiega.
Perciò c'è gente che la prende come una vip, una celebrità da osannare perché, preservando la sua immagine, ha sempre fatto molta beneficienza per zittire le voci. O perché, più semplicemente, la gente crede a chi ha i soldi.
Alzo gli occhi al cielo. Che ipocrisia.
Ma d'altronde il discorso cambia per la sua unica figlia. Su di lei non corrono voci del genere, nessuno sa delle sue rapine e mi sta sorgendo il dubbio che non lo sappia neppure sua madre.
Ciò che mi disse all'inizio di tutto, ovvero che l'Interpol sta ancora indagando su queste rapine ma non ha idea di chi le abbia commesse, mi ha incuriosita e mi sono bastate poche ricerche per scoprire che non mentiva.
Una donna con degli occhi di un verde acceso. Questa è la sua unica descrizione, gli unici dettagli colti dai testimoni. Gli stessi che ho colto io e che, per un motivo che ancora non mi spiego, ho omesso alla polizia.
Qualcuno potrebbe pure sospettare che si tratti della figlia di Raya. Insomma, tale madre....
Eppure quelle voci sono state tutte messe a tacere, almeno così ho letto, e non voglio sapere come le ha messe a tacere.
Perciò i giornalisti, insaziabili di pettegolezzi del genere, speculano su un matrimonio che sarà tutto meno che legale.
Sarò circondata da criminali o altri narcotrafficanti, ma stranamente non ho paura.
Forse, una stupida piccola parte di me, si crede che Zulema mi guarderà le spalle.
E sempre quella stupida, piccola parte spera sia così, ma non se lo aspetta. Non me lo deve e infondo non ne ho bisogno.
Ieri sera le ho dimostrato che sono capace anch'io di stare al suo gioco e non perderò occasione di dimostrarglielo di nuovo, se serve.
Decido di gettare il telefono in borsa per evitare di cercare ancora informazioni su di lei e, già truccata, indosso il vestito da damigella.
Ora che lo guardo meglio questo verde, quasi pastello, non mi dispiace.
È carino e sicuramente attirerò qualche sguardo e spero che Zulema sia uno di quelli perché non deve staccarmi gli occhi di dosso.
Com'è che aveva detto? 'Domani al matrimonio mi sentirai ancora, sentirai ancora il mio passaggio, avrai ancora i miei segni addosso e guardandomi su quel fottuto altare non farai altro che pensare a questa notte.'
Oh, ma non immagina quanto sarà la stessa cosa per lei.
Anche per me non è un giorno semplice, ma devo esserci per forza, quindi devo renderlo almeno un po' interessante, no?
Cercando di sdrammatizzare nella mia testa, afferro le chiavi ed esco di casa con un agitazione nel petto a cui non so associare un nome.

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