Per tutta la notte Tom non aveva chiuso occhio. Erano diversi i motivi per cui solitamente faceva fatica ad addormentarsi; tutto quel gran daffare sulla sua ambizione e i grandi progetti per il futuro, furono rimpiazzati dal volto di Antartica.
Come osava, quella sciocca ragazzina, essere il centro dei suoi pensieri? Prima di allora nessuno fu degno di tale importanza, eppure...Non riusciva a togliersela dalla testa. Aveva avuto più di un'occasione per ucciderla, ma non lo aveva fatto. Aveva esitato. Quel pensiero divenne ben presto un velenoso tormento; artigliò il cuscino e con una forza brutale lo squarciò, le piume fuoriuscirono dal suo interno, disseminandosi su tutto il letto. In quella stanza buia e silenziosa, dove i suoi compagni di stanza dormivano ignari di quel suo improvviso scatto d'ira.Dall'altra parte c'era Antartica, che era rimasta ancora turbata da quello che era successo. Le immagini scorrevano vivide nella sua mente, facendole vivere una seconda volta l'istante in cui le mani di Riddle avevano toccato il suo corpo. Sentiva le guance bruciare per la vergogna e la sua intimità pulsare fastidiosamente. Lì, stesa nel letto, in quella stanza che condivideva con due sconosciute, a cui aveva raccontato frottole riguardo la sua identità. Una si chiamava Mujika, trasferitasi dal Giappone assieme alla sua famiglia: aveva lunghi capelli color noce, la frangia le incorniciava il viso di porcellana, un paio di occhi a mandorla dalle iridi ambrate e delle sottili labbra a cuoricino. La seconda, invece, più mascolina e oscura, si chiamava Charlie: capelli corti, spettinati, neri come il carbone, un ciuffo che le copriva l'occhio sinistro, la pelle lattea, occhi grigi e spenti, labbra carnose ma sempre imbronciate.
Ad Antartica non interessava fare amicizia, era lì solamente per salvare Tom Riddle, suo padre.Il cielo era oscurato da opprimenti nuvoloni grigio topo e un vento gelido soffiava imperterrito, annunciando l'arrivo della tempesta. La pioggia si fece più intensa e grossi gioccioloni d'acqua incombevano come una cascata sul castello di Hogwarts. Se molti detestavano quel tipo di giornata, Antartica ne era entusiasta.
Camminava per i corridoi affollati attirando inevitabilmente l'attenzione per via dei suoi vistosi capelli blu. Ma non avrebbe mai potuto competere con il grande Tom Riddle; lui non aveva bisogno di fare nulla per farsi notare. Lui, assolutamente irraggiungibile, nel suo mostrarsi completamente raggiungibile. Lui, un orfano Mezzosangue vittima di un destino crudele, tutto ciò che vide -come un'evitabile conseguenza- fu l'oscurità. Aveva trovato rifugio nella solitudine, escludendo tutto ciò che potesse assomigliare vagamente ad ogni forma d'amore, perchè ritenuto superflua, una menzogna. Lui, che sin dalla nascita non aveva avuto niente, si era ritrovato ad ottenere tutto con le sue stesse mani. Lui, era un giovane affascinante, carismatico, brillante, l'orgoglio dei professori e il sogno proibito di ogni ragazza, ma anche un attore davvero talentuoso, così impeccabile nella sua performance, da ingannare tutti quanti. Ma quando si calava il sipario e si toglieva la maschera, usciva allo scoperto il vero demonio. Il vero Tom Riddle.«Ehilà!» Esclamò Antartica trotterellando dietro di lui. «Stai andando a lezione? Sai, anche io ci sto andando e... No, scherzavo, che lezione abbiamo adesso?» Ma Tom frenò all'improvviso, facendola sbattere contro la sua schiena. «M-Ma sei ritardato...» Imprecò massaggiandosi il naso dolorante.
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Rise - Tom Riddle
FanfictionUna ragazza dai lunghi capelli blu cobalto e occhi profondi come l'oceano, irrompe nella vita di Tom Riddle come un uragano. Sostiene di essere sua figlia venuta dal futuro e che vuole disperatamente salvarlo; ma Tom non è il tipo a cui rifilare que...