4- Non voglio lasciarti andare.

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Il piacere venereo, il godimento o il raggiungimento dell'estasi, era l'unico momento di ''gioia'' (se si poteva definire così) che Tom si concedeva per alleviare stress e frustazioni

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Il piacere venereo, il godimento o il raggiungimento dell'estasi, era l'unico momento di ''gioia'' (se si poteva definire così) che Tom si concedeva per alleviare stress e frustazioni. Da quando aveva sperimentato quanto fosse piacevole provare un orgasmo, lo aveva continuamente cercato, fino a diventarne schiavo. Seduceva facilmente le sue prede, ma manteneva sempre quel freddo distacco che serviva a non confondere l'amore con il sesso. Sfortunatamente era quello che succedeva ogni volta e inevitabilmente, le ragazze finivano con il cuore spezzato.
Victoria Rosier era una Serpeverde rigorosamente Purosangue, con alle spalle una famiglia molto potente e influente nel mondo dei maghi. Possedeva una chioma biondo platino, la pelle candida come la neve e morbida come il velluto, lunghe ciglia chiare incorniciavano quegli occhi dalle iridi azzurre, che in quel momento, erano velati dal piacere. Era stata una delle corteggiatrici di Tom più insistenti e il suo desiderio di portarselo a letto, quel giorno fu miracolosamente realizzato. Più che altro Tom era alla ricerca di una preda facile, qualcuna che fosse immediatamente disponibile per lui e Victoria era capitata a fagiolo.
Erano in un'aula in disuso nei sotterranei del castello, l'aria era satura dei loro respiri e il cigolio frenetico del banco, su cui la ragazza era poggiata, accompagnava i gemiti soffocati. Tom non era un tipo che ci andava piano, di solito la sua irruenza era violenta e profonda; Artigliò il suo bacino conficcando le unghie nella sua carne, mentre continuò a spingere i fianchi ad un ritmo sempre più veloce.

Quando finalmente arrivò al culmine del piacere, si fermò ansimando. Non si curò se la ragazza fosse venuta, non era tra i suoi interessi, questo perchè era un tipo estremamente egoista.
Victoria lo guardò perplessa con le guance arrossate per l'imbarazzo. Era lontanamente diverso da come si era immaginata farsi scopare dal famoso Tom Riddle. Non c'era stata una goccia di passione, niente baci, nè carezze. L'aveva trattata come una bambola di pezza, come del resto, le persone tra le sue mani erano ridotte a dei burattini e lui era il burattinaio che le dirigeva. Tom era una persona dal ferreo autocontrollo e lo esercitava sadicamente su tutto.
Si era soffermato a lungo su i suoi pensieri che non si accorse della mano di Victoria poggiata contro la sua guancia, intenta a regalargli un'innocente carezza. Quando ne prese coscienza le mollò un schiaffo, talmente forte da farle uscire il sangue dal naso. Victoria aveva la bocca spalancata dallo shock e gli occhi colmi di lacrime. Era terrorizzata.
«Non toccarmi!» Le urlò. «E ora vattene, puttana!» L'aveva avvertita più di una volta, se avesse provato a baciarlo o anche solo sfiorarlo senza permesso, l'avrebbe punita. Ma Victoria non era la sola che avrebbe subito la sua ira; la sua mente focalizzò il volto di Antartica, la quale aveva fatto esplodere il suo calderone durante la lezione di Lumacorno. Per lui non ci furono ripercussioni, ringraziando sempre la sua dote nel manipolare le persone. Non si poteva dire lo stesso della ragazza dai capelli blu, che era rimasta a ripulire l'intera aula da sola.

Nel dormitorio femminile, nella stanza di Mujika, Charlie e Antartica si stava scatenando il putiferio. Non appena quest'ultima aprì la porta con aria sfinita, avvilita, tutta sporca e con quegli orribili foruncoli ancora sul volto, trovò le sue compagne di stanza a litigare.
Mujika corse da lei in lacrime e le gettò le braccia al collo, soffocando i singhiozzi nell'incavo del suo collo. «Aooooiii!!!» Aoi era il nomignolo che le aveva dato, significava ''blu'' in giapponese.

Rise - Tom RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora