14- Il voto infrangibile.

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Quei giuramenti, quei profumi, quei baci infiniti, rinasceranno.
-Charles Baudelaire.

Antartica camminava spedita verso il Lago Nero, ignorando la voce di Tom alle sue spalle che la chiamava, cercando di tenerle il passo.
Era arrabbiata, frustrata, preoccupata... Aveva perso del tempo prezioso. In tutti i sensi.
Giunti a destinazione, Antartica iniziò a togliersi gli anfibi e lanciarli con furia da una parte all'altra. Sotto lo sguardo perplesso di Tom, incominciò a sbottonarsi la camicia. Era talmente fuori di sè da regalare -senza pudore- al ragazzo, la vista di un adorabile reggiseno candido.

«No, sul serio, cosa stai facendo?» Alzò un sopracciglio.

Lei lo ignorò e buttò la camicia a terra, mentre il freddo pungente le fece venire la pelle d'oca. Non aveva scelta, la vergogna non era una delle sue priorità in quel momento. Armeggiò con i bottoni della gonna, ma lui la fermò cingendole i sottili polsi.

«Mi vuoi ascoltare o preferisci continuare a spogliarti?»

«Che cosa c'è?!» Sbottò, fissandolo con occhi assenti.

Tom prese un sospiro e si tolse il mantello, appoggiandoglielo sulle spalle. «Dammi la tua bacchetta.» Le ordinò.
Senza troppi giri di parole, Antartica acconsentì. Lo osservò in silenzio mentre lui pronunciò ''accio'' e la sua bacchetta, un secondo dopo, fuoriuscì dal lago. La acchiappò al volo, sorridendo vittorioso. Poi si voltò verso di lei con uno sguardo malizioso e aggiunse- «Non vedevi l'ora di toglierti i vestiti davanti a me, vero?» Si leccò le labbra con lussuria.

Antartica fu pervasa da un rossore che, sulla sua pelle marmorea, risaltava vivamente. «Taci...»
Non pensava che sarebbe stato così semplice. Si sarebbe aspettata una lotta all'ultimo sangue con il calamaro gigante che riposava nelle profondità del Lago Nero o con chissà quale altra creatura mistica. Invece a Tom era bastato un colpo di bacchetta per riavere indietro la sua.
Tornarono al castello indenni e di buon umore, tanto che Antartica si dimenticò in fretta delle sue preoccupazioni. Camminare al fianco di Tom la rendeva estremamente felice; il fatto stesso che fosse lì, vivo e vegeto, era l'unica cosa che le importava. Anche se... Non poteva fare a meno di riflettere su quello che era successo nel bosco. La vista di Tom riversato inerme al suolo, senza vita, aveva risvegliato nella sua mente ricordi lontani ed estremamente dolorosi. Sembrava come se il destino lo volesse morto. Non trovava il senso di quello che era successo, non poteva credere che sarebbe potuto morire in una maniera così banale, paragonandolo a quello che successe durante la seconda guerra magica. Si voltò a guardarlo: baciato dai raggi scarlatti del crepuscolo che filtravano attraverso i vetri delle finestre. Le iridi verde muschio guardavano dritte davanti a sè, i capelli scuri ricadevano ribelli sulla sua fronte, la postura rigida, la camminata lenta ma decisa. Aveva sempre un'espressione neutrale, quasi da farlo sembrare perennemente distaccato da tutto e da tutti. Come se niente fosse realmente degno della sua attenzione.

«Hai programmi prima di cena?» Le domandò, improvvisamente, Tom, scuotendola dai suoi pensieri.

Rimase piacevolemente sorpresa da quella domanda, questo significava che voleva passare ancora del tempo con lei? «Aspetta, fammi controllare l'agenda.»

Tom si voltò a guardarla come per assicurarsi che fosse seria. Vedendola ridacchiare, capì che stava scherzando e, inevitabilmente, le sue labbra si incurvarono in un mezzo sorriso.

«Cosa ti va di fare?» Domandò, Antartica legandosi i lunghi capelli in una coda alta e disordinata. La sua chioma era indomabile, ecco perchè preferiva legarli. Ma Mujika e Charlie le ripetevano spesso che stava meglio se li lasciava sciolti. Perchè la loro ondulatezza naturale e, in particolare, il colore blu, ricordavano l'oceano.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 04, 2023 ⏰

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