10- Credo che mi stia innamorando di te...

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Antartica aprì lentamente gli occhi e tutto il mondo pareva girarle intorno vorticosamente

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Antartica aprì lentamente gli occhi e tutto il mondo pareva girarle intorno vorticosamente.
Era stesa a terra con la puzza di fumo a riempirle i polmoni, costringendola a tossire senza sosta. Poco dopo si accorse che un liquido caldo gocciolava lungo la sua tempia, con le dita lo tastò per vedere cosa fosse, e con orrore scoprì che era sangue. Aveva battuto violentemente la testa ed era in uno stato di totale smarrimento, oltre che confusione.
Nel frattempo le fiamme stavano continuando a divorare la preziosa biblioteca di Hogwarts. E Antartica finalmente ricordò: prima ancora di sentire le sue labbra sfiorare quelle di Tom, c'era stata una violenta esplosione e i due furono sbalzati via in direzioni diverse.
Sgranò gli occhi, mettendosi faticosamente in piedi. Doveva cercarlo assolutamente.
Sarebbe stato arduo spostarsi tra le fiamme, ma non aveva altra scelta. Sfilò dalla tasca la bacchetta e balbettò un incantesimo per generare un getto d'acqua. Ma fu inutile. L'acqua non spense il fuoco. «FANCULO!» Imprecò, sentendo le lacrime rigarle le guance annerite dalla fuliggine.
«TOM! TOM DOVE SEI?!» Urlò tra i singhiozzi. Ma niente, nessuna risposta. «TOM!» Ti prego, fa' che stia bene... Fa' che non sia morto. Tutto ma non lui.
Non voleva perderlo in quella maniera ridicola. Non dopo tutto quello che era successo durante la seconda Guerra Magica. Non dopo averlo visto sparire definitivamente tra le ceneri.

All'improvviso udì dei colpi di tosse. Antartica si avvicinò immediatamente a quel chiaro segno di vita, proteggendosi il volto con le braccia e cercando di respirare meno possibile quel fumo tossico.
Non poteva crederci. Era lui. Era vivo. Le sue preghiere furono ascoltate; era un miracolo che fosse ancora vivo.
Si accorse che era incastrato sotto due librerie, le quali, avevano rinchiuso il corpo di Tom in uno spazio ristretto. «TOM!» Lo chiamò e il ragazzo alzò debolmente la testa verso di lei.

«... Va' via, altrimenti morirai.» Disse.

«Non ci pensare nemmeno! Io non ti lascio!» Esclamò, Antartica, accasciandosi sul pavimento e tentando, invano, di spostare a mani nude la libreria. Ma era un macigno, sarebbe stato impossibile. «Sei ferito?» Domandò, temendo la risposta.

«No, ma sono incastrato.» Rispose in un sussurro, socchiudendo gli occhi. Stava per perdere di nuovo i sensi, sentiva venire meno il respiro data la mancanza di ossigeno. «Ascoltami... Devi andare via.»

«NON SE NE PARLA! PERCHE' CONTINUI A RIPETERE IDIOZIE!» Sbottò, continuando ad alzare la libreria. Avrebbe tentato fino a scorticarsi le mani.

«SEI UNA STUPIDA! VATTENE VIA, METTITI IN SALVO!» Ribattè Tom, stringendo i pugni.

«TU SEI STUPIDO!» Strillò. «Sono tornata indietro nel tempo per cambiare il tuo futuro!» Tirò su col naso, mentre piangeva a dirotto.
«Tom Riddle: il ragazzo che ha fatto solo scelte sbagliate... Ma questa volta non sarà così. L'ho promesso.
Tu non morirai, non qui, non oggi, nè domani, nè dopodomani. Forse quando avrai barba e capelli bianchi, ma quello è inevitabile.» Gli sorrise. «L'importante è che tu viva, non sopravviva.»

Rise - Tom RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora