Capitolo 15

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Ogni tanto le nostre azioni,
ogni scelta che facciamo,
ci conducono in un punto,
in cui precipitiamo.

Nik's pov

Merda! Ho perso di nuovo! Penso mentre sullo schermo del telefono appare la scritta Game over.
Mi arriva una notifica di Florence. E ora che vuole quella?
Apro la chat e trovo degli stupidi messaggi smielati dove lei mi propone di uscire quella sera.
-non ho tempo-
Scrivo frettolosamente. Solo questo. Probabilmente andrà su tutte le furie, non le piacciono i rifiuti, ma che ci devo fare? Non me ne frega niente di quella stronzetta, a parte distrarmi un po' quando ho voglia di fare sesso.

Poi è più forte di me. Scorro le chat archiviate finché non trovo quella che sto cercando. è una mia peculiare forma di tortura.
Un numero sconosciuto, nessuna foto profilo, un solo messaggio da una sola visualizzazione ormai aperto.
Fisso la chat vuota per minuti interi, mentre mi perdo nei ricordi. So che non può farmi del male, non più, ma nel profondo so che quello che ho fatto è stato inutile. Completamente inutile.

Cinque anni prima:

Il cuore mi batte forsennatamente nel petto e ho paura che possa scoppiare. Mi trovo con Alya in riva all'oceano. Nel cielo scuro brillano le stelle. Luminose e splendenti, ma la stella più bella è accanto a me, che mi tiene la mano e mi sorride con quello sguardo. Quel cazzo di sguardo. Mi guarda come se fossi la sua galassia, il suo sole. Mi guarda come se fossi suo e lei fosse mia, ed è così, e resterà così per sempre, indipendentemente da quello che sto per fare.

I suoi occhi verdi sono luminosi e sereni. è felice come non la vedevo da tanto tempo.
Si alza sulle punte e mi bacia, al chiaro di luna in riva all'oceano, che con le sue onde sembra cantare una melodia arcana e primitiva solo per noi. Per me e per lei.

Mi aggrappo ad Alya disperatamente, la mia ancora, la mia salvezza. Mi godo la sensazione del suo corpo sul mio, delle sue mani tra i miei capelli, delle mie labbra premute sulle sue.
Non abbiamo mai avuto dei fidanzati o delle fidanzate prima, e siamo ancora incerti.
Quanto mi piacerebbe avere l'occasione di imparare con lei. Voglio diventare esperto e bravo a baciare, in modo da poterla venerare in tutti i modi che esistono. Ma so che non posso, so che in fondo questo bacio è l'ultimo.

Intreccio la sua lingua alla mia, e ricaccio giù le lacrime che stanno minacciando di scendere copiose sulle mie guance illuminate dal chiaro di luna.
Il mondo è crudele. Alcune persone nella vita hanno la fortuna di poter trovare la propria anima gemella, mi diceva mia nonna prima di morire. Io non ho mai dato peso a queste parole, ma con Alya ho finalmente compreso che significa.

Gli antichi greci pensavano che all'inizio gli esseri umani fossero composti da una figura completa e doppia. Quattro gambe, quattro braccia, due teste, la stessa anima. Zeus però si spaventò della forza di questi esseri, e decise di dividerli, spezzando in due la loro anima. Condannandoli a vagare con un grande senso di vuoto incolmabile nel petto. Siamo tutti alla ricerca della nostra anima gemella, e io la mia l'ho trovata. Non solo i nostri corpi si attraggono, c'è di più. Le nostre anime parlano la stessa lingua, cantano la stessa melodia. C'è una connessione che ci lega insieme come due supernove che si attraggono, avvicinandosi sempre di più. Solo che non può durare. Perché come la fisica impone solo distruzione quando i due corpi celesti entrano in collisione, così il destino, o il fato, o qualunque cosa sia, non permette alle anime gemelle di essere felici. Perché può nascere qualcosa di meraviglioso e spaventoso al tempo stesso. Perché potremmo essere più completi degli dei.

Ed è giunto il nostro momento. La collisione è vicina. Troppo.

Voglio essere egoista, scegliere di aspettare il punto di collisione. Ma non lo posso fare. Non con Alyssa. Non sapendo che la sua luce potrebbe spegnersi per colpa mia, per cui mi stacco da lei, e cerco il coraggio che mi serve tra i suoi occhi smeraldo.
<<Nik... io credo di amarti...>> Mi dice. Mi sento mancare il fiato. Vorrei dirle che anche io la amo, che io sento la melodia della sua anima mescolarsi alla mia, che vedo il suo volto riflesso nella Luna quando la osservo di notte, ma non posso. Non posso farle questo. Rido fino a piegarmi in due.

<<Ma che cazzo dici? Alyssa, tu non mi ami per niente!>>
Lei sembra confusa e io continuo.
<<Sei solo un mio esperimento. Una prova per vedere come comportarsi con una ragazza, ma non ti amo, non ti ho mai amata e mai lo farò.>>

Bugiardo.
Bugiardo.
Bugiardo.

Mi ripeto, ma continuo, lei parla, cerca di difendersi di capire il perché del mio comportamento, allora passo il limite.
<<E sai che ti dico? Che sei patetica! E penso di odiarti. Tu e le tue insicurezze. Cosa credi? Che solo perché Florence ha deciso di prenderti di mira tu sia speciale in qualche modo? Beh, invece sei solo un bersaglio per chi ti sta intorno. Ha fatto bene a legarti a quell'albero, ci saresti dovuta rimanere!>>
Lei indietreggia, vedo le lacrime appannarle gli occhi come prati senza fiori.

<<Sono stanco di doverti sopportare! Stanco di avere a che fare con una piagnucolona come te! Ma ti sei vista? Ora sparisci!>>
<<Nik... cosa stai...>>
<<HO DETTO CHE NON TI VOGLIO VEDERE E CHE TI ODIO! NON È ABBASTANZA CHIARO PER TE?>>
Lei impallidisce ancora di più, so che vuole dirmi qualcosa, ma alla fine si volta e corre via. La conosco, è orgogliosa e non vuole che la veda piangere, come se questo potesse sminuirla ai miei occhi.

Bene. Bene. Bene. Mi ripeto, mentre dentro il mio cuore sento aprirsi una voragine di dolore, uno spazio vuoto dove prima c'era Alya. La mia galassia. Il mio sole. La mia anima gemella.
Guardo le onde scure, che sembrano deridermi in silenzio. Pure le stelle dall'alto si stanno godendo lo spettacolo di due vite che hanno appena evitato l'impatto spezzandosi dentro, per vivere come ombre in mezzo alla luce.

Ho combattuto la mia orbita, la forza di attrazione che provo.
Guardo nuovamente l'oceano scuro e luccicante. Faccio un passo avanti. Entrare sarebbe facile, poi il resto del lavoro sarebbe stato in mano alle correnti. Mi avrebbero trascinato sul fondo, e non avrei lottato, anzi, avrei accettato tutto con gioia, perché è meglio affogarci, nell'oceano, invece che avere un abisso vuoto nel petto.

Altri due passi avanti, e un altro. Forse alla fine la storia si concluderà in tragedia. Forse alla fine la collisione è inevitabile. Penso.
Mi blocco. No, non posso. Vado via dalla spiaggia mentre il mare scuro e invitante sembra emanare un richiamo irresistibile. Vorrei solo sparire tra le sue onde e smettere di essere Nik. Vorrei avere un'altra occasione, un'altra vita senza Alya. Per proteggerla da entrambi.

Ma non posso.
Non posso.
Forse un giorno, adesso ho una cosa da fare. Non sono riuscito a salvare quel bambino, ma forse posso aiutare qualcun'altro. Ecco perché aspetterò una settimana. Una settimana perché lui pensi che io odi Alya. E poi, quando non sarà più nella sua lista delle persone a cui tengo, andrò dalla polizia, e confesserò tutto. Quel mostro ha i giorni contati.

E le stelle ci invidierannoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora