Capitolo 3

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Se nel mezzo della mia strada
dovessi cadere mi rialzerò e ripartirò,
avanzando leggera come la neve

<<Ciao bella! Come stai?>> Mi chiede entusiasta Carrie abbracciandomi. Io ricambio sorridendo. <<Una meraviglia!>> Rispondo. Non vede le mie occhiaie nascoste dal correttore e dal fondotinta, e a me va bene così. Scruta il mio outfit con approvazione. <<Non so come tu faccia ad abbinare così bene i vestiti, o forse è solo che ti stanno d'incanto!>>

<<Grazie! Anche tu stai benissimo!>> Le dico. Oggi è martedì, l'unico giorno della settimana scolastica dove possiamo andare al liceo vestiti come più ci pare e piace. Il resto delle mattine dobbiamo indossare la divisa, che per i maschi consiste in un paio di pantaloni blu notte, una camicia bianca e una giacca in tinta con i pantaloni con lo stemma della scuola ricamato sopra. Noi ragazze invece possiamo scegliere se mettere una gonna fino al ginocchio con delle calze scure oppure una lunga fino a metà polpaccio, che arriva quasi alle caviglie.

Inutile dire che tutte abbiamo optato per quella più corta. Anche perché quella lunga, con i suoi colori cupi, assomiglia troppo ad una tonaca da suora e la camicia bianca non aiuta. <<Oh! Tu non sai con chi ho parlato ieri!>> Mi confida la ragazzina minuta che trotterella accanto a me cercando di starmi dietro. Rallento un po' per permetterle di raggiungermi.
<<Oddio! Non dirmi che si tratta di...>>

<<Raphael!>> Esclama interrompendomi. Non me la prendo, anzi, la incoraggio a continuare con aria curiosa.
<<Allora... ti spiego bene. Hai presente che ieri dovevo aiutare mia madre con il volontariato per la raccolta cibo, vero?>> Annuisco, Carrie è il mio opposto. Non so come faccia, ma ha uno spirito altruista degno degli Abneganti di Divergent. Io non ne sono capace, anche impegnandomi metto sempre me stessa prima degli altri.

Ma forse è per questo che ho lasciato che Carrie si prendesse un piccolo pezzo del mio cuore da riparare, so che è in buone mani. Senza Carrie sarei perduta. Penso mentre mi parla di come il volontariato sia un'iniziativa meravigliosa, per poi perdersi in una descrizione molto dettagliata di Raphael Wilson, un ragazzo con origini spagnole che frequenta il nostro corso di francese.

<<Stavo parlando con una signora che era indecisa su quali tipi di pasta prendere per la colletta, ed ecco che spunta lui. Nooo! Dovevi vederlo! Era ancora più figo che in classe. Senza la divisa è... è... oh! Non riesco nemmeno a spiegartelo! Indossava una giacca di pelle che lo faceva sembrare un principe tenebroso e gli occhi...>> Mi distraggo un attimo sforzandomi di non ridere.

Si può dire tutto su Raphael Wilson, tranne che non fosse un bel ragazzo. Ha la carnagione abbronzata tipica di chi passa molto tempo sotto al sole, i capelli sono scuri e gli occhi marroni hanno dei riflessi particolari che gli danno un tocco di mistero.
Ma arrivare a paragonarlo ad un principe tenebroso? Mmmh, no. Non direi.

Carrie è fatta così. Quando le piace un ragazzo parte in quarta, ma puntualmente è troppo timida per dichiararsi. Però non l'ho mai vista comportarsi così per nessun altro. Direi quasi che non si tratti di una semplice cotta, ma che sia innamorata, però non credo nell'amore. Non più.

<<E che ti ha detto?>> La punzecchio con un dito sulle costole strappandole un gridolino sorpreso. <<Qui arriva il bello! Abbiamo cominciato a parlare del più e del meno, e lui è rimasto con me a dare una mano fino alla fine! Poi ha proposto di andare a fare un giro, e ti pare che rifiutassi?>> Ha l'aria sognante, persa nei suoi sogni ad occhi aperti.

Spero che Raphael non la deluda o la ferisca. Se dovesse illuderla per spezzarle il cuore giuro che lo inseguo con il tosa pecore e gli raso i capelli a zero. Carrie ha un cuore d'oro, ma è ingenua, e temo che glielo spezzeranno.

E le stelle ci invidierannoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora