Capitolo 28

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C'era una famiglia in macchina di sera.
C'era una bambina che giocava con una bambola.
C'era una madre che sorrideva guardando fuori
dal finestrino.
C'era un padre stanco che ebbe un attimo di distrazione...
C'era un camionista ubriaco sulla corsia opposta...

C'erano fiamme e grida.
Poi non ci fu più nulla.

Ayssa's pov

Sono davanti alla porta della casa di Dorian per la seconda volta nella stessa giornata.
Sono le quattro di pomeriggio e il sole è più caldo di prima alla scogliera.
Io e Dorian siamo rimasti lì per qualche ora, a parlare del più e del meno. Ho scoperto che è un lettore accanito, "un topo di biblioteca palestrato" sono state le sue parole esatte. Inutile dire che sono scoppiata a ridere senza ritegno.

Dopo aver pianto abbracciata a lui mi sono sentita in modo strano: come se avessi raggiunto un limite, o comunque la fine di qualcosa di importante. Mi sono sentita come se avessi pianto tutte le lacrime possibili e non ne avessi più. Mi sono sentita libera, come quando siamo sfrecciati sulla sua moto vicino al mare.

Il suo autore preferito è Stephen King, mi ha detto. Il suo libro preferito è "le notti di Salem" e me lo ha consigliato vivamente. Quando gli ho confessato che a me non piace leggere ha fatto una faccia stranissima, come se fosse tentato di buttarsi giù dalla scogliera. Poi ha alzato le spalle con un sospiro. <<Nessun problema. Riuscirò a portarti sulla cattiva strada della lettura.>>
La cosa che mi ha fatto ridere di nuovo è stato il tono che ha usato, come se stesse parlando di droga o di chissà che altro. Se mia madre fosse una persona diversa probabilmente amerebbe Dorian. Quale genitore non amerebbe un fidanzato della figlia che invece di portarla sulla cattiva strada vuole farla appassionare alla lettura?

Io invece gli ho parlato del pugilato, del modo in cui mi fa sentire. Una macchina vuota, capace solo di respirare e concentrarsi sui movimenti del proprio corpo e sulle tecniche giuste da usare. Mi ha fatto bene parlare con lui. Mi sono aperta come non ho fatto nemmeno con Carrie. Lei sa praticamente tutto di me, ma la verità è che Carrie è stata in grado di capire da sola più della metà di ciò che in realtà mi affligge, però io non ho mai voluto dirglielo.
Dorian invece... ha qualcosa di diverso dalle altre persone che ho incontrato nella mia vita.
A vederlo da fuori all'inizio ho pensato che fosse uguale agli altri ragazzi, ma adesso...

Adesso anche lui mi sta facendo vedere un lato di sé che non permette di vedere a tutti.

Dopo la scogliera mi ha accompagnata in ospedale, da mio fratello. Lì gli ho detto di andarsene. Non... non sapevo ancora bene cosa avrei detto a mio fratello, ma non volevo che Dorian fosse con me. Ci sono momenti in cui sento la necessità quasi fisica di stare da sola per un po' e l'attimo prima di parlare con mio fratello è stato uno di quelli. Dorian sembrava averlo capito, infatti non ha protestato e si è limitato a darmi un bacio leggero sulla fronte.
Per un attimo ho pensato di correre via da lì, inseguire Dorian e tornare alla scogliera, dove esistevamo solo noi due. Solo Dorian e Alyssa. Niente Thomas o infermiere che mi sorridono dolcemente, come se pensassero che potessi rompermi in mille pezzi al minimo accenno di vento.

Sono entrata nella stanzetta piccola e pulita. Mio fratello era steso sul lettino con una gamba ingessata e un manga di One Piece in mano.
Mi sono avvicinata e si è accorto della mia presenza. Ha alzato la testa dalle pagine e mi ha scrutata con quei suoi occhi marroncini e pieni di innocenza. Finta. Finta innocenza.
<<Come hai potuto?>> Ho ringhiato.
<<Come cazzo hai potuto?>>
Ma la vera domanda che volevo porgli era "perché?"
Perché lo fai?
Da quanto lo fai?
Perché non me lo hai detto?

E le stelle ci invidierannoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora