Capitolo 21

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Tra le ombre della notte
una si stacca dal terreno e mi
stringe tra le sue braccia scure
eppure mi abbandono al suo tocco.
Rinnegando la luce delle stelle
che mi ha abbandonata.

Alyssa's pov

I cinque minuti passano, e la dottoressa, dopo aver indossato una giacca, mi fa cenno di seguirla fino al parcheggio.
L'unica luce è fornita da un lampione mezzo rotto, intorno al quale vola un piccolo sciame di falene. Anche loro, penso, sono come Biancaneve. Cercano disperatamente la luce, nonostante bruci le loro piccole ali scure eppure non si arrendono. La luce ha il fascino della mela avvelenata, una trappola, o qualcosa per il quale vale la pena scottarsi.

Le poche macchine presenti sono parcheggiate ordinatamente dietro alle strisce bianche dei posti auto. Il paesaggio mi appare squallido, persino le stelle in cielo sono coperte da delle nuvole scure, che le nascondono come un macabro presagio. Rabbrividisco nella giacchetta estiva che ho preso completamente a caso, solo perché era la più vicina.

Quest'atmosfera è irreale, mi sembra di essere finita in una storia sbagliata, queste sono le cose che capitano nei triller, o nei film horror, non nella vita reale, dove il massimo che potevi vivere era una passionale storia d'amore, o qualche sfortuna da commedia. Poi però il mondo sembra tornare sul proprio asse e le ombre intorno alle auto si fanno meno marcate, meno ostili. La madre di Dorian mi accompagna verso la strada, dove un bmw bianco sembra sfidare il nero della notte con il suo colore chiaro e luminoso.

Qualcosa non quadra però: i fanali sono accesi e alla guida c'è una figura massiccia e imponente. Capisco di chi si tratta quando scende dall'auto per lasciare il posto del guidatore alla madre.
Dorian.
Mi sorride confuso, poi sembra notare la mia espressione, il pallore del mio viso alla luce malaticcia del lampione, il livido che si sta formando velocemente sulla guancia.

<<Stai bene, Stellina?>> Mi chiede con quella sua voce profonda e leggermente roca per via delle sigarette che fuma ogni giorno.
<<Suo fratello ha fatto un incidente in auto e mi sono proposta di darle un passaggio.>> Spiega la dottoressa con un'espressione pragmatica.

Ora che quei due sono vicini riesco a cogliere ancora meglio l'incredibile somiglianza dei loro occhi, ma sono quelli del figlio che sembrano scrutarmi l'anima, come in cerca di ciò che mi sta facendo soffrire.
<<Vieni, siediti dietro con me.>> Mi dice il ragazzo, e io lo seguo con un misto di senso di colpa e uno strano calore che mi scalda il petto. All'interno c'è un forte odore di sigarette e vedo la donna storcere il naso schifata.
<<Quante volte ti ho detto di non fumare in macchina, anzi, di non fumare proprio?>> Il ragazzo accanto a me alza le spalle.
<<Troppe per poterle contare.>>

Mi siedo accanto a lui, e il ragazzo mi passa un braccio intorno alle spalle, attirandomi contro il suo petto massiccio. Mi abbandono per un secondo al suo profumo: di fumo, mare e menta e chiudo gli occhi.
<<Dove abiti, Alyssa?>> Mi chiede qualcuno e rispondo distrattamente l'indirizzo, mentre sento le mani di Dorian accarezzarmi la schiena con lenti movimenti circolari delle dita.

Vorrei dirgli di quello che è successo nella grotta con Nik, ma non ho il coraggio e, anche se l'avessi, non glielo direi lo stesso. Non voglio perdere l'unica persona che mi sembra fissa e stabile, nonostante sia un tornado che ha sconvolto in pieno la mia vita.
<<Per arrivarci dobbiamo passare da casa, tu fermati lì, che sei stanca dopo il lavoro. L'accompagno io.>> Propone Dorian.

Nella sua voce colgo tutto l'affetto che prova per sua madre e penso che è così che dovrebbe essere un rapporto tra genitore e figlio, non come mia mamma, che mi ha lasciata andare via con una completa sconosciuta senza nessuna preoccupazione. Non so neanche perché sia rimasta in ospedale con mio fratello, ma poi mi rispondo da sola: per le apparenze.
<<Alyssa, a te va bene?>> Mi chiede la donna e io riesco a biascicare un sì, gli occhi ancora chiusi.
La macchina viene messa in moto, mentre Dorian continua a stringermi a sé con fare protettivo. Sento il suo calore attraverso la giacca.

E le stelle ci invidierannoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora