18, Ps...

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Martedì 31 ottobre 2028, ore 18:06, Lewes, East Sussex, St. Mary Jane.

"L'amore è paziente, è benevolo".

Harry scaricò, mediante un sospiro, la tensione che gli si era addensata nello stomaco.

"L'amore non invidia; l'amore non si vanta, non si gonfia, non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio interesse, non s'inasprisce, non addebita il male, non gode dell'ingiustizia, ma gioisce con la verità".

Si voltò di profilo e lanciò uno sguardo al padre. Questo ricambiò l'occhiata e gli sorrise. Leonard era agitato, visibilmente commosso. Il colletto corvino della giacca spezzava la cera di amaranto che era diventata la sua pelle. Si sforzava di non piangere con quanta determinazione avesse in corpo, ed Harry, dal canto suo, riusciva a malapena a respirare.

"L'amore soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa".

L'uomo si sporse a timbrare un bacio secco sulla sua fronte, e per un attimo Harry tornò bambino. Perse quaranta centimetri di statura, altrettanti chili di peso corporeo, e la voce gli si sfinò come una fune squartata da un coltello. Riprese il nastro della vita da un giorno qualunque di tantissimi anni prima, quando, insieme a Gemma, aspettava che il padre arrivasse a prenderli davanti alla scuola elementare. Per rincasare e fare merenda con Anne, che aveva appena sfornato i suoi deliziosi biscotti alle mele.

Ripartì da quel frammento di esistenza e poi, di punto in bianco, ricominciò a essere il venticinquenne di poco prima, accettando tutto il corredo di acciacchi e responsabilità che non si potevano eludere, poiché compresi nel pacchetto: prendere o lasciare. O tutto o niente.

O tutto, o niente.

"L'amore non verrà mai meno".

Fece sì con la testa, benché non dovesse rispondere ad alcun interrogativo. Era un gesto attraverso il quale confidare a sé stesso che, sì, era pronto. Che comperava l'intero pacchetto. Che voleva tutto, proprio tutto; anzi, lo pretendeva.

L'età adulta. I giorni a guizzargli sotto al naso come l'acqua di un torrente. Le articolazioni scricchiolanti, l'influenza perenne, la stanchezza sempre all'erta, le intolleranze alimentari. L'amore prima di coricarsi. Svegliarsi presto anche la domenica mattina. La televisione prima di sgattaiolare a letto, pure il sabato sera. La colazione preparata in casa. Le risate. Il calore della famiglia. Il supporto del partner. Il volersi, lo scegliersi ancora, giorno dopo giorno, dopo giorno, dopo giorno.

Perché l'amore non viene mai meno, però si rinnova. Diventa meno ribelle, più barboso e conciso, ma ugualmente speciale, magnifico, coerentemente caotico.

Perché quel caos era la battaglia per la quale aveva combattuto. Il caos era la sua vittoria, il suo vanto, il suo traguardo. Il caos innescava brividi e vertigini che di tanto in tanto sfociavano in battibecchi, persino in sfuriate plateali, di quelle fatte a regola d'arte. Ma anche i diverbi erano necessari. Dopo una lite subentrava la pace. Cercarsi, chiedersi scusa, perdonarsi, baciarsi, tornare a quel tutt'uno morboso incomprensibile a tutti eccetto che a loro.

Harry e Louis erano sempre stati così, l'emblema dell'esagerazione, l'apocalisse della tragedia, il teatro plasmato sul palcoscenico della vita. Si amavano riservandosi l'infinito e litigavano scagliandosi bombe atomiche. Non esistevano vie di mezzo. Tra loro o era bianco, o era nero.

Avevano lottato, consacrato le proprie libertà a quel caos perché lui, dentro quel caos, riesumava gli equilibri smarriti e imparava a rassettare.

Quel caos era eucarestia dell'ordine. E lui smaniava per affondarci, sguazzarci e crogiolarvisi.

Zephyrus Against Raising Autumn [STMJ4 - Larry Stylinson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora