13, Una combriccola di modaioli

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Mercoledì 26 gennaio 2028, ore 13:47, Londra, McDonald's.

Da un po' di settimane a quella parte, i mercoledì erano stati ufficialmente incoronati Giornata del McDonald's da Harry e Jaime.

Vi si recavano di nascosto, tenendolo taciuto a Louis. Era stato sufficiente chiedere a Jaime di promettere che il segreto rimanesse sigillato, e questo non aveva mai osato trasgredire all'accordo.

Il mercoledì per Louis era giorno di riunioni e, talvolta, anche di incontri extra, all'ora di cena. Harry andava ad acchiappare Jaime fuori da scuola, gli pagava un Happy Meal e sceglieva per sé un panino sostanzioso; poi tornavano a Queen's Gate a completare i compiti, litigavano sul consumare la merenda prima o dopo la passeggiata con Clifford, ma era quasi sempre il diavoletto biondissimo con due zirconi di lavanda al posto degli occhi a farla franca. L'ora giusta per la merenda era quando il piccolo demonio aveva appetito. Semplice, immediato, intuitivo.

Spesso Lottie si univa a loro; le piaceva tenere Clifford al guinzaglio e indossare abiti leggeri decisamente inadatti alla stagione, parlare a Jaime come fosse suo figlio. Aveva un istinto materno innato e un'attitudine da adulta che si sfracellava appena si metteva a discutere sul modo di relazionarsi ai suoi coetanei, di questo o quel torto immaginario subito dall'ex fidanzato, e allora dimostrava di essere la quasi diciannovenne registrata all'ufficio anagrafe di Londra.

Quel mercoledì di gennaio Lottie sedeva al tavolo con loro. Immergeva i denti bianchi nel doppio strato di un panino vegano e piluccava morsi da curiosi bastoncini panati ripieni di verdure sminuzzate. Harry, intanto che addentava e si gustava un succulento Big Mac, tentava di sostenere con lei una conversazione sul crudele e assolutamente non necessario, sproporzionato consumo di carne del cittadino britannico medio e dell'atteggiamento menefreghista, affaristico, speculativo adottato dalle entità governative. Lodevole, davvero, ma forse la catena di fast-food più famosa al mondo non era il luogo più adatto in cui sollevare quel genere di polemica.

«Sì, be'» biascicò lui, leccandosi un baffetto di salsa e uno spigolo di cheddar calcificatosi al lato della bocca. «Ti ammiro per quello che fai, veramente, ma temo di non avere la tua determinazione».

«È una scusa» sindacò la ragazza, spostando una treccia rosa dietro la spalla. Quando l'aveva vista per la prima volta aveva pensato fosse una ragazzina dolce, timida, una sorta di cerbiatta indifesa sperduta nei boschi. Ma lei non era una cerbiatta, era una lupa, stoica e intrepida, paladina dei più deboli.

A Harry tornò in mente una frase riportata da Louis nella lettera che gli aveva lasciato trovare al St. Mary Jane: "È una piccola stronza, e questa è la conferma che sia davvero mia sorella". All'epoca non aveva idea di quanto avesse ragione. Ma non aveva idea neppure che sette anni più tardi avrebbe offerto il pranzo in una tavola calda alla sorella e al figlio di Louis.

Quel figlio di Louis che da copione, come in ogni pranzo del mercoledì, si isolava per spiare i compagni di classe ubicati un po' più in là, agli sgabelli su di cui a Jaime era vietato sedersi.

«Kay?» lo chiamò all'appello. Il bambino sgranò gli occhi per lo spavento, come se la voce di Harry, con il suo tono aguzzo da spillo, avesse scoppiato la bolla di sapone che lo inglobava.

«Oh, non vi stavo ascoltando» ammise, sparpagliando le carotine nello scrigno di carta dove prima era riposto il panino.

«L'ho notato» rispose Harry. Si schiarì la voce. Era in difficoltà perché non voleva venire meno alla parola di non mettere Louis a conoscenza della situazione di Jaime in classe, ma aveva urgenza di informarsi. «C'è qualcosa che vorresti dirmi?»

«Niente di particolare» disse il piccolo in tono distratto. «Oggi la maestra di arte ci ha fatto dipingere con le tempere nelle bottiglie».

Sospirò. Non era proprio a quello che mirava, ma andava bene lo stesso: perlomeno era di nuovo presente, non soltanto con il corpo, ma anche con la mente. «E ti è piaciuto?» domandò.

Zephyrus Against Raising Autumn [STMJ4 - Larry Stylinson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora