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"Io ti vedo"

Questa volta il silenzio non mi da fastidio. Anzi, meglio il silenzio che sentire Neteyam parlare.
Anche Jake non dice niente e va bene così.
È venuto a prenderci lui a fine addestramento e l'unica cosa che ci siamo detti è quanto sia stata bella la lezione.
Neteyam non ha detto nulla neanche in quel momento.
A casa ci sono Kiri, Neytiri, Lo'ak e Tuk ad aspettarci e appena arriviamo è proprio Kiri la prima a buttarsi tra le mie braccia.
"Com'è andata?" Mi chiede euforica e do la stessa risposta che ho dato a Jake.
Le racconto quello che abbiamo fatto e di come ho eccelso nel generale. Mentre nello specifico e di Neteyam non penso che dirò qualcosa tanto presto.
"Sei fantastica!"
Rido all'esclamazione di Kiri.
E nell'abbraccio noto Neteyam guardarmi con la coda dell'occhio.
Mi chiedo cosa pensa.
Mi chiedo perché non accettarmi nella famiglia.
Anzi, non chiedo di farlo subito ma almeno di provarci.
Scuoto la testa fuggendo dai pensieri. Non posso torturami per uno sconosciuto a caso.
Kiri si offre di farmi le treccine ai capelli e senza pensarci due volte accetto l'offerta.
Finalmente saprò come ci si sente ad essere una normale giovane Na'Vi.
Ci mettiamo su un ramo: io davanti e Kiri dietro di me. Nel mentre che mi si facciano i capelli comincio ad osservare il paesaggio difronte ai miei occhi.
"Sai... Neteyam ha detto che sei stata molto brava!"
Ha davvero detto una cosa del genere?
E perché odiarmi con tutto se stesso per poi elogiarmi alle mie spalle?
"Quando te l'ha detto?" dico confusa e credo che Kiri abbia capito che ci credo poco alle sue parole.
"Prima di venire qua quando mi ha preso in disparte. Diceva sul serio"
Non so cosa pensare per la seconda volta. Questo ragazzo mi confonde.
Eppure Kiri non avrebbe motivo di tirare fuori l'argomento se non fosse vero.
Decido di non dire altro perché in effetti non so cos'altro dire.
"Parlano tutti bene di te in famiglia. Ne sono così felice! Lo'ak stravede per te e per il tuo senso di avventura, Tuk vorrebbe prenderti come esempio, madre ama che tu sia indipendente e sappia difenderti da sola e Jake quasi ti vede come una figlia da prendere sotto la sua ala. E credimi quando ti dico che è un complimento!"
Kiri riesce a farmi distrarre e ne sono grata per questo. Non vorrei passare il resto del tempo a pensare solo a Neteyam.
Infatti dopo aver finito di farmi le treccine, io e Kiri passiamo il resto della giornata a rincorrerci nella foresta e a raccontarci storie di qualsiasi genere, e appena si fa tardi torniamo a casa dal resto della famiglia.

Dicono che la notte porti consiglio ma sto imparando a credere il contrario.
Non ho chiuso occhio per via dei pensieri che affliggono il mio cervello.
Il fatto che Neteyam mi abbia elogiato a Kiri mi fa pensare che sotto sotto un minimo di simpatia per me ce l'abbia, eppure non capisco il motivo della sua durezza durante l'addestramento; e di quella frase.
Come si permette a dire che non so niente sulla famiglia? Cosa ne sa lui del mio passato?
Scuoto la testa. Devo pensare ad altro ma non ci riesco. È un pensiero fisso.
Mi alzo dall'amaca e decido di fare un giro per la foresta.
Questo mi fa venire in mente che dovrei rivendicare le mie armi.
Trovo un posto perfetto su cui sedermi. Sento l'erba piegarsi sotto le mie gambe e annuso l'aria profumata di fiori e freschezza che si alza nella notte.
Faccio un sospiro profondo prima di realizzare che non sono sola.
So perfettamente che mi ha seguito fin qui. Ho sentito i suoi passi forzatamente felpati, ma a quanto pare non abbastanza per sfuggire al mio udito allenato.
"Cosa ci fai qui?" Dico senza girarmi e continuando a guardare il cielo.
Il mio obiettivo era quello di venire qui ed evitare i miei pensieri, senza prendere in
considerazione che c'era la possibilità che i pensieri potessero seguirmi.
"Volevo chiederti scusa..." Sento a malapena la sua voce ma percepisco le parole.
Sento che si avvicina e si siede affianco a me.
Non dico niente e lui continua a parlare.
"Non dovevo accusarti in quel modo di non sapere niente della famiglia. Non so niente di te quindi non dovrei parlare, e volevo chiederti scusa per questo."
È sincero. È pentito. Ma voglio sapere la natura della sua rabbia.
"Posso chiederti una cosa?"
Lui annuisce lasciandomi campo libero per parlare.
"Ehm- la ragazza all'addestramento - mi schiarisco la gola, è imbarazzante parlare di queste cose ma devo sapere se posso fidarmi di lui - ti piace? Volevi fare colpo su di lei?"
Dalla sua espressione scopro che non si aspettava questa domanda, ed è l'ennesima prova che mi da ragione. Quindi se adesso nega l'evidenza vuol dire che non posso fidarmi.
È stupido come test, lo so, ma devo aggrapparmi da qualche parte per poter vivere in un luogo in cui devo ancora formarmici le ossa.
Neteyam annuisce e questo mi basta.
"Come si chiama?" Rendo il mio tono più dolce per dimostrare che l'ascia è ormai seppellita tra noi, e lui sembra notarlo. Ora è più sollevato.
"Yeri" Dice con un sorriso in volto. Uno di quelli genuini e spontanei. Direi che sia inevitabile per lui sorridere al solo pensiero di questa Yeri.
"Vi conoscete per davvero o provi a rimorchiarla alla lontana?"
"Oh... beh- direi che qualche sguardo e sorriso ce lo siamo scambiati un paio di volte. E l'ho fatta vincere in una lezione!" Da come lo racconta sembra soddisfatto delle sue azioni e pare convinto le abbia rubato il cuore facendo praticamente niente. Perché questo è quello che ha fatto: niente.
"Neteyam, devi parlarle! Falla ridere! Non puoi limitarti a guardarla di nascosto e pretendere che tu l'abbia colpita!"
"Pensi che non lo sappia? È così difficile..."
Ammette lui mettendo la testa tra le mani ormai afflitto dalla situazione.
Cerco di consolarlo accarezzandogli una spalla e dato che non sono capace a dire cose sensate in queste situazioni, l'unica cosa che mi viene in mente di fare è l'ultima che avrei effettivamente fatto.
"Posso darti una mano!"

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