Capitolo 5

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Annalisa, non potendo dimenticare di essere lì per svolgere il suo ruolo di medico, si svegliò all'alba e, muovendosi con delicatezza, cercò di sottrarsi, senza bruschi movimenti, all'abbraccio in cui era celata, per prendere sevizio. Nell'istante in cui valicò la soglia della porta, si imbatté nella figura stanca e agonizzante di un marito preoccupato che, con atteggiamento disattento e noncurante la salutò per poi precipitarsi dalla principale fonte di interesse. Si poggiò delicatamente al fianco della moglie e con dolcezza le circondò le spalle con un braccio. Necessitava di quel contatto e, noncurante dell'ipotesi di poterla svegliare, le fece, prepotentemente, percepire la sua presenza. Elena forse nel sonno o forse coscientemente, poggiò la testa sul quel petto prorompente che non aspettava altro che poter accogliere quel viso angelico che poco si addiceva a quella vile condizione di agonia. La giovane sapeva che quello era l'immortale porto sicuro che tanto aveva aspettato per potersi permettere il lusso di abbandonarsi ai sensi. Fu dopo circa un'ora che Annalisa irruppe in quel tenero nucleo familiare perchè, costretta dalle circostanze, aveva il compito di dover svegliare Elena che da lì a poco sarebbe dovuta entrare in sala operatoria. Prima che la portassero via, Jasper celò tutta la sua preoccupazione in un bacio di agonia.

"Amore mio ti prometto che al tuo risveglio mi troverai qui, accanto a te! Ricorda: la mia vita è la tua."

Jasper, ansioso, si tormentava le mani nella snervante attesa di un'operazione relativamente troppo lunga: il tempo altro non è che il disegno delle nostre emozioni, la proiezione delle nostre paure, la suggestione della nostra mente. Ed in quel momento l'attesa di appena 20 minuti sembravano per Jasper l'incombere di un trascorso troppo duraturo. Finalmente la porta dalla quale era entrata la moglie si aprì, appena mezz'ora dopo l'inizio dell'operazione, e a fare capolino fu Annalisa che, con un docile sorriso, andò ad abbracciare il ragazzo trasmettendogli tutta la rassicurante conferma di un'operazione ben riuscita. Era quello il lasciapassare per l'abbandono della tensione che fino a quel momento si era impossessata del corpo del giovane. Dopo poco uscì anche la moglie che, ancora sotto l'effetto dell'anestesia, venne portata nella sua stanza. Jasper, impaziente, si accosto a quel corpo apparentemente privo di vita, desideroso di essere la prima persona ad essere vista nel momento in cui quei dolci occhi color zaffiro si fossero aperti. Sperava che così facendo, la visione di un volto conosciuto non avrebbe spaventato né destabilizzato Elena, già abbastanza spossata per la miriade di eventi con cui aveva dovuto fare i conti. Non ci volle molto per il tanto acclamato risveglio. Il sorriso che apparve sul volto pallido della ragazza era la flebile soddisfazione di vedere il marito accanto a lei come promesso. Quello che seguì fu un bacio di benvenuto, un bacio troppo condiviso e desiderato per tener conto della presenza della dottoressa.

"Hai visto? Mantengo sempre le promesse!" E si misero a ridere, dimenticando, in quella frazione di secondi, il dolore che li univa. Il loro momento di tranquillità durò, però, poco, fin quando Annalisa, a malincuore, fu costretta a fare uscire il ragazzo perchè Elena, ancora troppo debole, aveva l'assoluta necessità di riposare. La notizia buona era che le condizioni ottimali della paziente permettevano una dimissione rapida, infatti se non fosse peggiorata avrebbe potuto fare ritorno a casa già il giorno seguente.

"Ti anticipo che al risveglio troverai una sorpresa!" Furono queste le ultime parole che Jasper disse alla moglie prima di salutarla con un caloroso bacio e un sorriso beffardo sul volto. Aveva voglia di sorprenderla, aveva voglia di farla stare bene. Era consapevole della difficoltà del compito che si era appena preposto, ma non aveva intenzione di arrendersi perchè nulla gli avrebbe mai dato tanto quanto un suo sorriso.

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