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Quando era piccola credeva che i Foderi Rossi fossero solo una leggenda, ma quella notte dovette ricredersi.

Schierati al suo fianco, erano pronti a porre fine al grande Kaido, mentre sotto i loro piedi, sotto la testa del grande teschio, la guerra continuava ad andare avanti. Per brevi istanti Yuma vide quello che succedeva con gli occhi di Drago d'Inverno, mentre continuava a seguire Zoro fino alla breve riunione dei Mugiwara che si sarebbero divisi nuovamente per combattere nemici differenti.

<<Che assurdità>> sussurrò strofinandosi gli occhi <<vogliamo iniziare?>> domandò allo zio.

<<Credo che non spetta a te deciderlo>> si intromise Kin'emon ancora sicuro del fatto che lei non dovesse assolutamente essere lì.

<<Mi hai sottovalutato abbastanza Kin'emon. Con o senza Drago d'Inverno sono in grado di uccidere>>

<<In grado di>> ripetè sconvolto l'uomo.

Il silenzio venne spezzato dalla risata di Kaido <<Uo Uo no mi: modello Drago bianco ecco come si chiama il frutto artificiale creato. Doveva assomigliare quanto più possibile al mio aspetto, ma purtroppo solo questa ragazzina sopravvisse, nonostante gli esperimenti condotti su di lei risultarono un fiasco>>

Yuma abbassò lo sguardo, ricordare di quei giorni le faceva male, più del tatuaggio.

<<Quella notte la ricordi bene Yuma, non è così?>> incalzò Kaido.

<<Quale notte Yuma?>> le chiese lo zio, appoggiando una mano sulla spalla.

La notte in cui capì di esser diventata io il mostro, avrebbe voluto dirgli. La notte in cui la furia del drago trovò terreno fertile nel suo cuore puro, fu la notte del massacro. Una notte che cercò di dimenticare in qualsiasi modo, una notte che la sua mente aveva cancellato quasi completamente. Quasi, perchè ogni volta che sentiva odore di sangue, la sua memoria la riportava a quella notte.

La somministrazione del frutto del diavolo artificiale non fu facile, ma ciò che l'aspettava da quel momento in poi era l'inferno a confronto. Ogni giorno una linea spuntava sulla sua pelle, collegandosi ad altre fino a dare la forma tatuata del drago.

Era rimasta la sola cavia di quell'esperimento, la sola che sarebbe potuta diventare un drago, la sola ad essere sopravvissuta fino a quel momento. Venne rinchiusa in una cella di isolamento, lasciandole soltanto un'ora d'aria al giorno in cui poteva osservare altri bambini, altre cavie, a distanza. A separare lei da loro c'erano delle finestre a vetri, che però non bastava a tranquillizzare i bambini spaventati da lei.

<<La notte in cui uccise quei poveri bambini e i miei scienziati>> la voce di Kaido la fece tornare alla realtà, mentre il tatuaggio bruciava, bruciava dalla rabbia <<E' meraviglioso pensare che un essere possa modificare in questo modo la genetica di una persona. Yuma non aveva sviluppato una trasformazione completa, ma una parziale trasformazione. Ricordi Yuma?>>

<<Non ti permetto di metterla in difficoltà, chiaro?>> urlò Kin'emon, ma Yuma stessa lo fermò.

<<Ha ragione>>

<<COSA?>> urlarono increduli tutti quanti.

<<Ha ragione>> rispose freddamente, nonostante il dolore volesse esprimere altro <<Ho ucciso quei bambini senza saperlo, non ero lucida e...>>

Non riusciva a parlare, la bocca era troppo secca per scendere nei dettagli. Ricordava ben poco di quella notte. Sangue, urla, rumori catastrofici e infine gli artigli della mano sinistra ricoperte di sangue. Un sangue non suo.

Lei e Drago d'Inverno erano due corpi, funzionavano come due esseri. Due cuori, due cervelli, ma non il sangue. Il sangue di uno scorreva in quelle dell'altro e viceversa. E più erano uniti, ragionando come un corpo unico, più la loro psiche alterava la stabilità del contenitore. Drago d'Inverno aveva reagito secondo due principi durante la notte del massacro: per il suo istinto animalesco e per i sentimenti che provava Yuma, quali raddoppiarono per via dell'unione.

<<Mi dispiace>> Kin'emon la guardò seriamente <<Questa battaglia è anche tua>>

<<Combattiamo come samurai>> urlò Kiku alzando in aria la katana, come fecero il resto del gruppo.

<<Lasciatemi morire come un samurai>> sussurrò sorridendo Yuma <<perchè la prima sarò io>>

Fece un respiro profondo, l'attimo dopo era sulla testa del drago Kaido. Guardò la mano sinistra, e con un po' di difficoltà le sue unghie diventarono così affilate da poter tagliare il vento.

Penetrò la pelle della schiena del drago, tracciando una profonda linea. Kaido si agitò violentemente, mentre cercava di far fronte non solo agli attacchi degli spadaccini, ma al dolore che Yuma gli stava provocando.

Quando il corpo del drago cadde a terra, Yuma si ripulì il sangue sul mantello ed osservò da vicino il volto del loro nemico. Lentamente riprese l'aspettò umano e le sue ferite diventarono ancora più evidenti.

<<Non mi sarebbe dispiaciuto se foste riusciti ad uccidermi>> sorrise <<Ma voi non siete Oden, non riuscirete mai a sconfiggermi>>

Impugna nuovamente la sua mazza, scaraventandola contro quei samurai abbastanza feriti. Yuma rimase pietrificata quando vide suo zio prendere il volo e sbattere contro un masso. Adesso erano rimasti solo lei e Kin'emon ad affrontare Kaido.

<< Non sarò Oden, ma sono abbastanza simile a te da sapere quando è ora di andare a dormire, Kaido>> Yuma giocò un po' con la mano sinistra, prima di sparire dalla vesta del nemico.

Quando Kin'emon lo colpì con la sua katana nel punto della ferita più profonda, Yuma graffiò la sua faccia.

Kaido si mosse, colpendo Kin'emon con la mazza e lo spedì con gli altri.

Quando il suo sguardo ricadde su quello di Yuma, notò con piacere con quanta difficoltà si stesse muovendo <<Senza Drago d'Inverno non sei nessuno>>

La mano di Yuma tornò normale e strinse il braccio con il tatuaggio per il troppo dolore. Alzò lo sguardo, Kaido era pronto a mettere fine alla sua vita.

Drago d'inverno ఌ Roronoa ZoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora