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Vide gli occhi dei bambini terrorizzati, nonostante continuassero a ridere a crepa pelle. Sentì le urla delle madri che gli allontanavano, mentre ridevano nei suoi confronti. Yuma era bloccata, con ancora Toko fra le braccia.

Ascoltò il disprezzo, la paura che si respirava nell'aria e tutto per colpa sua...per colpa della sua reputazione e dell'orrore che era in grado di manifestare. Con quegli occhi rossi, di cui tutti avevano timore, come avrebbe fatto a migliorare la sua reputazione?

Zoro sembrava impaziente e le strappò la bambina dalle braccia, affidandola a Sanji, che buttò a terra l'ultima sigaretta.

<<Dobbiamo andare via da qui>> sussurrò Yuma, che si nascose dietro Zoro, con la speranza che nessun altro bambino potesse spaventarsi. Abbassò lo sguardo e fece di tutto per nascondere il tatuaggio.

<<Mhh? Perchè ti nascondi adesso? Non eri coraggiosa Drago donna?>> il verde si voltò verso di lei, alzando un sopracciglio e in tutta risposta Yuma prese la sua mascella nella mano destra e con gesto veloce lo fece tornare ad osservare la gente che scappava.

<<Hanno paura di me, lo vedi?>> gli sussurrò per paura che qualcuno la potesse ascoltare.

<<E quindi?>> le chiese senza un minimo di rispetto <<Chi se ne frega di quello che pensa la gente>>

Gli lasciò la mascella, rimanendo senza parole. Facile a dirsi, anche lei avrebbe usato questa scusa per non pensare più alla sua reputazione, eppure ogni volta cadeva nell'abisso dello sconforto. Quei piccoli occhietti dei bambini spaventati le ricordavano i suoi fratelli dell'orfanotrofio.

<<Certo>> rispose sarcasticamente la ragazza <<Ora sarebbe meglio scappare da qui>>

Zoro la prese per le spalle, quel gesto improvviso la fece irrigidire e non capì cosa stesse combinando fino a quando la spinse tra le braccia di Sanji.

<<Abbi cura di lei>> gli disse, guardando il compagno in cagnesco.

<<Cosa?>> urlò Yuma, contrariata <<Che hai intenzione di fare idiota!>> ma Sanji non sembrava intenzionato a lasciarla.

<<Ma guarda te quante arie che si da...questo è il peggiore dei modi che si possa usare per attirare l'attenzione di una ragazza>> commentò Sanji, ma le sue parole risultarono troppo incapibili per Yuma, che non aveva la minima idea di cosa stesse dicendo.

Zoro estrasse una delle sue due katane, pronto a sferrare un attacco contro Orochi in persona.

<<Sta fermo Zoro!>> urlò nuovamente la ragazza, che si dimenticò completamente della sua paura di attirare l'attenzione <<Non mandare all'aria il piano o il sacrificio di Yasu sarà stato inutile>>

Ma non ci fu nulla da fare, Zoro non l'ascoltò e sferrò il suo attacco senza scrupoli. Tuttavia a difesa di Orochi c'era l'Oyabun Kyoshiro, che si mise tra i due per fermare il colpo di katana di Zoro.

Yuma si liberò dalla stretta di Sanji e raggiunse silenziosamente Zoro <<Cosa diavolo pensavi di fare! Questo è un suicidio Zoro, non riuscirai mai ad uccidere Orochi se davanti a lui c'è qualcuno che gli salva la vita>>

<<Piantala di parlare e togliti dai piedi drago donna! Non volevi scappare? Bene, tornatene nel tuo tempio, con il tuo drago e la tua odiosa faccia da cane bastonato>> le urlò, mentre continuava in tutti i modi di attaccare il samurai davanti a lui per arrivare ad Orochi.

Questa volta non era stato tanto calmo con le parole, anzi probabilmente le fece capire quanto poco la sopportasse, forse anche più del suo compagno Sanji.

Rimase immobile alle spalle di Zoro, rimase ad osservare le sue azioni, la maestria negli attacchi, le spalle che si muovevano in modo sicuro. Tutto di lui era perfettamente coordinato, non c'era neanche un capello fuori posto. Dimostrava sicurezza e sembrava che questo lo rendesse ancor più orgoglioso di se stesso.

Nella sua mente, Yuma lo insultò come meglio poteva, paragonandolo ad un narcisista senza ritegno, che pensava come un animale da caccia a cui non poteva mancare il tono da egocentrico ed egoista.

Ma perdendosi in quelle maledizioni, diventò una pedina facile, un bersaglio o semplicemente una preda da catturare. Un colpo di pistola partì da Orochi in persona, che sembrava intenzionato a portare a casa il corpo di quella ragazza, possibilmente privo di vita.

Ma la katana di Zoro divise a metà il proiettile, risvegliandola solo allora dai pensieri che la stavano divorando.

<<La prossima volta sta più attenta o ti lascerò morire>> la minacciò, riprendendo la battaglia con il samurai.

Il tatuaggio non finiva di bruciare, sembrava che Drago d'inverno fosse particolarmente lontano e questo la rendeva fragile. Fragile, specialmente agli occhi dell'uomo che le dava la caccia da tanti anni, Orochi.

Aveva solo quindici anni, quando i samurai delegati dallo shogun, si intrufolarono nel tempio del Drago d'inverno. Il motivo di quella incursione non fu mai dichiarato, ma persino i più schiocchi conoscevano l'abitudine sporca di rapire le donne più belle dei villaggi e portarle nella capitale, per favorire spettacoli talvolta erotici.

Yuma o come comunemente la chiamavano "Drago d'inverno" era ritenuta una ragazza spietata, quanto affascinante. I suoi occhi rossi bramavano sangue di innocenti, ma c'era motivo di pensare che usasse la sua bellezza per richiamare nel suo tempio gli uomini più deboli di mente e divorarli durante la notte.

Un paradosso bello e buono, che attirò l'attenzione dello shogun desideroso di possederla come un trofeo. Ciò che si aspettava, probabilmente, era mostrarla a centinaia di nobili, usarla come concubina e renderla la sua guardia del corpo in caso di attacchi. Una forza interiore come la sua ed una bellezza che non passava inosservata erano la miscela perfetta per il sogno di Orochi.

Ma arrivata forzatamente alla sua corte, Yuma commise un errore che non l'avrebbe mai più liberata dalla vita misera e cupa che conduceva. Si liberò del drago, che uscì dal tatuaggio e davanti agli occhi lussuriosi di Orochi, si fece graffiare e mordere la gamba destra, cosicchè nessuno potesse più osservare le sue gambe.

Quel gesto infuriò così tanto Orochi, che quella sera stessa venne massacrata dai suoi samurai e sbattuta fuori dalla capitale. Avrebbe poi viaggiato sotto la neve, con le ferite aperte e il drago che la seguiva a stenti, perchè anche lui era ferito dal momento che condividevano lo stesso dolore.

<<Non ti servirò mai e poi mai>> dichiarò francamente osservando la furia di Orochi, che non era cambiata neppure a distanza di anni.

<<Vigliacca! Hai sacrificato la tua bellezza, il tuo dovere nel servirmi e adesso osi parlare in quel modo>> urlò <<Una donna del genere andrebbe uccisa, perciò il tuo corpo morto mi seguirà fino al palazzo dove ereggerò la mia più grande conquista. Il corpo del Drago d'inverno nelle mie mani>>

Continuava a bruciare, il tatuaggio le dava il tormento, ma sapeva perfettamente che c'era un ottima causa e che lei stessa aveva detto al drago di cercare Luffy. Tuttavia mentre i riflettori si abbassavano su loro due, il resto del palcoscenico pullulava di Mugiwara che combattevano per una giusta causa, portando con se il corpo del defunto Yasu e la piccola Toko.

Chi era lei per fare la principessina in quel momento? Nessuno l'avrebbe difesa, nessuno si sarebbe mai preso cura delle sue ferite, perchè in fondo aveva sempre provveduto da sola. Contare sul coraggio di Zoro non le passò minimamente per la testa, anzi le ultime dichiarazioni del verde furono una doccia fredda, che la fecero tornare alla realtà. Doveva pensarci da sola.

Il tatuaggio si illumino ed alcuni spettatori erano certi di aver visto i suoi occhi cambiare leggermente. Se prima erano spaventosi, ora erano estremamente spietati, come se avessero sete di sangue. Le unghie della mano tatuata crebbero come artigli, abbassandosi sulla gamba sinistra ed incisero un segno, facendo fuoriuscire un po' di sangue.

<<Non ho paura di ripetere quel sacrificio. Se dovessi ripetere le stesse azioni, per evitare di finire tra le tue luride braccia, lo farei altre centinaia di volte>>

<<Che diavolo stai facendo....>> sgranò ,infine, gli occhi Zoro.

Drago d'inverno ఌ Roronoa ZoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora