23. Pagine di resa

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📍Brignoles, Francia

Al confine tra un bacio e un incendio.

Clarisse si rigira nel letto, stringendo gli occhi in una morsa serrata, sperando nella pace di un sonno ristoratore

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Clarisse si rigira nel letto, stringendo gli occhi in una morsa serrata, sperando nella pace di un sonno ristoratore.
Non è tardissimo, ma la stanchezza le schiaccia le spalle come un pesante macigno, impedendole di fare qualsiasi cosa che non sia aggrovigliarsi nelle lenzuola alla ricerca di Morfeo.
Ma seppur esausta non riesce a dormire.

Gli ultimi due giorni sono stati a dir poco faticosi dal punto di vista emotivo, fatti di silenzi e aria pesante, che seppur l'apparente indifferenza, ora le attanagliano il cuore impedendo al suo cervello di spegnersi concedendole una pausa.

Cambia per l'ennesima volta posizione spingendo la testa sotto i cuscini, mentre la pioggia batte imperterrita sulla sua finestra, confondendosi con un lieve suono di nocche che battono alla sua porta.

In casa ci sono solo lei e Charles, bloccati dal maltempo, e questo seppur ovvio le fa perdere un battito, costringendola dopo qualche istante ad allungare la mano verso la sveglia per controllare l'orario.
Le 02 e 36.
Cosa ci fa ancora sveglio?

Si alza con lentezza dal letto, infilandosi le ciabatte di gomma poste ai piedi del letto e sistemandosi alla bene e meglio il pigiama sgualcito con cui dorme.

"È tardi" biascica, avvicinandosi all'uscio. Ma dall'altro capo non riceve risposta.

Il monegasco è sempre stato un degno avversario nel gioco del silenzio, seppur ad inventarlo sia stata lei.
Ma quesra volta Clarisse non ha voglia di giocare.

Sospira, stringendo forte la maniglia in ottone e poggiando la fronte per secondi interminabili alla parete ruvida, decidendosi poi ad aprire la porta, trovandosi davanti Charles, grondante di pioggia e con un'espressione da cane bastonato dipinta sul volto.

"Ho provato a tirare fuori dal fango la mia Ferrari" sussurra, appoggiandosi allo stipite con aria stanca. "Peccato che poi abbia ricominciato a piovere tanto quanto prima"

Accenna un mezzo sorriso che però non arriva agli occhi, privi della loro solita luce, mentre la barba incolta fa da cornice ad un quadro estremamente triste, che seppur involontariamente le fa stringere il cuore.

"Posso avere degli asciugamani?" Domanda poi, indicando la pozza d'acqua che si allarga ai suoi piedi. "Ti sto rovinando il parquet"

Clarisse annuisce, recuperando dall'appendiabiti dietro alla porta un vecchio accappatoio in spugna nero con le iniziali di suo padre ricamate sull'orlo. "Dovresti farti una doccia calda..." sussurra con tono roco, sentendo il nodo alla gola farsi più stretto. "O ti prenderai una polmonite"

The red prince •Charles Leclerc•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora