24. Pagine nostre

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📍Brignoles, Francia

Presto o tardi.


Una notte tra le braccia di Charles non è sufficiente a far dimenticare a Clarisse le tensioni irrisolte tra loro. Così come il tirare fuori la sua Ferrari dal pantano non ha il potere di distrarla dai ricordi di poche ore prima.

Andare a letto insieme non è stato un errore. Entrambi l'anno voluto, ed è stato bellissimo, ma rende tutto molto più complicato.
Ora sono una coppia, sotto ogni aspetto, forse non convenzionale ma lo sono.
E lei se vuole concedere anima e corpo a questa relazione, vuole delle risposte, ma sopratutto non vuole più segreti.

Si rigira le chiavi tra le dita tre volte, prima di rinchiudersi la portiera della supersportiva alle spalle, guardandola un' ultima volta con sguardo soddisfatto, prima di ritornare sui suoi passi, ripercorrendo il lungo vialetto che la porta a casa.
Charles è sotto il portico, nonostante sia solo una macchiolina in lontananza, sente il suo sguardo sulla fronte.
Avrebbe voluto dormisse ancora un po' per poter riordinare le idee con almeno una tazza di caffè in corpo, ma probabilmente non è destino, e lei sa che va bene anche così.

"Hai davvero tirato fuori tu la mia macchina dal fango?" Le chiede quando è abbastanza vicina da poterlo sentire. "Non so se sentirmi grato oppure offeso per essermi perso questo spettacolo estremamente sexy"

Clarisse alza gli occhi al cielo, salendo a due a due i gradini traballanti, tirando poi il mazzo di chiavi verso il monegasco che le afferra con facilità, infilandosele in tasca.

"Io direi che dovresti sentirti umiliato per il fatto che una ragazza sia riuscita in quello che tu campione del mondo non sei riuscito a fare, non credi?"

Charles in risposta sorride, prima di afferrarle con delicatezza il polso e farla volteggiare fino al suo petto. "Touche" sussurra sulle sue labbra, pulendo poi con il pollice una piccola macchia di polvere che le imbratta la guancia. "Nella mia testa resta comunque l'immagine più sensuale del mondo. Ho sempre desiderato che la mia ragazza guidasse la mia macchina"

La mia ragazza. In altri momenti basterebbero quelle parole a farla sciogliere, ma oggi non può permettere che tutto passi come se nulla fosse successo.

"A proposito di questo" sussurra, togliendosi di malavoglia le sue mani dai fianchi, riappropriandosi del suo spazio vitale. "Abbiamo ancora una conversazione in sospeso"

Il suo sorriso a quelle parole si sbiadisce un po' ma ciò non permette ai suoi occhi di perdere la luminosità ritrovata, seppur lo sguardo si sia fatto serio.

"Pensavo che quanto successo sta notte bastasse ad appianare le cose" dice, a mò di battuta, scuotendo subito dopo il capo. "Scherzi a parte, immaginavo avessimo di cui parlare quando non ti ho trovato a letto stamattina"

Clarisse annuisce, prendendo posto su uno dei vecchi gradini, facendo cenno al ragazzo di fare lo stesso.
Charles però rimane lì dov'è ad un gradino di distanza, consapevole che basterebbe solo il lieve sofiorarsi a far scoppiare nuovamente il finimondo.

"Quando sono partito per Londra, dovevo veramente incontrare un cliente" inizia. "Hawke è un mio carissimo amico dai tempi della formula 1. Abbiamo viaggiato spesso per il mondo insieme e ci siamo sostenuti nel momento del bisogno" fa una pausa, lasciandosi afuggire un sospiro. "Cinque anni fa però lui si è messo nei guai" spiega mentre la ragazza appoggia meglio il mento sulle ginocchia, sinceramente interessata.
"Durante il fine settimana del gran premio di Monaco siamo andati in un club e lì abbiamo conosciuto Cassie.
Lei era indubbiamente bella e non si impegnò più di quel tanto per nascondere il suo interesse verso Hawke" Stringe le labbra in una linea sottile. "Beh da cosa nasce cosa e sono finiti a letto. Un rapporto consenziente, su questo non ho dubbi, eppure tre settimane dopo il suo telefono ha squillato e lui si è beccato una denuncia per violenza sessuale"

Clarisse apre la bocca, senza però riuscire a dire nulla. Cosa si dice in casi del genere?

"Ma non era vero, giusto?" Balbetta, dopo secondi interminabili, e Charles sorride amaramente.

"No, non lo era. Ma se sei figlia di uno degli uomini più potenti d'America, non importa che tu sia il miglior studente di Cambridge ne delle parole dei tuoi amici che tentano di difenderti" la voce gli trema, ma non gli importa. Questa bugia è troppo grande persino per lui.
"Hawke ha dovuto accettare un accordo, rinunciando alla sua vita e alla sua carriera, con l'obbligo di pagare un risarcimento lungo cinque anni"

La rossa è sempre più sconvolta, ma questo non evita al suo cervello di fare due conti. Cinque anni...si ritrova ad avere gli occhi sbarrati e le guance della stessa tonalità dei suoi capelli per l'imbarazzo. "Quindi a Londra tu..."

Lui annuisce capendo dove vuole arrivare. "Era l'udienza conclusiva" spiega. "Al momento di andare via però Cassie ha lasciato un foglietto sul bancone, diceva di volergli dare delle risposte. Ma lui non è riuscito ad andarci, così all'appuntamento sono andato io. Ecco spiegate le fotografie. Chi le ha scattate è stato abile a trovare l'angolazione giusta. Ma posso giurare di non averla mai sfiorata volontariamente quella sera"

Clarisse lo guarda impietosita, asciugandogli con delicatezza le lacrime che nemmeno si è reso conto di star versando.
"Ora lo so" sussurra dolcemente, facendogli appoggiare la testa sul suo petto, accarezzandogli la schiena scossa dai singhiozzi.

"Sei un bravo amico. Hawke è fortunato ad averti" tenta di rincuorarlo, con il solo risultato di farlo sentire ancora peggio.

È un bugiardo cronico e l'aver tirato in ballo Hawke non lo rende sicuramente il migliore amico che lui si merita.
E mentire alla persona che più ama in tutto il mondo mentre è tra le sue braccia? A dir poco meschino.

"Va un po' meglio?" Gli chiede dopo diversi minuti notando il suo respiro farsi più calmo, scompigliando i ciuffi ribelli che le ricadono come macchie di petrolio sulla maglietta immacolata.

Charles la guarda negli occhi con le guance arrossate dal pianto e l'espressione da cane bastonato. Annuisce. "Sai invece chi è fortunato ad avere te?" Le chiede portandosi la sua mano al petto. "Io"

Lei gli sorride scuotendo il capo, permettendogli di invertire le posizioni, lasciando che le sue braccia la trascinino sulle sue ginocchia cullandola dolcemente. "Sei uno brava persona Charles" dice. "Scusami per aver detto quelle cose l'altra sera, avrei dovuto darti la possibilità di spiegarti"

Il monegasco non risponde, consapevole che se lo facesse gli argini si romperebbero in maniera inesorabile. Si limita a baciarle la nuca. Con la promessa che presto le racconterà la verità, permettendogli di tornare a respirare.

Buonasera, non è il capitolo che volevo scrivere, e sinceramente in ne sono troppo convinta, ma credo che anche riscriverlo non porterebbe nulla. Tuttavia, credo che questo possa essere un capitolo interessante, anche se Charles non è ancora riuscito a dire le cose come stanno a Clarisse.
Detto ciò ci vediamo presto!

The red prince •Charles Leclerc•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora