📍Monaco
Amo quando ti confidi e ti fidi di pochi.
Clarisse spegne il motore della macchina è reclina il sedile, sollevando le ginocchia contro il volante. L'unica luce accesa di tutto il condominio è quella del salotto di Charles. È mezzanotte passata e nonostante domani lui debba alzarsi presto, è ancora sveglio. Aspetta che lei rientri dal lavoro, assicurandosi che stia bene. Come fa sempre.
Questa routine ha il potere di renderla felice, sistemando ogni tensione. Ma non oggi, non dopo una giornata a dir poco orribile. Il suo sguardo amorevole avrebbe il potere di farla piangere di nuovo, e ha perso il conto di quante volte lo ha già fatto oggi.
Guarda il suo riflesso nello specchietto retrovisore, sentendosi stupida. Il trucco colato, gli occhi rossi e i capillari infiammati non passerebbero inosservati nemmeno ad un cieco, così come i cerotti sulle braccia e l'imponente fascicolo giallo, appoggiato al lato del passeggero.
Sarebbe come cercare di nascondere un elefante in un negozio di cristalli. È tutto troppo grande, e nonostante l'idea di fare marcia indietro e tornare al suo vecchio appartamento faccia breccia nella sua mente non ci riesce. L'unica cosa che la spaventa di più della pietà di Charles questa notte, è rimanere sola.
Sospira. Il portone del palazzo si apre mostrando Mathis accompagnato dal monegasco. Riflette se abbassarsi, ma sa per esperienza quale chiara visuale il portico da sulla strada. Leclerc la vede, non serve nascondersi. Incrocia brevemente il suo sguardo e inizia a dirigersi verso la berlina.
Indossa i pantaloni di un vecchio pigiama mentre ai piedi porta un assurdo paio di ciabatte rosso fuoco.
Clarisse ha sempre pensato che le scarpe siano un tratto conflittuale della sua personalità. Lui sempre composto e con colori neutri a vestirlo sembra perdere ogni razionalità quando si tratta di calzature.E forse è troppo concentrata su questo per accorgersi del bel sorriso che gli illumina il volto e che lentamente scompare non appena spalanca la portiera.
Evidentemente le sue condizioni sono peggio di quanto pensasse.
"Ho visto la macchina parcheggiata dal soggiorno..." dice, spostando lo sguardo dal suo viso al cerotto sul braccio sinistro, fino alla cartella appoggiata sulle sue ginocchia, dove il logo del Centre Hopitallier Princess Grace spicca.
"Clari?" La chiama con dolcezza, abbassandosi alla sua altezza, accarezzandole una guancia dove le lacrime hanno ripreso a scorrere. "Che cosa è successo Mon Coeur?" Chiede ora con preoccupazione, lasciando che il corpo della ragazza gli si avvinghi addosso in un abbraccio disperato.
"Hei" mormora, tra i suoi capelli, baciandole la fronte cercando di calamare i suoi singhiozzi. "Andiamo a casa okay? Qualsiasi cosa sia successa la risolveremo"
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The red prince •Charles Leclerc•
Fanfiction"Aver sperimentato la stessa sofferenza non ci rende simili" • • • Charles e Clarisse sono nati a Monaco nello stesso anno, hanno frequentato le stesse scuole, e per buona parte della loro vita hanno percorso gli stessi passi, condividendo un rappor...