capitolo sedici,
prenditi cura di lei.22 ottobre
ALEX
Erano passati un paio di giorni da quando Celeste se ne era andata sbattendo la porta, ed erano passati due giorni da quando non avevo alcuna notizia di lei. Non mi cercava, e io non lo facevo nemmeno, perché quando qualcuno ti dice che ha bisogno di tempo devi darglielo, non penso abbia importanza se stia mentendo o no. Spero che Celeste abbia sentito almeno un minimo la mia mancanza, perché io ne ho sentita fin troppa di lei: mentre registravo, scrivevo e provavo per i concerti di novembre il mio pensiero era costantemente fisso su di lei e non aveva intenzione di smettere.
Neanche a farlo apposta in questi ultimi giorni parecchie persone mi avevano chiesto se Celeste stesse bene senza nessun preciso motivo, specialmente Luigi e Isabella, la sua nuova amica, che mi erano sembrati piuttosto insistenti. Mi ero limitato ad un semplice "perché non lo chiedi a lei? hahaha" aggiungendo la risata palesemente finta alla fine per non sembrare troppo irritato dalla domanda.
Quando la sera tornavo a casa l'unica cosa che riuscivo a fare era ordinare del cibo da mangiare in solitudine e tuffarmi sul letto dove passavo la maggior parte del tempo della notte insonne.
Non sapevo se fosse tornata a Torino o se avesse deciso di fare un viaggio all'estero per chissà quale motivo, dato che ne sarebbe stata perfettamente capace. Ma qualcosa mi diceva che non fosse così lontana da me: non so spiegare come, lo sentivo e basta.
Ora stavo camminando tra i diversi scaffali del supermercato con la musica a palla nelle airpods e il cappuccio della felpa a coprirmi totalmente la testa, mi stavo estraniando dal mondo come facevo sempre, ma continuavo a pensare a lei. Mi mancava, ma non l'avrei cercata se non voleva essere trovata.
Presi un paio di pacchi di cereali dalla mensola e senza guardare indietro mi girai di scatto andando a sbattere contro qualcuno: normalmente mi sarei scusato ma oggi mi sentivo molto più scontroso del solito (probabilmente gli astri ce l'avevano con me).
"Attento a dove vai" asserì scontrosamente raccogliendo i cereali da terra.
Non ricevetti nessuna risposta, o almeno non riuscì a sentirla per via della musica, così pensai che sarebbe finita lì: avrei tranquillamente superato questa persona e continuato la spesa.
Invece no, come ho già detto, gli astri ce l'avevano con me.
"Celeste?"
Il mio primo pensiero fu quello di stringerla a me e non lasciarla più andare, ma subito dopo mi sorsero diversi dubbi sul perché lei si trovasse proprio nel supermercato sotto casa mia.
Cominciai a sospettare ancora di più quando vidi nel carrello della spesa della nutella, la cosa che più odiava al mondo. Non penso proprio che da un momento all'altro abbia deciso di comprarne addirittura due barattoli.
"Ciao" disse nella maniera più spenta possibile. Non fece trasparire nemmeno un'emozione, ma conoscendola sapevo bene che dentro di lei stava accadendo l'esatto contrario. Questo perché era molto brava a nascondere i suoi sentimenti.
"Pensavo fossi tornata a Torino" mentì, giusto per cercare di cominciare una conversazione con la... mia ragazza? Non sapevo esattamente cosa fosse lei per me, o meglio, cose lei volesse che fosse.
"Si ehm" si grattò la nuca con le dita, segno che era molto a disagio: "Avevo in programma di tornarci tra un paio di giorni, non voglio certo perdermi altre lezioni"
Lei e la sua ossessione per lo studio mi mancavano molto, accennai un sorriso al solo pensiero.
"Quindi da quando in qua compri la nutella?"
"E da quando in qua tu vieni a fare la spesa di sabato? Di solito la fai durante la settimana per evitare la folla" disse sorridendo.
Stranamente se ne era ricordata, e ciò accese una piccola luce di speranza dentro di me, forse, illudendomi. Per un secondo sembrò di tornare a quei momenti normali tra di noi, dove l'atmosfera era leggera e senza nessuna paura.
"Non hai risposto alla mia domanda" continuai io, sempre con il sorriso stampato sul viso.
"Sono per... un amico"
Annuì, ma prima che potessi dire anche solo una parola l'attenzione di Celeste venne attirata da qualcosa dietro di me. E sapevo perfettamente cosa fosse quel qualcosa, o meglio, chi.
Non volevo proprio girarmi, non volevo rendere la verità una cosa palese. Ma d'altronde chi ero io per poter parlare di verità? Dopotutto l'avevo nascosta alla mia fidanzata.
"Oh eccoti Cece, hai trovato i biscotti che volevi?" Nicolò mi sorpassò probabilmente senza vedermi e arrivato davanti a Celeste le poggiò un braccio sulla spalla: lei non sembrò totalmente convinta e si ritrasse leggermente, ma non del tutto.
Questo ha fatto male.
Avrei dovuto prevederlo.
Abbassai lo sguardo, incapace di guardare la scena davanti a me. Ciò però non fermò la morsa nel mio stomaco.
Dopo alcuni secondi sembrò accorgersi della mia presenza, anche se avrei di gran lunga preferito che non mi notasse:
"Ah, ci sei anche tu" disse con un tono di voce decisamente superiore che mi fece ribollire il sangue nelle vene. Già il fatto che Celeste fosse a casa sua mi aveva dato fastidio, e il fatto che lui si stesse rivelando uno stronzo (nonostante la situazione) aggravava solo la mia rabbia.
Alzai lo sguardo da terra e mi tolsi le cuffiette dalle orecchie, volendo sembrare il menefreghista della situazione
"Come scusa?"
"Fai finta di non sentirmi? Proprio come hai fatto con Cece quando ti ha detto di non condividere il suo singolo?"
Quel soprannome cominciava a darmi più fastidio del solito, ma cacciai quella sensazione dallo stomaco.
"Nico, basta" intervenne Celeste.
"No, hai ragione, fallo continuare" dissi io.
Celeste mi guardò male, ma ormai la mia testa era su tutt'altro pianeta. Avevo bisogno di sentire delle opinioni sulla mia persona per riuscire il più possibile a farmi del male come lo avevo fatto io a Celeste. Me lo meritavo.
"Che razza di ragazzo fa una cosa del genere? Non me lo sarei mai aspettato da te, sembravi una persona fedele di cui potersi fidare. Ma evidentemente mi sbagliavo. Hai mandato quell'estratto del singolo per poter dire di essere fidanzato con una cantante invece che con una persona comune non è vero? Per la tua reputazione del cazzo "
"Non mi frega niente della mia reputazione, pensi che sarei qua a urlarti se mi importasse?"
"Resta il fatto che l'hai ferita, qualunque fosse il tuo scopo. Ti sei guadagnato la sua fiducia e dopo pochi mesi l'hai mandata a puttane" si avvicinò a me, fermandosi solo a una spanna dal mio viso: "Tu sai quanto ci stia male per questo? Penso proprio di no!" esclamò nervoso.
Guardai Celeste per un secondo, e nello stesso secondo capì che sarebbe stato meglio non interferire ancora. Stava gridando silenziosamente di smetterla, sapendo perfettamente che io l'avrei capito. Ma c'era qualcos'altro.
Anche se i suoi occhi non mostravano alcun segno di abbandonare delle lacrime sapevo perfettamente che avrebbe voluto farlo, da sola. Stava male, proprio come aveva detto Nicolò, tutto per colpa mia.
Non avrei mai voluto che tutto questo accadesse, l'unica cosa che desideravo era quella di farla soffrire, al contrario, volevo offrirle un opportunità per un futuro più solido e stabile. Forse però non avevo pensato a cosa volesse lei. Ero stato egoista, e aveva tutte le ragioni del mondo per odiarmi e cancellarmi totalmente dalla sua vita.
Nico invece aveva saputo consolarla in un momento di difficoltà e soprattutto sostenerla, aveva fatto meglio di me, forse Celeste si meritava uno come lui, si decisamente. Creo continuamente casini su casini e lei non si merita una persona del genere. Io non merito lei. Non merito di vederla felice con me, ma con un altro, perché devo soffrire per aver tradito la sua fiducia. Dopo tutto quello che ha passato si merita di essere serena e di avere una persona affidabile al suo fianco, che di certo non sono io. Mi aveva avvertito di avere problemi di fiducia, e io come un menefreghista ho fatto l'esatto opposto di ciò che avrei dovuto fare. Tutto questo perché dovevo dare ascolto al mio istinto e non alla persona che amo più di qualsiasi altra cosa.
La gelosia che nutrivo per il fatto che lei fosse stata da Nicolò per questi due giorni svanì del tutto e venne sostituita da completa rassegnazione. Dovevo pagare le conseguenze delle mie stupide azioni in qualche modo, il fatto di lasciarla nelle mani del suo amico era una di queste.
"Si, hai ragione" sospirai, cominciando a rimettere le cuffiette nelle orecchie: "Prenditi cura di lei come io non ho saputo fare, per favore"
Le mie parole presero alla sprovvista i due davanti a me, e prima di voltarmi completamente lanciai un'ultima occhiata alla mia Celeste, che mia non era più così tanto, ma ci avrei fatto l'abitudine passo dopo passo.
I suoi occhi urlavano, ma per la prima volta non riuscì a capire se perché voleva che rimanessi oppure che non mi facessi più vedere, scelsi di credere alla seconda opzione perché più credibile, anche se controvoglia. Poi mi allontanai definitivamente per andare a pagare alla cassa del supermercato (dove probabilmente non avrei più messo piede per questo ricordo). Uscì e subito dopo una goccia seguita da mille altre mi bagnò tutti i vestiti: menomale che il mio palazzetto si trovasse a meno di un centinaio di metri, altrimenti sarei tornato a casa lasciando sul pavimento una scia di fango e chissà cos'altro.
Il tempo di oggi rappresentava un po' ciò che stavo provando, forse stava piangendo proprio come avrei voluto fare io in questo momento, cosa che comunque non feci armandomi di tutto il mio autontrollo. Dovevo essere forte, ma sapevo bene che appena rientrato a casa sarei scoppiato in una valanga di lacrime bagnando tutti i miei spartiti.
Presente quella sensazione che si prova quando si ha finito di leggere un libro che ti è piaciuto all'impazzire? Quel vuoto che ti lascia è incolmabile, e riesci mandarlo via soltanto con il tempo o fin quando non leggi altri libri e ti risenti alla stessa maniera. Io mi sentivo così adesso, perché l'ultimo capitolo del mio libro preferito si era appena concluso senza alcun lieto fine.
Ma chi poteva dire che non ci sarebbe stato un seguito?...
Probabilmente mi odierete...
Sia perché vi ho lasciato in sospeso per un mesetto sia perché lo sto facendo di nuovo (sperando di pubblicare il prima possibile hihihi)
Come state? Vi è piaciuto il capitolo?
Finalmente è estate! Questo vuol dire che posso finalmente dormire fino a tardi e vivere senza ansia per ancora due mesi abbondanti. Spero proprio di riuscire a pubblicare il prima possibile, e devo ammettere che proprio i commenti dell'ultimo capitolo mi hanno dato l'ispirazione per scrivere questo capitolo, quindi grazie grazie mille <3
Ci sentiamo presto!
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Little Star || Alex Wyse
FanfictionSEQUEL DI VENERE La fine dell'estate è spesso vista come la fine di tutto. Significa tornare alla propria routine, che delle volte può risultare noiosa e monotona. Al contrario però, almeno per Celeste e Alex, la fine dell'estate segna l'inizio dell...