Polaroid

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Mi sento una polaroid
nel bel mezzo delle
fotocamere digitali dalla
tecnologia più avanzata.
E’ questo che mi sento
spesso ma non me ne pento.
Di un polaroid ne cogli l’attimo
in tutte le sue sfumature,
mentre in tutte le fotocamere
più comuni si ricerca sempre
la perfezione.
E se non si trova rimedia
un pc con un apposito
programma per ritoccare
le imperfezioni.
Ma se prendi una foto
con i tuoi amici su carta,
nessuno ti chiede di
modificarne i difetti
(ammesso che ci siano),
nessuno ti dice “inviamela”
perché nessuno con una
polaroid può riprodurre lo
stesso momento più volte:
ognuno ha un istante
diverso dall’altro.
Se prendiamo la stessa
foto con gli amici,
per esempio, nel primo
scatto qualcuno ride,
nel secondo invece qualcuno
fa le smorfie, nel terzo
qualcuno non ha ancora
capito che la foto sta
per essere scattata.
E così ognuno di noi
ha momenti diversi.
Io sarò sempre una polaroid.
E cosa te ne fai della polaroid?
Rispondo così a mia madre
che mi guarda con tenerezza.
Non è quella polaroid che
ha vissuto nelle epoche
precedenti alla mia, ma è
pur sempre una polaroid,
seppur adattata ai nostri giorni.
Spesso cambiano le forme
delle cose ma i contenuti
e la loro essenza
restano invariati.

_.nonsonosoloparole._

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