CAPITOLO 8

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Arriviamo a casa sua e la prima cosa che noto non appena entriamo nell'appartamento, è un quadro enorme che occupa quasi totalmente una delle pareti del salone, raffigurante il golfo di Napoli in bianco e nero.
Mi guardo intorno e i colori dominanti sono il marrone, il bianco e il nero e le diverse tonalità donano all'ambiente un'atmosfera rilassante.
Il salotto, proprio come aveva detto Giovanni, è bello spazioso e a pensarci bene organizzare feste qui dentro non sarebbe niente male. Mentre mi guardo intorno però mi si accende una lampadina in testa, non ho avvisato mio padre che sarei venuta qui.
<<Chiamo un attimo mio padre, ho dimenticato di dirgli che sono qui>>
Avviso il capitano che nel frattempo sta versando in due bicchieri di vetro dell'acqua frizzante.
<<No tranquilla, ho già provveduto io>>
Mi informa alzando il beccuccio della bottiglia per poi richiuderla con il tappo.
<<Non ha detto niente?>>
Domando aspettandomi il peggio.
<<Era abbastanza titubante all'inizio, ma alla fine mi ha semplicemente detto di tenere le mani giù da te>>
Risponde venendo verso di me, stringendo tra le mani i due bicchieri.
<<Tutto qui, pensavo peggio dai>>
Ridacchio prima di mandare giù un sorso d'acqua, cosa che fa anche il riccio davanti a me.
<<Vogliamo provare?>>
Propongo io, provando ad affrettare un po' le cose visto che prima iniziamo prima finiamo.
<<Si, certo>>
Lo seguo con lo sguardo e non appena si avvicina alla TV, l'accende e fa partire da YouTube una playlist di canzoni latino americane. Lancia in maniera cauta il telecomando su uno dei due divani, poi punta lo sguardo su di me.
<<Vieni>>
Allunga il braccio nella mia direzione e prima di fare qualsiasi movimento deglutisco, sono stata attaccata a lui più volte nei giorni passati ma questa volta sento qualcosa di diverso, forse perché non siamo nella sala prove del centro sportivo ma a casa sua.
Mi avvicino a lui e prendo la sua mano, con una mossa scaltra fa attaccare i nostri corpi e in pochi secondi assumiamo le posizioni base per iniziare a provare. Improvvisamente il battito del mio cuore accelera e a stento riesco a guardarlo negli occhi e a quanto pare la cosa non gli sfugge.
<<Perché non mi guardi>>
Alzo lo sguardo puntando i miei occhi nei suoi, mi sorride leggermente e la voce di Prince Royce fa da colonna sonora a questo momento tanto imbarazzante quanto insolito. In genere sono io a guidare lui ma ora sembra quasi il contrario, sono troppo rigida e bloccata al momento per poter fare qualcosa, il che mi preoccupa abbastanza.
Balliamo per tutta la durata della canzone senza dire nulla, canzone che tra l'altro sembra non finire mai e quando finalmente si ferma mi stacco da Giovanni.
<<Bene, sei migliorato moltissimo, tua madre sarà felicissima>>
Sbotto spostando lo sguardo da lui alla TV.
<<Tutto merito tuo>>
Dice sorridendomi per poi riprendere il telecomando e spegnere la televisione.
<<Ci meritiamo un po' di riposo ora>>
Si siede sul divano e con il palmo della mano batte sul tessuto di quest'ultimo, invitandomi a prendere posto accanto a lui. Faccio come mi suggerisce e per qualche secondo ci guardiamo senza emettere alcun suono, fino a quando non noto su una mensola alle sue spalle una foto racchiusa in una cornice d'argento, raffigurante lui con una ragazza, forse Clarissa, che mi fa sorgere in maniera abbastanza spontanea una domanda.
<<Vivevate insieme?>>
Mi guarda perplesso per qualche secondo, così provo ad essere più specifica.
<<Tu e Clarissa>>
Abbasa il capo sul tappeto sottostante al divano su cui siamo seduti, poi risponde.
<<No, ogni tanto veniva qui e passavamo alcuni giorni insieme, anche se era molto presa dal suo lavoro>>
Lo guardo negli occhi e non so per quale motivo, ma non riesco a leggerci nemmeno un filo di tristezza.
<<Scusami se te lo dico, ma non mi sembri affatto dispiaciuto>>
Dico schietta, guidata da non so quale coraggio.
<<Come ti ho già detto le cose tra noi due non andavano da un po' e comunque un po' dispiace, mi è dispiaciuto vederla piangere quando le ho detto le cose come stavano>>
Questa volta mi sembra sincero.
<<Ma visto che ultimamente parliamo solo di me, perché non mi racconti qualcosa tu?>>
Mentre parla si sposta di qualche millimetro più vicino a me e la cosa non aiuta affatto, anzi, mi irrigidisco nuovamente. Cosa diavolo mi sta succedendo?!
<<Cosa dovrei raccontarti?>>
Chiedo a mia volta, alla ricerca di un aiutino visto che ho la mente completamente vuota in questo momento.
<<Non saprei, stai frequentando qualcuno?>>
La sua domanda mi spiazza, ma provo ugualmente a mantenere la calma e a rispondere.
<<No, al momento siamo solo io e il mio lavoro, passo il mio tempo chiusa in sala prove come avrai potuto ben notare>>
Dico quasi in maniera scherzosa guardando verso la finestra dall'altra parte della stanza.
<<Non hai mai avuto una relazione?>>
Continua a chiedere tenendo lo sguardo su di me, mentre io gioco con l'anello che ho sul sito medio.
<<Una sola, è durata un paio d'anni ma i continui spostamenti di mio padre da una parte all'altra non mi hanno permesso di portarla avanti>>
Abbasso lo sguardo e inizio a ripensare a tutti i bei momenti passati con il mio ex, Gianluca, un ragazzo dal cuore grande che purtroppo ho dovuto spezzare. Non do la colpa a mio padre di questo, avevo diciassette anni quando è successo e di certo non potevo pretendere chissà che cosa, ero ancora minorenne ma devo ammettere che mi porto dietro molti rimpianti.
<<Lo amavi>>
La domanda di Giovanni distoglie la mia attenzione dall'abisso di ricordi, e trascina i miei occhi sulla sua figura, non so per quale motivo ma sento che di lui posso fidarmi, così faccio un respiro profondo ed inizio ad aprirmi.
<<È stato tutto molto lento con lui, forse per l'età, dopotutto avevamo solo diciassette anni>>
Inizio a spiegare mentre il riccio accanto a me ascolta con attenzione.
<<Il primo anno è stato bellissimo, passavamo parecchio tempo insieme e si, ero innamorata, poi però papà ha firmato per allenare un'altra squadra e dopo il trasferimento, vuoi per la lontananza o per il poco tempo a disposizione, il sentimento è andato sempre di più a scemare>>
Continuo, ripercorrendo mentalmente tutto quello che dico.
<<Quindi l'hai lasciato tu?>>
Domanda ancora il moro, sistemandosi sul divano e poggiando la schiena sul cuscino alle sue spalle.
<<In realtà abbiamo preso la decisione insieme, ci siamo resi conto che portare avanti una relazione a distanza non era il massimo e quindi abbiamo mollato>>
Lo guardo negli occhi e come per volermi consolare, poggia una mano sul mio braccio e la fa scorrere lentamente dal basso verso l'alto.
<<Deve essere stata dura>>
Si sposta lateralmente avvicinandosi ancora di più a me e facendo toccare le nostre gambe.
<<Lì per lì si, ma ripeto ero piccola e di anni se sono passati, ora è tutto ok e forse è stato meglio così>>
Ribatto quasi seria senza staccare gli occhi dal suo volto. Tra di noi regna di nuovo il silenzio e proprio quando sto per dire qualcosa, lui mi anticipa.
<<Hai mai fatto l'amore con lui?>>
Per un attimo credo di non aver sentito bene e quando mi rendo conto di aver sentito alla perfezione faccio un respiro profondo.
<<Beh...No>>
Cerco di tergiversare, ma non riesco e butto fuori la verità.
<<No aspetta, siete stati un anno insieme e non avete mai fatto sesso?>>
Sembra quasi stupito dalla cosa, il che un po' mi infastidisce.
<<È così strano?>>
Lo guardo confusa mentre lui si sposta in avanti, staccando la schiena dal cuscino.
<<No, non fraintendermi, ognuno fa quello che vuole, mi sembra solo strano il fatto che lui abbia resistito per tutto questo tempo>>
Prova a spiegarsi, ma non capisco dove vuole andare a parare.
<<Insomma sei una bellissima ragazza e a quanto ho capito avete passato parecchio tempo insieme, non vi è mai capitato di...>>
Lo blocco prima che possa andare avanti con il discorso.
<<Non abbiamo mai fatto sesso, ci siamo sempre limitati a toccatine o cose di questo genere, per fare quello non avevamo un posto tutto per noi>>
L'imbarazzo inizia ad impossessarsi di me e sento le guance andare a fuoco.
<<Quindi sei vergine?>>
Stupita ancora una volta dalla sua ennesima domanda mi alzo dal divano e passo una mano tra i capelli per poi girarmi verso di lui e mettere le braccia conserte.
<<È davvero così importante saperlo?>>
Mi guarda stupito anche lui, forse non si aspettava questa mia reazione, ma purtroppo quando una conversazione inizia a starmi stretta reagisco spesso in maniera impulsiva.
<<Hai ragione, scusami, forse mi sono spinto troppo oltre>>
Dice alzandosi dal divano e venendo verso di me.
<<No, scusami tu è solo che non sono abituata a questo tipo di conversazione>>
Provo a rilassarmi ma lui manda tutto in fumo facendo alcuni passi verso di me, avvicinandosi ancora di più.
<<Comunque no, non sono vergine>>
Continuo a parlare cercando di non pensare troppo a quanto è vicino in questo momento.
<<Allora qui abbiamo una ragazza ribelle, lo sapevo>>
Commenta quasi con aria soddisfatta prendendomi in giro e facendomi ridere.
<<Beh, se fare sesso con un tizio a caso trovato in discoteca vuol dire essere ribelle, allora si, lo sono>>
Sto al suo gioco e mando avanti la conversazione, facendo comparire un ghigno sul suo volto.
<<Piu che ribelle allora sei coraggiosa, hai visto quanto sono sporchi i bagni delle discoteche?!>>
Chiede retorico continuando a sghignazzare.
<<Per tua informazione l'abbiamo fatto nella sua macchina>>
Sorride ancora per qualche secondo poi lo vedo serrare la mascella e fare un altro passo verso di me.
<<E com'è stato?>>
Il modo in cui mi sta guardando in questo momento mi fa andare fuori di testa, per un attimo non riesco a rispondere e vorrei fare un passo indietro, ma è come una calamita, non riesco a staccarmi.
<<È stato strano e non ricordo quali nulla>>
Rispondo guardandolo negli occhi e tiro un sospiro di sollievo quando lo vedo allontanarsi di qualche centimetro. Prende il cellulare dalla tasca della felpa e dalla luce che proviene dal display capisco che qualcuno lo sta chiamando.
<<Pronto>>
Risponde dandomi le spalle, camminando lentamente per tutto il salone. Quando attacca si avvicina nuovamente a me e ripone il telefono in tasca.
<<Era Giovanni scusami, mi ha chiesto se domani posso dargli un passaggio al centro sportivo>>
Mi informa e dopo qualche istante ci rimettiamo a parlare facendo passare il tempo in maniera veloce, talmente veloce che non ci accorgiamo che è ormai l'una di notte, già riesco a sentire la voce di mio padre pronto a farmi il quarto grado una volta tornata a casa.


SPAZIO AUTRICE
Il nostro Giovanni è molto curioso a quanto pare🤔🤗
(Chiedo scusa per eventuali errori)

PASSO A DUE - Giovanni Di LorenzoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora