Lo guardo negli occhi e tutto quello che vedo, o che per lo meno riesco a percepire, è desiderio. Siamo soli tra le quattro mura dello spogliatoio e la puzza di sudore mischiata all'odore nauseante della candeggina mi sta già dando alla testa. Giovanni continua a tenermi per il braccio e anche se provo a scostare lo sguardo da lui, alla fine finisco sempre lì, sui suoi occhi verdi che riescono a catturare ogni mio senso come se fossero due calamite potenti.
<<Lasciami!>>
Dico, anche se quello che voglio è l'esatto opposto, ma sono troppo orgogliosa per mostrarmi debole ai suoi occhi. Non sembra cogliere ciò che ho appena detto, eppure mentre sto per ripetere quella parola, molla la presa su di me e lascia scivolare la mano lungo il suo fianco.
Restiamo in silenzio per alcuni secondi e non sapendo cosa fare provo a raggiungere la porta per uscire, ma è tutto inutile.
<<No! Resta, per favore>>
Gli sto dando le spalle, ma la sua voce su di me ha sempre uno strano effetto, mi fa venire la pelle d'oca e più lo ascolto più la situazione sembra peggiorare. Lo sento fare qualche passo verso di me e quando le sue mani si stringono attorno ai miei fianchi, sussulto per un istante. Abbasso gli occhi sulla sua presa salda e nella mia mente si innestano pensieri abbastanza impuri. Sento il suo respiro caldo vicino al mio orecchio e mando giù la poca saliva che mi è rimasta in bocca quando sento che mi attira ancora di più a se, facendo aderire la mia schiena la suo corpo marmoreo.
<<Gio...>>
Provo a proferire parola, ma mi blocco subito nel momento esatto in cui la sua mano scivola sul lembo della maglia che indosso.
<<Gio...>>
Dico di nuovo, ma lui non si ferma e la sua mano finisce sotto il tessuto della t-shirt, entrando a stretto contatto con la mia pelle calda. Sto impazzendo e il solo pensiero che da un momento all'altro potrebbe entrare qualcuno e vederci così, non mi aiuta a stare tranquilla, ma lui, come se avesse sentito ciò che ho appena pensato, si stacca per un attimo da me per andare verso la porta. La chiude a chiave.
<<C...Che fai?>>
Faccio un passo indietro nel momento in cui il riccio si volta nuovamente verso di me, ha il fuoco negli occhi, gli brillano come due diamanti alla luce del sole e a passo lento azzera sempre di più la distanza tra di noi. Quando arriva a un palmo dal mio naso, mi spinge dolcemente verso il muro alle mie spalle e io ho esaurito le forze che mi permettevano di oppormi a lui, sono vulnerabile al momento, non riesce a tenermi lucida nemmeno il pensiero che la sua ex fidanzata potrebbe essere incinta.
<<Lasciati toccare>>
Mi sussurra quasi mentre mi guarda negli occhi e un improvviso calore percorre tutto il mio corpo. La salivazione mi si è azzerata totalmente e riesco a sentire il calore anche tra le gambe, sensazione mai provata prima d'ora. Giovanni fa scivolare i palmi delle sue possenti mani sui miei fianchi, compiendo movimenti delicati e circolari e quando si spostano sul mio sedere, il mio cuore inizia a galoppare più forte di prima.
Sono attaccata al suo petto, non penso più al cattivo odore che circola qui dentro, non penso più al possibile ingresso di qualcuno qui dentro, e non solo perché la porta è chiusa a chiave, non penso più a niente, siamo solo io e lui e forse vogliamo la stessa cosa.
Sul viso del capitano compare un sorrisetto furbo, cosa che fa aumentare solo di più il calore interiore che sto percependo da quando sono così vicina a lui e la cosa sembra quasi divertirlo.
<<Qui però c'è qualcosa di troppo, non stiamo giocando ad armi pari>>
Nel parlare sposta lo sguardo sulla zona del seno, con un gesto deciso afferra i lembi della maglia e li tira su, fino a quando l'indumento non finisce sulla panca in legno accostata vicino al muro. Sono in reggiseno avanti a lui e si, sono imbarazzata, talmente tanto che mi sento avvampare in viso e provo a coprire la mia nudità con le braccia.
<<Ferma, non devi coprirti...>>
Giovanni sposta le mie braccia con delicatezza e punta gli occhi sui due seni leggermente scoperti.
<<Voglio guardarti...cazzo, sei bellissima>>
Senza battere ciglio, azzera totalmente ogni tipo di distanza e si fionda sulle mie labbra, dando vita ad un bacio che casto a veramente poco. Le nostre lingue ballano insieme, si desiderano e in un istante tutto l'imbarazzo provato fino a quel momento sparisce, come per magia. Sono con le spalle al muro e il suo bacino preme contro il mio, facendomi sentire tutta l'eccitazione che sta provando, non ci stacchiamo nemmeno per un secondo, neppure quando mi prende in braccio tenendomi per i glutei per poi sedersi sulla panca accanto a noi, facendomi ritrovare a cavalcioni su di lui.
A staccarmi sono io, prendo fiato per un secondo e quando mi accorgo del modo in cui Giovanni mi sta guardando, vado fuori di testa. Per la prima volta in tutta la mia vita mi sento desiderata da qualcuno e forse anche io per la prima volta sto desiderando qualcuno. Niente ha senso in questo momento eppure mi piace, mi eccita e si, forse stiamo sbagliando, forse sto sbagliando, ma pensare che la mia prima volta potrebbe essere con lui non mi dispiace affatto, anche se so che non siamo niente, non siamo fidanzati, non stiamo insieme e non ci amiamo, ma io ho bisogno di lui, lo voglio.
Torno a baciarlo e compio dei piccoli movimenti con il bacino proprio sulla sua durezza, facendo aumentare non solo la mia voglia ma anche la sua. Restiamo così per alcuni minuti ma ad un tratto la magia si interrompe.
<<Giovanni, sei qui?>>
La voce di mio padre rimbomba tra le pareti piastrellate dello spogliatoio.
<<Cazzo!>>
Esclama il riccio mentre io mi catapulto giù dalle sue gambe e infilo subito la maglia.
<<Un secondo, arrivo>>
Urla per farsi sentire dal suo mister, poi infila anche lui la maglia e mi lascia un'occhiata abbastanza seria, come se nulla fosse successo.
<<Nasconditi dietro la porta delle docce ed esci di qui tra un paio di minuti>>
Mi avvisa avvicinandosi e, prima di allontanarsi, mi lascia un bacio a stampo sulle labbra.Quando esco dagli spogliatoi mi guardo intorno, sperando che nessuno si accorga della mia presenza e per fortuna tutto fila liscio.
Mentre cammino ripenso a quello che è successo pochi minuti fa, sorrido come una stupida e porto una mano sulle labbra, riesco ancora a sentire il suo sapore e la morbidezza delle sue labbra, mi sembra tutto così surreale, come se stessi volteggiando su un tappeto di batuffoli di cotone e invece è tutto vero.
<<Giada, dov'eri non ti trovavo più>>
Il presidente mi viene incontro mentre io facevo sparire dal mio volto l'espressione sognante.
<<Vieni con me, ti do alcuni consigli per quando dovrai esibirti stasera>>
Già, l'esibizione, per un attimo l'avevo dimenticata.
<<Innanzitutto devi sapere che su te e Geolier saranno puntate due telecamere...>>
Mentre mi parla arriviamo sul campo, dove i tecnici hanno finito di montare la passerella e ci avviciniamo alle telecamere decantate poco fa. Poggia una mano su una di esse, poi continua.
<<Se riesci di tanto in tanto guarda dritto nell'obiettivo, magari fai qualche ammiccamento, un sorriso, cose di questo tipo>>
Mi informa, anche se non so quanto riuscirò a soddisfare questa sua richiesta.
<<Alla fine dell'esibizione percorri la passerella ed esci da lì, dove ci sono quelle due tendine>>
Mi indica il punto esatto dal quale dovrò uscire di scena poi, la sua attenzione, viene catturata dalla voce di un tecnico alle sue spalle e prima di allontanarsi da me, mi saluta con un sorriso.
Che la serata abbia inizio!SPAZIO AUTRICE
Scottante questo capitolo non trovate?!😂
Fatemi sapere cosa ve ne pare nei commenti, vi leggo❤️
(Chiedo scusa per eventuali errori)
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PASSO A DUE - Giovanni Di Lorenzo
ФанфикGiada, ballerina di 25 anni, passa la maggior parte delle sue giornate chiusa in sala prove. La cosa più importante per lei è sempre stata la musica, compagna fedele della sua vita fin da quando era bambina. Suo padre, Luciano Spalletti, l'ha sempr...