Quando io e Pierluigi torniamo all'interno della sala dopo diversi minuti, la riunione sembra terminata. Tutti gli altri sono come scomparsi nel nulla, compresi il presidente e mio padre.
<<Dove sono finiti tutti? Non credo abbiano concluso la riunione senza di noi>>
Afferma dubbioso il portiere al mio fianco, sedendosi su una delle sedie.
<<No infatti>>
Commento subito dopo mettendo le braccia conserte per poi poggiarmi al bordo del tavolo con il sedere. Guardo un punto fisso della porta che ho di fronte, distolgo lo sguardo solo quando mi accorgo che Pierluigi mi sta fissando.
<<Che c'è?>>
Gli domando, prima di mettere una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
<<Sei bella>>
Risponde, facendo comparire due chiazze rosse sulle mie guance.
<<Ti sbagli...>>
Ribatto senza guardarlo, ma lui resta in silenzio e continua a fissarmi sorridente. Dopo alcuni secondi fa ingresso nella stanza il presidente, accompagnato da Giovanni, mio padre e Politano.
<<Oh, siete tornati>>
De Laurentiis ci guarda quasi infastidito, comprensibile come cosa visto che sono scappata via come una lepre spaventata.
<<Gollini tu puoi andare, Giada tu rimani qui>>
Continua lui, passando lo sguardo dal portiere a me. Pierluigi si alza e raggiunge la porta, ma prima di andare via si volta nella mia direzione e mi saluta con un sorriso che ricambio. Mi avvicino agli uomini appena entrati, ritrovandomi subito a tu per tu con lo sguardo infastidito di Giovanni ma decido di non dargli tutta questa importanza, dato che quando sono corsa via non si è interessato minimamente a me.
<<Allora partirei da Giada...>>
Inizia il presidente, facendo ricadere l'attenzione degli altri su di me.
<<Come ho detto anche prima, abbiamo intenzione di organizzare una nuova festa e saremo felici di averti anche questa volta>>
Questa notizia dovrebbe riempirmi il cuore di gioia, eppure sembra che al momento nulla riesca a scalfire le mie emozioni.
<<Va bene>>
Mi limito a rispondere, cercando di sorridere quanto più mi è possibile e per un attimo sposto gli occhi su mio padre che è visibilmente dispiaciuto.
<<Perfetto, nei prossimi giorni allora ci risentiamo, tu nel frattempo scegli una canzone e se vuoi inizia anche a preparare la coreografia>>
Continua imperterrito Aurelio, mentre io mi limito ad annuire.Quando usciamo da quelle quattro mura non perdo un secondo per andare a rifugiarmi nella mia amata sala prove. Non appena entro sbatto la porta d'ingresso alle mie spalle, sento il bisogno di sfogarmi in qualche modo e l'unico che mi viene in mente è ballare.
Faccio partire una canzone energica, qualcosa che mi possa permettere di scaricare tutta l'elettricità che ho in corpo. Non appena parte la canzone, "All day all night", il mio corpo inizia a muoversi senza alcun controllo, fregandosene dei movimenti corretti e della pulizia dei passi.
Il ballo è sempre stata una terapia, anche quando sono a casa e mi ritrovo ad affrontare una giornata no, mi chiudo in camera e sparo la musica a mille, è questa l'unica cosa che riesce a tenermi con la testa sulla terra.
Passo circa mezz'ora o forse un'ora a dimenarmi da una parte all'altra della sala. Il sudore si fa strada lungo la mia fronte e la mia schiena e quando mi fermo faccio dei riespiri profondi, facendo entrare e uscire l'aria dal mio organismo.
<<Posso?>>
Quasi salto quando la voce alle mie spalle irrompe nel silenzio della stanza.
<<Si>>
Rispondo, voltandomi e ritrovandomi di fronte Giovanni. Provo a far sparire il sudore dalla fronte passando una mano su di essa, cosa inutile vista la velocità con cui si ribagna.
<<Come stai?>>
Mi domanda avanzando verso di me, anche se molto probabilmente già sa cosa gli risponderò.
<<Ho appena scoperto che l'anno prossimo dovrò ricominciare da zero...quindi che dire, sto alla grande>>
Ironizzo con tono infastidito senza neppure guardare Giovanni in faccia.
<<Potremmo trovare una soluzione forse...>>
Non lo lascio finire.
<<Scusa, ma al momento non sono in vena di affrontare questo discorso, ho solo bisogno di stare sola>>
Ribatto dandogli le spalle e mettendo le braccia conserte. So che non c'entra nulla in tutto questo e che non dovrei prendermela con lui, ma il fatto che quando sono corsa via non sia stato lui a cercami ma Pierluigi, mi manda fuori di testa. Si è ricordato di me solo ora, a fine riunione e tutto quello che riesce a dire è un semplice "come stai?". Lo sento fare qualche passo nella mia direzione, ma non si avvicina più di tanto.
<<Sola?>>
Domanda stranito e incredulo, ma io resto in silenzio e continuo a dargli le spalle.
<<Fino a un paio di ore fa non mi sembrava così>>
Sgrano gli occhi quando conclude la frase, mi ha vista con Pierluigi? Allora è venuto a cercarmi?
<<Che intendi?>>
Faccio finta di niente mentre lui si sposta e dalle mie spalle me lo ritrovo avanti, a pochi passi di distanza.
<<Eri con Pierluigi, lo so>>
Alzo lo sguardo e per un secondo lo guardo negli occhi e lui ricambia la mia occhiata.
<<Ci hai visti?>>
Domando, anche se la domanda è abbastanza scontata.
<<No, ma quando sei corsa via volevo seguirti, solo che il presidente mi ha fermato perché doveva parlarmi di affari e Pierluigi ha colto la palla al balzo>>
Confessa infastidito, spostando lo sguardo da me alle pareti della sala prove. Io abbasso nuovamente il capo e sul mio viso compare un mezzo sorrisetto dettato dal nervosismo che sto provando.
<<Quindi tu non sei venuto solo perché il presidente ti ha fermato?>>
Punto i miei occhi nei suoi e placo gli ormoni, visto l'effetto che hanno questi due smeraldi verdi su di me.
<<Non potevo andare via e ignorarlo, è il presidente, è anche grazie a lui se sono qui>>
Non ha tutti i torti e forse mi sto comportando come una bambina capricciosa, ma è più forte di me.
<<Quando ho visto Pierluigi alzarsi per venire da te, avrei preso a pugni qualcosa>>
Sul suo volto si fa spazio un'espressione seria, a tratti maliziosa e io inizio a cedere lentamente, ma decido ugualmente di stare al gioco e di usare le sue stessi armi.
<<Avresti dovuto sentire cosa mi ha detto in ufficio sai...>>
Lo lascio a bocca asciutta e gli do nuovamente le spalle per poi avanzare verso la porta.
<<Che ti ha detto?>>
Sorrido soddisfatta e mi fermo.
<<Che sono bella e che mi avrebbe voluto baciare...e non solo>>
La stronza che è in me salta fuori, inventando l'ultima parte di ciò che ho appena detto, forse per vendicarsi i forse per assaporare un po' del suo fastidio.
Mi volto ancora una volta nella sua direzione, noto subito la mascella serrata e il modo in cui evita il mio sguardo, ma basta un battito di ciglia e mi ritrovo con la schiena attaccata al muro e lui a un centimetro di distanza.
<<Deve solo provare a toccarti>>
Poggia le mani sui miei fianchi e mi guarda desideroso, senza darmi modo di staccarmi dal muro.
<<Magari l'ha già fatto>>
Sussurro, desiderosa tanto quanto lui, avvicinandomi al suo orecchio.
<<E tu, ti sei lasciata toccare?>>
Domanda lui, allontanandosi leggermente e facendo comparire nei suoi occhi un velo di preoccupazione.
<<Secondo te?>>
Ribatto continuando a tenere i miei occhi incollati ai suoi, ma lui azzurra di nuovo tutto e poggia la sua fronte sulla mia.
<<Dimmi di no...>>
Mi tira per i fianchi, avvicinando ancora di più i nostri corpi. Poggio le mani sul suo torace e sento improvvisamente le gambe cedere, odio l'effetto che mi fa.
<<No>>
Rispondo e subito dopo lo sento sospirare, alleggerito dalla notizia appena ricevuta.
<<Sei mia>>
Dice improvvisamente, facendomi andare il cuore ancora più veloce di quanto già non stesse andando e senza sapere cosa rispondere, lo bacio.SPAZIO AUTRICE
Gelosia portami via, no?🤔😂
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e vi ringrazio per tutto il supporto ❤️
Vi ricordo che, se vi va, potete seguirmi anche su Tik Tok, ho una pagina su cui pubblico edit sul nostro capitano, il cui nome è "Kzizi_77"
(Chiedo scusa per eventuali errori)
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PASSO A DUE - Giovanni Di Lorenzo
أدب الهواةGiada, ballerina di 25 anni, passa la maggior parte delle sue giornate chiusa in sala prove. La cosa più importante per lei è sempre stata la musica, compagna fedele della sua vita fin da quando era bambina. Suo padre, Luciano Spalletti, l'ha sempr...