Al termine degli Eurovision, io e Giovanni rientriamo in stanza e, inutile dire come abbiamo festeggiato.
Dopo questa nuova e stupenda avventura posso dire che non vedo l'ora di tornare in Italia per abbracciare mio padre e sapere cos'ha pensato mentre mi guardava attraverso lo schermo della televisione.
Ieri sera ho ricevuto diverse sue chiamate, ma ho avuto solo il tempo di mandargli un messaggio come risposta, dato che la serata è stata a die poco lunga tra festeggiamenti e attività sessuale.
<<Sei pronto?>>
Domando al mio accompagnatore intento ad allacciarsi le scarpe.
<<Si, ci sono>>
Risponde alzandosi dal letto per poi mettersi lo zaino in spalla.
Mi dirigo verso la porta della stanza e prelevo la scheda dal marchingegno che serve ad attivare la corrente int urta la stanza, ma Giovanni non si muove dal suo posto, resta immobile al centro della stanza.
<<Prima di andare, possiamo parlare un attimo>>
Sembra abbastanza serio nel farmi questa richiesta, ma l'ora sul display del cellulare mi fa ricordare che se non ci sbrighiamo potremmo perdere l'aereo da un momento all'altro.
<<Dopo dai, ora dobbiamo sbrigarci se non vogliamo perdere il volo>>
Vado nella sua direzione e lo spingo un po' dalle spalle, in modo da farlo avanzare verso la porta e una volta fuori la stanza, riconsegnamo la scheda alla reception e usciamo fuori l'hotel, mettendoci alla ricerca di un taxi per raggiungere l'aeroporto.Per tutta la durata del volo ho dormito, cosa che stanotte mi è stata impossibile, e avrei continuato a dormire se Giovanni non mi avesse chiamata per dirmi che siamo atterrati a Napoli.
Quando l'hostess ci dà l'ok, ci alziamo dai nostri posti a sedere e prendiamo le borse, poi scendiamo dal velivolo per recarci all'uscita.
Giovanni non dice una parola per tutto il tragitto, sembra scosso da qualcosa ma quando sto per chiedergli cosa stesse succedendo, la voce di mio padre mi riporta alla realtà.
<<Eccola la mia ballerina preferita>>
Con un sorriso a trentadue denti mi accoglie tra le sue braccia e mi stringe orgoglioso, sussurrandomi all'orecchio cose come "Sei stata fortissima" e "Sono fiero di te".
Quando ci stacchiamo, abbraccia anche il capitano e, nonostante le opposizioni, prende le nostre borse e le ripone nel cofano non appena arriviamo alla macchina.DUE SETTIMANE DOPO
Oggi, 4 giugno, è un giorno importante, non solo per me ma anche per mio padre, per tutta la squadra e per tutti i tifosi del Napoli.
Questa sera infatti, allo stadio Diego Armando Maradona, si terrà la grandissima festa organizzata dal presidente in persona.
Ha voluto fare le cose in grande, a tal punto da coinvolgere la Rai per mandare i festeggiamenti in diretta TV, cosa non da poco visto tutto l'entusiasmo che si respira in questo giorni, entusiasmo che però io non sto vivendo a pieno.
Da quando siamo tornati da Londra, le cose tra me e Giovanni sono cambiate totalmente, si è capovolto tutto e dopo due settimane ancora non mi sono data una spiegazione.
Forse ho fatto qualcosa che non avrei dovuto fare, forse ho detto qualcosa che non avrei dovuto dire, ma da parte sua non ho avuto alcun riscontro. Ho provato più volte a chiamarlo e a scrivergli, ma ogni volta mi dice che è impegnato o che è agli allenamenti, ma non mi ci vuole molto per capire che in realtà mi sta evitando.
Nel corso di questi giorni ho chiesto di lui anche a mio padre, ma le sue risposte mi mandando solo più in confusione visto che si limita a dirmi solo "A me sembra tranquillo". Ho smesso di frequentare la palestra del centro sportivo per evitare di vederlo, nonostante dovessi provare per l'esibizione di questa sera, non perché voglio che sia lui a cercarmi piuttosto perché sono troppo orgogliosa per farmi avanti con lui, non so se riuscirei ad affrontarlo.Verso le cinque del pomeriggio vado in camera per decidere cosa indossare sia per l'arrivo allo stadio che per l'esibizione. Sfilo dalla gruccia un pantalone classico a sigaretta, nero e a vita alta, mentre per la parte superiore, opto per una camicia bianca con le maniche a tre quarti e leggermente scollata sul seno.
Si, voglio che il capitano mi guardi, per capire se proviamo le stesse cose o se è tutto andato a puttane.
Per l'esibizione invece, visto che ballerò sulle note di Ginza di J Balvin, scelgo un pantaloncino di jeans, anche questo a vita alta e attillato, e un top nero dalle spalline sottili e scollo a cuore.
Provo entrambi gli outfit e una volta sicura della mia scelta, infilo i vestiti che userò per ballare in uno zaino.
<<Tesoro sono le cinque e quarto, sei pronta?>>
Urla mio padre da camera sua ricevendo un sonoro "si" da parte mia.
STAI LEGGENDO
PASSO A DUE - Giovanni Di Lorenzo
FanfictionGiada, ballerina di 25 anni, passa la maggior parte delle sue giornate chiusa in sala prove. La cosa più importante per lei è sempre stata la musica, compagna fedele della sua vita fin da quando era bambina. Suo padre, Luciano Spalletti, l'ha sempr...