La fredda luce dell'alba si allungava già infiltrandosi tra gli spiragli della finestra, illuminando con discrezione la stanza. Si posava, languidamente, rivelando segreti nascosti tra un groviglio di lenzuola e vestiti sparsi sul pavimento.
Per la prima volta da quando era tornato in patria, Reiner si svegliò lentamente, con la sensazione di essere al sicuro, senza nessuno a seguire le sue tracce, pronto a braccarlo.
Poteva sentire il calore della ragazza che, ancora addormentata, gli era sdraiata accanto.Si voltò a guardarla: il suo viso, pacificamente poggiato sulla sua spalla, aveva un'espressione di assoluta beatitudine che lui, probabilmente, non aveva mai visto su nessun altro volto; le labbra, sulle quali la notte prima lui aveva avidamente posato le sue, erano socchiuse e leggermente increspate. Allungò cautamente una mano per scostarle una ciocca di capelli dal viso e ben presto quel piccolo gesto si era tramutato in una carezza che scendeva sul suo volto verso il collo.
Leda si mosse nel sonno, voltando la testa e strofinandola leggermente contro il corpo di Reiner che non potè trattenere una risata sommessa alla vista della ragazza ritrarsi così, come un cucciolo nella sua tana.
<< Non fissarmi, sei inquietante... >>
La voce di Leda era assonnata ma tradiva un certo divertimento. La ragazza guardò verso di lui con un lieve sorriso sulle labbra, avvinghiata al suo braccio.
<< Buongiorno >> gli posò un leggero bacio sulla spalla come se fosse una mattina qualsiasi, come se avessero condiviso quell'intimità un'infinità di volte prima di allora.In quel momento a Reiner sembrò che in quella stanza, stringendo tra le braccia quella ragazza, lui potesse riparare quella parte di sé che si era incrinata.
" Non merito questo momento di pace, lo so, ma solo per questa volta...solo per oggi..."Quasi automaticamente, strinse quell'abbraccio sollevando Leda quel tanto che bastava per farla sdraiare sul suo petto.
Il calore della pelle di lei contro la sua era una sensazione completamente nuova che non smetteva di stordirlo e nello stesso tempo tranquillizzarlo, era come se i suoi sensi fossero totalmente concentrati nel percepire la presenza della ragazza, come se di colpo il suo corpo di guerriero avesse come solo scopo intossicarsi del calore, del profumo e della vista di lei.
Si sentiva come se ne fosse diventato dipendente in un battito di ciglia.Avevano condiviso il letto decine di volte prima di allora, dormito stringendosi le mani per tutta la notte per poi svegliarsi la mattina successiva con i rimproveri delle loro famiglie, ormai rassegnate al non riuscire a tenerli lontano; eppure, quella mattina tutto era diverso, loro due lo erano e non solo perché quel giorno nessuno sarebbe piombato nella stanza per dire loro, inutilmente, che non potevano passare la notte nello stesso letto, o per via dell' incontro tra i loro corpi che li aveva travolti, inaspettatamente, come un fiume in piena dopo il primo, timido, bacio.
No, era stato molto di più di un banale rapporto fisico ciò che aveva cambiato così radicalmente il sapore del risveglio di questa mattina.
Quello che si era creato era un nodo che aveva finito di legare due corde che già da tempo tentavano di intrecciarsi.La mano di Leda che gli sfiorava il viso lo riportò alla realtà; lei gli posò un bacio sulla mandibola e fece per alzarsi.
Istintivamente Reiner le prese il polso tra le mani bloccandola<< Non andare, non ancora. >> le disse in un soffio, non voleva che quell'illusione di pace si sgretolasse così presto, desiderava assaggiarne ancora una parte, fin quando ne avrebbe avuto l'opportunità.
Leda lo guardava con occhi supplicanti, era chiaro che anche lei desiderava lo stesso.
<< Vorrei restare, credimi...>> gli rispose dolcemente mentre si chinava su di lui per baciarlo di nuovo << Peró, qualcuno qui mi ha fatto perdere un'intera notte di lavoro, se non completo i referti e non li consegno al generale Magath entro pranzo stavolta non me la cavo con un turno extra a svuotare pitali alla clinica degli Jaeger!>>
Si era liberata dalla presa del ragazzo e aveva cominciato a rivestirsi, senza alcun imbarazzo, con la più grande naturalezza del mondo. Reiner non riuscì a fare a meno di pensare, con un moto di gelosia, che per lei quella non fosse assolutamente la prima volta e che nei cinque anni in cui era stato via, Leda era diventata una donna senza che lui se ne accorgesse.
<< Leda...>> il nome della ragazza gli sfuggì di bocca prima che potesse trattenersi dal pronunciarlo. Aveva la testa intasata di domande che desiderava farle, voleva parlarle della notte passata, voleva chiederle cosa sarebbero stati adesso, voleva chiederle una marea di sciocchezze ma voleva anche supplicarla di restare, voleva tenerla tra le braccia ancora un po', perché se lei gli avesse dato l'opportunità di farlo era certo che avrebbe potuto rimettersi in piedi, avrebbe affrontato con orgoglio anche i suoi demoni e accettare la morte che incombeva su di lui come un uomo non più spezzato, ma come qualcuno capace di camminare a testa alta, non sarebbe più stato un semplice desiderio irrealizzabile, aveva solo bisogno che lei gli permettesse di restare al suo fianco ancora un po'. Ma le parole gli si strozzarono in gola.
<<...i referti che vuole vedere Magath sono quelli dei possibili cadetti che...>>
Chiese invece.Lei lo guardò con sguardo cupo facendo solamente un cenno del capo.
Il silenzio scese pesante nella stanza che poche ore prima era stata luogo di languidi sospiri e promesse sussurrate.
Tenevano entrambi la testa bassa improvvisamente schiacciati dal peso della realtà.<< Reiner, abbi fiducia. >> le sue parole tagliarono la coltre gelida che si era posata tra di loro.
<< So di non essere nella posizione di poterti fare questa richiesta ma, ti prego, continua ad avanzare, non fermarti...se smetti di lottare, non potrai mai redimerti. >>Le parole di Leda trafissero il cuore di Reiner come una pugnalata "perché continuo a gravitare sempre attorno a persone che dicono cose di questo genere" pensò.
Quando alzò lo sguardo per risponderle la trovò accovacciata tra le sue ginocchia, che lo guardava profondamente negli occhi e qualsiasi suo tentativo di protesta si infranse come un'onda che incontra gli scogli.
<< Qualsiasi colpa che senti di avere e che non puoi perdonarti, affidala a me. >>
Leda gli parlò con dolce risolutezza, stringendo forte la mano sul suo braccio; non c'era un singolo accenno di paura o incertezza nella sua voce.
<< Lascia che sia io a perdonare anche ciò che tu credi non possa meritare compassione.
Ti prometto che, alla fine, tutto avrà un senso...>>Se quelle fossero semplici parole o una sorta di incantesimo, Reiner non lo aveva capito ma, in quel momento non potè fare nient'altro che annuire, ammaliato dagli occhi di ambra di quella ragazza che tanto accoratamente gli stava chiedendo di resistere ancora un po'. Leda gli strinse le braccia al collo.
<< Fidati di me. >>

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Yourself
FanfictionErano cresciuti insieme e troppo in fretta nel distretto d'Internamento di Liberio con l'ombra di una guerra che incombeva sulle loro teste. Dopo 5 anni lontano da casa Reiner rientra a Marley tutti acclamano il Guerriero, l'Eroe, il Gigante Corazz...