Under the tree

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Attorno ai ragazzi, una folla di persone danzava e cantava. In pochi istanti quello che prima era un addio tra una giovane recluta dell'esercito di Marley e la sua amata, si era tramutato in una gioiosa manifestazione di vita e affetto, che aveva unito tutti gli eldiani di Liberio.

Reiner si sentiva piacevolmente stordito da quell'improvviso trionfo di voci e musica esploso così spontaneamente nella piazza del quartiere e osservava il movimento concitato della folla, accompagnata dal morbido e ovattato risuonare di un cimbalo che si unì al virtuoso gioco dei violini, con un'espressione divertita sul viso.

Il sorriso che gli si illuminava il volto si fece più largo quando Pieck e Galliard gli passarono davanti, tenendosi per mano, andando ad unirsi ai balli delle persone che si erano raccolte in strada, stupite di vedere tre dei quattro Guerrieri di Marley unirsi a loro quella sera.

Quando poi dalla folla era emersa anche Gabi in compagnia di Falco, il suo divertimento si tramutò in sorpresa; la cuginetta lo aveva trascinato nel bel mezzo della piazza, seguita da Falco che diligentemente conduceva per mano Leda, sorridente come mai l'aveva vista prima di allora. Sentì la bambina urlare giocosa al suo amico " al mio tre" e poi la sua spinta dietro la schiena.

I due bambini esultarono di gioia, soddisfatti della loro piccola mossa si lanciavano occhiatine appagate sorridendosi a vicenda, incapaci di contenere il loro compiacimento.

Preso alla sprovvista, Reiner caracollò in avanti quasi andando a sbattere addosso a Leda, che a sua volta era stata spinta verso di lui da Falco, ritrovandosi la ragazza con entrambe le mani premute contro il suo petto e il viso sprofondato nella sua camicia.

La musica e il vociare della folla attorno a loro per un istante sembrarono cessare di colpo. La sola cosa che Reiner riusciva a mettere a fuoco nel turbinio di suoni e luci che gli confondevano la mente, era il viso di Leda. Istintivamente lui le posò le mani sulle spalle.

Non era di certo la prima volta che la stringeva tra le braccia, eppure quella sera c'era qualcosa di diverso in lei; forse il modo in cui quel ciuffo di capelli bruni che, le cadeva costantemente sulla fronte, questa volta le lasciava il viso scoperto, o il riflesso della calda luce dei lampioni della piazza che sembrava guizzarle come lingue infuocate nei suoi brillanti occhi dorati, o forse erano le sue guance leggermente colorate di rosa mentre il suo sguardo indugiava sul suo viso... fattostà che in quell'esatto momento, con la ragazza poggiata al suo petto, Reiner si sentiva come se avesse dimenticato come si respirasse. Rimasero così immobili a fissarsi per un tempo indefinito, come se nel mezzo di quella piazza ci fossero solo loro due.

D'improvviso, poi, il mondo tornò a girare in un'esplosione di voci, suoni e persone immerse nel frenetico piroettare della danza. Reiner sentiva lo sguardo di Gabi e Falco piantato sulla sua nuca e con la coda dell'occhio poté notare che anche Pieck e Galliard si erano fermati a guardarli. Il ragazzo sapeva benissimo che si aspettavano un qualche tipo di gesto da parte sua: il viso emozionato dei due bambini era abbastanza eloquente e l'espressione sorniona che invece poteva leggere sul volto di Pieck era un chiaro invito a non perdere l'occasione.

Deglutì rumorosamente abbassando di nuovo lo sguardo su Leda; la ragazza lo stava fissando con un'espressione dubbiosa sul viso, le sue labbra leggermente socchiuse, la testa inclinata da un lato, anche lei in attesa di un suo gesto, uno qualsiasi.

Nel bel mezzo della folla, con Leda tra le braccia e la sensazione di avere tutti gli occhi puntati su di lui, Reiner se ne stava imbambolato, completamente perso, in balia delle ondate di apprensione e insicurezza che lo stavano travolgendo. Rimase lì i muscoli tesi, le dita strette attorno alle spalle di Leda incapace di fare anche un solo movimento.

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