Illusioni

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Gli istanti di silenzio che seguirono la sua confessione sembrarono durare delle ore. Nel momento stesso in cui aveva pronunciato quell'ultima frase se ne era terribilmente pentita.

"Tu credevi che ti servisse essere qualcun altro per farti amare dal prossimo ma per me è sempre bastato che tu fossi te stesso".

Cosa le era passato per la testa?

Una frase del genere, così, del tutto fuori contesto in un frangente delicato come quello che stava passando Reiner in quel momento, cosa pensava di ottenere?

Che improvvisamente tutti i suoi problemi sarebbero svaniti? Che la corazza che aveva messo su da quando era tornato da Paradis si sarebbe potuta sgretolare con così poco?

Che, come quando erano bambini, con un semplice abbraccio sarebbe riuscita a dargli speranza per il domani?

Si sentiva una sciocca ad aver pensato, anche solo per un attimo che qualcosa della purezza del loro rapporto di bambini potesse essersi salvata e che la guerra non avesse inghiottito quel poco che ne rimaneva. Del suo amico era tornato indietro solo l'involucro, di lui non era rimasto molto, lo poteva leggere dalle sue espressioni e dall'aria incerta con la quale lo vedeva camminare per la caserma.

Sentiva lo sguardo di Reiner fisso su di lei, nel buio della stanza Leda sperava che il ragazzo non potesse vedere quanto fosse arrossita. Gli unici rumori che rompevano quel gelido silenzio erano quelli che venivano da fuori, del quartiere indaffarato e delle famiglie che si riunivano, forse per l'ultima volta, prima della partenza dei ragazzi chiamati alle armi.

<< Ahh, scusa! >>  Si portò un braccio a coprirle il viso mentre, frustrata e in imbarazzo si lasciò cadere con la schiena sul letto con fare drammatico, nel tentativo di alleggerire l'atmosfera  << Non dovevo dire una cosa così inopportuna! >>

Reiner si lasciò scappare una risata sommessa

<< Non avevo davvero capito nulla! >>

Si stese accanto a lei << E pensare che più ti sentivo elogiare Galliard, più mi veniva voglia di superarlo e dimostrarti che fossi più meritevole di lui...la loro famiglia sarebbe diventata marleana onoraria a prescindere grazie a Marcel, mentre io dovevo farcela a tutti i costi se avessi voluto fare felice mia madre...>>

<< Questo lo so, Reiner. Lo ripetevi ogni volta che tu e Porko finivate per litigare.>> ribatté la ragazza.

<< Ma non ti ho mai detto che non era solo mia madre che avrei voluto rendere orgogliosa facendola diventare cittadina onoraria, magari un giorno anche tu, se avessi accettato...volevo che tu elogiassi solo me. Diventando un guerriero, avrei finalmente dimostrato di essere migliore di Galliard e avrei trovato il coraggio per chiedertelo.>>

<< Chiedermi cosa? Non ti seguo. >>

Lei alzò il braccio dal viso per girarsi a guardare in direzione del ragazzo che si era sdraiato accanto a lei. Come se avesse percepito lo sguardo della ragazza su di sé anche Reiner si voltò a guardare nella sua direzione, il cuore le saltò un battito quando i loro sguardi si incrociarono. Sul viso di Reiner c'era un'espressione che lei non riusciva a leggere: se avesse dovuto definire cosa ci fosse sul suo volto guardando le sue sopracciglia aggrottate e le labbra serrate le suggerivano che lui fosse turbato ma lo sguardo che le stava rivolgendo era colmo di dolce malinconia.

<< Probabilmente non sopravvivrò per gli ultimi sei anni che mi restano ma...vorresti sposarmi? >>

Leda scoppiò in una fragorosa risata involontaria, arrossendo violentemente in volto per le parole azzardate di Reiner

<< Ma cosa stai dicendo? Ti pare il momento? >> rise in preda al panico << Sei sempre stato fissato con questa storia dello sposarti, non dire...>>

Con un rapido movimento Reiner si girò con il busto sopra di lei, bloccandola tra le braccia tese, le lenzuola del letto frusciarono leggermente sotto le mani del ragazzo che continuava a guardarla in viso con un'espressione di grande serietà.

Leda d'improvviso smise di ridere, come ipnotizzata dai riflessi dorati degli occhi di Reiner fissi nei suoi, percepiva la sua intenzione, la sua serietà e percepiva anche il fremere del suo corpo che entrava in risonanza con quello di lui.

<< Fanculo Marley, fanculo Paradis e fanculo anche all'Unione degli Stati Orientali. Molliamo tutto e scappiamo, solo tu ed io. >>

Reiner chinò la testa incapace di sostenere lo sguardo della ragazza mentre mentiva anche a se stesso con quelle frasi, non avevano bisogno di dirlo ad alta voce ma entrambi sapevano che quelli fossero solo sogni destinati ad infrangersi, vane promesse che mai avrebbero trovato il loro compimento.

<< Leda, non mi resta molto da vivere, voglio solo passare i miei ultimi giorni con te. >>

Leda gli prese il viso tra le mani, costringendolo gentilmente a tornare a guardarla.

<< Non permetterò mai più che tu possa allontanarti da me, Reiner. >> Disse con un filo di voce.  << Abbi fiducia, da adesso fino alla fine sarò con te. >>

Le loro labbra si incontrarono timidamente, quasi con timore che il contatto fisico potesse distruggere la perfezione di quell'attimo, tremanti ed impacciati e per la prima volta ad entrambi sembrò di poter respirare dopo tanto tempo.

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