CAPITOLO 6

317 69 38
                                    

Aaron

Il paradiso.
Questo è il mio paradiso.
Un sorriso spontaneo mi compare sul viso e un senso di leggerezza e gioia si impossessa di me appena vedo l'insegna al neon dell'unica libreria del mio paesino.
Mi avvicino quasi correndo e mi precipito all'interno.

«Buon pomeriggio Aaron», mi saluta educatamente Naomi, la libraia. È una donna di mezz'età molto gentile ed efficiente nel suo lavoro. E io l'adoro perché mi mette da parte tutti i libri che sa potrebbero interessarmi e molte volte mi fa degli sconti.
«Ciao Naomi, hai novità per me», mi avvicino agli scaffali dove lei sta sistemando i nuovi arrivi.
«Questa settimana sono arrivati dei gioiellini che non ti puoi perdere. Finisco di sistemare questi libri e arrivo. Aspettami in cassa».

Faccio come mi ha detto e nel frattempo scrivo a mia madre dove sono, dato che mi ha già riempito di messaggi in preda al panico perché la vicina-quella maledetta impicciona-le ha scritto che ancora non ero arrivato a casa.
Ha assunto la vecchietta che vive accanto a noi per tenermi d'occhio quando lei è a lavoro e non mi aspetta a casa dopo scuola.

Praticamente ogni volta che sono in giardino o esco di casa mi ritrovo un'anziana di ottant'anni appostata nel suo terrazzo che affaccia su casa nostra.

Io: sono in libreria quindi non ti preoccupare se arrivo venti minuti dopo l'orario previsto.

Mamma asfissiante: finalmente mi rispondi.
Mamma asfissiante: hai idea di quanto mi sono preoccupata!!!
Mamma asfissiante: la prossima volta avvisami prima.
Mamma asfissiante: per pranzo trovi in frigo la pasta al forno che ho preparato ieri. A dopo.

Mia madre riuscirà mai a scrivere tutto ciò che vuole dirmi in un solo messaggio?
Non le rispondo, anche perché l'applicazione mi dice che si è disconnessa.
Spengo lo schermo del telefono e lo metto nella tasca dei jeans.
«Ho il secondo libro della saga di Roos Bruin e la nuova uscita di Cuoty», afferma eccitata Naomi mentre mi passa i libri appena nominati. Io e lei abbiamo fondato un piccolo club del libro, che comprende solamente noi due.
Si, una donna di cinquant'anni anni ha gli stessi gusti letterari di un diciassettenne.

Ogni settimana scegliamo una nuova lettura e poi ne discutiamo quando la vengo a trovare in libreria. Cioè almeno una volta al giorno.
Mi fa pagare i libri, a metà prezzo-grazie di esistere Naomi-ed esco molto soddisfatto e felice.
Oggi ho preso un bel voto a scuola, per pranzo avrò il mio piatto preferito, c'è un bellissimo sole e ho appena comprato due nuovi libri.
Niente potrà rovinare questa giornata.
«Ei mono-braccio dove vai?»
Me la sono cercata.

Faccio finta di niente e continuo a comminare dritto per la mia strada, magari l'ho solo immaginata quella voce che mi perseguita da un anno e mezzo.
«Che fai mi ignori handicappato?».
Ci sto provando.
Una presa forte mi afferra per il braccio facendomi cadere la busta con i libri.
Mantieni la calma. Non reagire. Mostra impassibilità e loro si stancheranno...prima o poi.
Mi giro e vedo Derek con il suo gruppetto al seguito che iniziano a circondarmi.

Derek passa sopra i miei libri, che sono caduti dalla busta, calpestandoli.
Perdonatelo, è solo un bullo senza cervello.
«Hai fatto shopping?» dice derisorio.
Alex il suo migliore amico, un'armadio altro due metri con le spalle larghe mi si pone davanti.
Non mi hanno mai picchiato e, di certo non lo faranno in centro dove tutto il paese potrebbe vederli.
Ma la paura c'è.

«Andateci piano ragazzi, o il nerd disabile se la farà nelle mutande».
Tutti ridono alla "battuta" di Alex.
Con la coda dell'occhio vedo Derek prendere uno dei miei libri a terra e inizia a sfogliarlo.
«Con questo tempo ballerino mi sto un pò raffreddando. Ragazzi qualcuno di voi ha dei fazzoletti?» chiede guardando i suoi amici.

Loving Your Imperfections Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora