die for you ✯

Capitolo 24

So it's gonna be forever
Or it's gonna go down in flames
You can tell me when it's over
Blank Space, Taylor Swift

Vivienne's pov

Era passata una settimana dalla pausa con Samuele, non mancavano sguardi da parte nostra ma niente di più.

Mi mancava eccome se mi mancava ma una persona -che non credevo mai potesse aiutarmi- mi sta aiutando.

Chi? Marcus, sì proprio il tipo strano, che poi così strano non è.

Prima di parlarci come ho fatto in questi giorni non lo guardavo neanche.

Lui ha i capelli castano scuro buttati all'indietro, gli occhi che tendono al verde scuro ed è magro e leggermente muscolo.

Vi chiederete anche "come avete iniziato a parlare?" semplice ero alla fermata del bus visto che mio fratello era ancora con i suoi amici tossici -non era un buon periodo per lui, ma c'era qualcosa che lo tormentava particolarmente- e io ascoltavo musica depressa e mi asciugavo le lacrime che mi solcavano il viso.

Marcus si avvicinò e mi fece sentire un po' meno una merda con quei discorsi filosofici che su di me fanno sempre effetto se detti dalle persone giuste.

Da lì rimanemmo in contatto e gli spiegai anche successivamente tutta la storia con Samuele.

Di lui apprezzavo il fatto che non avesse secondi fini con me, -me ne accorgo sempre quando i ragazzi hanno secondi fini- e lui non li aveva.

"Allora come stai oggi?"
Dice lui mentre entriamo a scuola, non mancarono le occhiatacce di Samuele, è ancora geloso buon segno.

"Un po' meno una merda, ma sempre una merda, tu come stai?"
"Stanco, non ho chiuso occhio visto che i miei amici mi hanno praticamente invaso casa"
"E i tuoi?"
Chiedo io curiosa
"Praticamente stanno sempre fuori per lavoro"
"Ah beato te"
"Perché dici cosi?"
Vivienne non puoi fare queste affermazioni se poi odi che ti vengano fatte delle domande sulla tua famiglia.

"Tranquilla se non ti va di raccontare"
"Non è il posto giusto e il momento giusto, mi rovinerei solo di più la giornata"
"Sta tranquilla"

[..]

E anche questa giornata di inferno scolastico era finita e io e Marcus eravamo finalmente usciti da scuola.

"Ti va di venire da me oggi?"
Mi chiede lui, ehm forse questo è troppo, dovrei fidarmi?
"Vi non ho secondi fini, puoi fidarti di me"
"L'ultima volta che sono andata a casa di un ragazzo è stato da Samu e guarda come è finita"
"Io sono tuo amico, davvero"
Non erano solo parole, me lo stava dimostrando.

"Eh va bene mi hai convinto, mandami l'indirizzo"
"Non torni con il bus?"
Mi chiede lui
"No per fortuna oggi c'è mio fratello, è lì giù"
"Credo di non stargli molto simpatico a tuo fratello visto che mi guarda male ma va bene"
"Lascia stare è così con tutti è solo molto protettivo"
"Va bene, allora ci vediamo oggi"
"A dopo"
Dico io andando verso Neil.

Ma prima che arrivassi una mano mi prende il braccio con delicatezza e mi ferma, era Samu avrei riconosciuto il suo tocco tra mille ma non dovevo farmi prendere dai sentimenti.

"Che c'è?"
Gli chiedo io non girandomi neanche
"Non ci hai messo tanto tempo"
"A fare cosa"
"A rimpiazzarmi"
Mi giro di scatto e gli dò uno schiaffo in pieno viso, stavo male notte e giorno per lui e cosa mi dice?! Che già ho trovato un altro, ci vuole un gran coraggio.

"Sei uno stronzo! Io sto-"
"Vivienne andiamo"
Dice Neil venendo verso di noi e fermandomi
"Quanto a te, non fare lo stronzo con mia sorella intesi?"
"Senti chi parla"
"Tu non sai un cazzo"
Prima che quei due litigassero di nuovo, li fermo
"Basta voi due! Neil andiamo"
Dico per poi andare sulla moto con mio fratello per tornare a casa.

[..]

Ero appena arrivata fuori l'uscio della casa di Marcus e stavo aspettando mi aprisse.

"Ei"
Dice lui
"Ei"
"Scusa per il disordine ma non ho proprio sbatti di sistemare casa"
"Sta tranquillo"

Mentre mi guardo attorno vedo un gran salone e un'ampia cucina e delle scale che probabilmente portavano alle stanze da letto.

E noto anche in salone delle foto di Marcus da piccolo con presumo i suoi genitori.

"Sei figlio unico quindi?"
"Mhmh mi ritengo fortunato sai"
"Sono felice di avere Neil, lui non è solo mio fratello, il mio migliore amico è sempre stato al mio fianco, mi ha fatto anche da padre quando mi serviva senza di lui non so come avrei fatto in questi anni di inferno"
Dico sedendomi sul grande divano e lo fa anche lui.

"I tuoi sono separati?"
Mi domanda lui
"No purtroppo, ma né io né mio fratello abbiamo un bel rapporto con loro, non gliene frega un cazzo di noi"
"Anche ai miei non frega un cazzo di me se può farti stare meglio"
Sorrido
"Non dire così, se loro lavorano lo fanno per te no?"
"Si ma non ci sono stati quando ne avevo bisogno, sono dovuto crescere da solo, quando ero più piccolo mi affidavano alla tata e restavo con lei giorni e per giorni non vedevo i miei genitori"
Dice lui accendendosi una sigaretta.

"Vuoi un tiro?"
Mah, non avevo mai provato e c'è sempre una prima volta no? Quindi why not?
"Mh okay"
Mi porge la sigaretta e subito dopo aver fatto un tiro tossisco
"È il tuo primo tiro?"
Annuisco
"Me ne fai fare un altro?"
Dico sorridendo
"Ci stai prendendo gusto"
Dice lui ridendo e porgendomi di nuovo la sigaretta, questa volta non tossisco più e la sensazione che provai mi piacque, mi rilassai.

"Marcus"
Dico sorridendo
"Vivienne"
"Me ne dai una?"
"Guarda che scroccona!"
Dice ridendo dandomi una sigaretta, così iniziammo a fumare entrambi.

"Allora verrai alla festa?"
Mi chiede lui
"Quale?"
"Quella della prossima settimana, è al Bianco, ci sarà tutta la scuola"
Tutta la scuola= Samu e le possibilità sono due:
1. andarci e fargli vedere che sto bene senza di lui -anche se non è affatto vero-
2. non andarci e deprimermi.

"No non ti permetterò di deprimerti a casa"
"Mi leggi nel pensiero"
Dico sorridendo
"Ma non so Marcus non mi va"
"Dai stai con me, ci divertiamo e poi credo che le tue amiche vogliano andarci"
"Chi Maya e Juliet?"
"Se sono loro che hanno la voce da oche allora si loro"
"Dai!"
Dico ridendo.

"Sai non ti facevo tipo da feste"
"Dipende dal periodo"
"Capito"

Il pomeriggio passò in fretta, e un'altra consapevolezza si fece spazio nella mia testa avevo trovato un amico sincero.