II.

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Era una settimana che Raissa seguiva Trafalgar Law e la sua ciurma, ormai aveva imparato a memoria tutti i loro spostamenti.
La mattina si dedicavano alle riparazioni e alle modifiche del loro sottomarino giallo.
A pranzo andavano a mangiare in una locanda abbastanza vicina e piuttosto tranquilla. Quasi nessuno si avvicinava a loro, ed era comprensibile visto che Trafalgar era una delle supernove e ora membro della Flotta dei Sette, con una taglia di duecento milioni di berry.
Il pomeriggio i membri dell'equipaggio si dedicavano alle donne o al sakè, mentre il capitano viaggiava per librerie e biblioteche, e ci passava ore e ore a leggere.

Erano una noia quei momenti per Raissa, ma per sua sorella avrebbe fatto di tutto, quindi con pazienza faceva finta di essere una cliente e si metteva poco più in là con un cappello e una mascherina a coprirle il volto, e faceva finta di leggere. Gli occhi attenti non lasciavano mai la figura dell'uomo.
I suoi occhi grigi erano freddi, tranne quando leggeva. Era una sfumatura quasi impercettibile, però Raissa si era accorta che quando leggeva i suoi occhi si illuminavano. Era sete di conoscenza, e Trafalgar era un uomo che amava conoscere ogni cosa. Si teneva la testa con la mano e restava immobile. L'unico movimento che faceva era quando con le dita sfiorava delicatamente il libro per andare alla pagina successiva.
La sera cenavano in una locanda vintage piuttosto confusionaria.
Lì gli uomini di Trafalgar, continuavano a festeggiare e a bere.
Per loro era dura restare mesi e mesi senza donne e senza divertimenti, ecco perché quando scendevano se la spassavano più che mai, e il loro capitano li lasciava fare.
Lui si limitava a mangiare e a bere qualche bicchiere, ma non l'aveva mai visto divertirsi.
A volte sembrava molto triste.

Due sere dopo Raissa decise di agire.
Ne aveva parlato con sua sorella, e anche se questa non era d'accordo e le aveva detto che avrebbero cercato un'altra soluzione, lei decise di fare di testa sua.
Si era messa un vestitino striminzito nero e degli stivaletti anch'essi neri. I capelli li aveva legati in una coda alta che lasciava due ciucci liberi sul davanti. Non era nel suo stile, visto che di solito indossava tute da ginnastica, però quella sera aveva bisogno di attirare l'attenzione di Trafalgar Law su di sé. Doveva dare nell'occhio.
C'è l'avrebbe sicuramente fatta, era ottimista.
Si sedette al bancone con un boccale di birra fresca davanti, e aspettò l'arrivo dei Pirati Heart. Sapeva che tra circa cinque minuti sarebbero arrivati, e infatti così fu.
Tra risate rumorose e schiamazzi, i pirati si sedettero al solito tavolo e ordinarono da mangiare. Raissa puntò lo sguardo su Trafalgar e lo mantenne per tutta la durata della cena. Lo fissava insistentemente e anche se lui non l'aveva mai guardata, sapeva benissimo che se n'era accorto.

"Capitano, quella bambola laggiù non ti toglie gli occhi di dosso!" esclamò Penguin, che insieme a Shachi aveva già notato l'azzurra al bancone.

Law fece un mezzo sorriso, sembrava diabolico.

"Lo so."

Detto questo si alzò lasciando di sasso tutto l'equipaggio e si sedette vicino alla ragazza.
Ordinò un po' di sakè, ignorando Raissa accanto a lui che lo guardava stupita.

"Non pensavo saresti venuto tu da me." ruppe il silenzio la ragazza dando voce ai suoi pensieri.

Lui prese un sorso di sakè e la guardò con la coda dell'occhio. 

"È una settimana che mi segui incessantemente. Ti ho lasciata fare, però ora mi sono stufato." 

Raissa fece una smorfia.

Merda se n'era accorto..

Incrociò le gambe e dopo aver bevuto anche lei un lungo sorso di birra, puntò i suoi occhi azzurri sulla figura di Trafalgar.

"Perché sei qui se sai già la mia risposta?" le chiese lanciando un'occhiata ai suoi compagni.

A Raissa dava profondamente fastidio il fatto che continuasse a non rivolgerle nemmeno uno sguardo. Si capiva che non era minimamente interessato a quello che la ragazza aveva da dirgli.
Ma lei non si fece intimidire.

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