VIII.

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Law, Raissa e Kidd erano fermi in un angolo appartato sul limitare di un parchetto in uno dei Groove Senza Legge, che si guardavano intorno senza dare nell'occhio, per quanto fosse possibile a due supernove come loro.

“Si può sapere perché sei voluto venire con noi?” domandò Raissa, torva, a Kidd, continuando a lanciargli occhiate.

Era così entusiasta all'idea di restare da sola con Law.
Nonostante continuasse a trattarla male o ad ignorarla, quel maledetto filo rosso continuava a spingerla verso di lui. Oppure era semplicemente una stupida masochista, ma Raissa preferiva la parte romantica di quella storia. 

“Perché è stata una mia idea”.

“E che motivo sarebbe? Non è nemmeno una cosa che ti interessa! Perché non ti interessa, vero?”

“Non mi interessa”.

Raissa assottigliò lo sguardo sotto la frangia azzurra.

“Perché se hai puntato la mia gemella sappi che non te la cederò così facilmente”.

Kidd ghignò come se fosse divertito al ricordo di qualcosa.

“Perché, dovresti cedermela tu?”

Raissa fece un'espressione imbronciata come di chi non era riuscita a spuntarla di fronte un'ovvietà.
Così cambiò strategia.

“E poi comunque è una Pirata Heart. Il nostro capitano ti farà una delle sue mosse super fighe se ti metti in mezzo. Vero, Law?” disse voltandosi con un sorriso birichino verso di lui, che non rispose.

Anzi, cercava di estraniarsi il più possibile.
Raissa avvicinò i pollici nella tipica posizione della sua mossa.

“Counter Shock!” esclamò imitandolo e calandosi teatralmente nella parte.

Lui la guardò in silenzio da sotto il cappello maculato, Kidd invece la guardò come se fosse una mentecatta.

“Senti, Trafalgar, io lo capisco perché hai preso Leta nella tua ciurma. Ma lei? È una completa svitata”.

"Non fare domande Kidd-ya."

Law le strinse una spalla e la guardò serio.

“Raissa-ya. Dobbiamo parlare in privato. Seguimi” le disse, lanciando poi un'occhiata a Kidd.

“Tu continua a perlustrare in giro”.

“Non darmi ordini!!” urlò incazzato l'altro.

I due Pirati Heart si allontanarono camminando vicini e Raissa sollevò lo sguardo su di lui, curiosa.

“Dimmi...?”

“Raissa-ya, hai mai assistito alla morte di una persona innocente per un motivo totalmente ingiusto? Perché è questo che è accaduto da qualche parte, ed è questo che stiamo cercando” ammise freddamente, con gli occhi grigi come assorti, lontani.

Raissa strinse i pugni e abbassò la testa.

"Va bene così Law, posso farcela." 

La guardò per nulla convinto e lei gli sorrise con le guance rosse.

"Ehm, sei preoccupato per me?" gli chiese portandosi una ciocca dietro l'orecchio.

Le diede le spalle e nascose il viso sotto il cappello.

"No, volevo solo assicurarmi che fossimo ancora tutti d'accordo." 

Si morse il labbro infastidito.
Di nuovo era profondamente infastidito da qualcosa, sempre che riguardava Raissa.
Scosse la testa e decise di non pensarci.

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