XV.

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Law e Leta scesero in quella grotta sotterranea e corsero più velocemente possibile. Sotto le loro scarpe c'era dell'acqua, facevano rumore. La grotta era umida, sulle sponde del rivolo d'acqua di cui stavano seguendo il flusso nasceva qualche fiore. Il Poneglyph era nascosto lì, custodito, al sicuro. Era blu, come Law si aspettava. Non era dunque uno di quelli rossi direzionali, che svelavano parte della rotta per raggiungere Laugh Tale. Su questo doveva esserci sicuramente scritta una parte di storia dei cento anni di vuoto, ed era qualcosa che lo interessava perfino più del One Piece. Scoprire cosa fosse accaduto in quel secolo cancellato dalla storia. Scoprire quale fosse il significato dietro la D. nel suo nome.

“Leta-ya, riesci a leggerlo?” si informò cercando di non lasciar trapelare alcuna emozione.

La donna si avvicinò al Poneglyph e, proprio come Law, lo sfiorò con la mano, toccando i segni grafici incisi.

“Mi servirà un po', ma sì. Mi dispiace se non sono più utile di così, dopo ciò che hai fatto per me.”

“L'arrivo della Marina non era previsto” tagliò corto lui stringendo un po' la visiera del cappello maculato.

Leta usò il suo cervello artificiale per decodificare quei segni grafici e antichi, tra le sette lingue che poteva tradurre, e interpretarle nella lingua corrente. Non fu affatto facile. Non perché il lavoro di suo padre fosse stato inefficiente, ma perché i segni incisi sul Poneglyph erano in parte nascosti tra muschio e sporco, non permettendo alla sua mente di rilevarli e decodificarli in modo pulito. Si concentrò e impegnò al massimo, cercando di non pensare anche allo scontro che stava avvenendo di sopra tra Kidd e la Marina.
Kidd era furioso e questo lo avrebbe portato a comportarsi come un pazzo, ne era certa. E poi... da qualche parte sull'isola adesso c'era Borsalino. Di nuovo si sentì invadere lo stomaco dalla paura e tentò di scacciarla via.

Kidd, in superficie, stava combattendo insieme a Killer tutti gli uomini della Marina che arrivavano dalla radura. Utilizzava il suo braccio metallico per scagliare con forza contro di loro armi e metallo per poi riattirarli a sé col suo potere, e scagliarli contro un'altra ondata di Marines. Killer si lanciava all'attacco con le sue lame rotanti, che chiamava 'Punitori', capaci perfino di generare sferzate così potenti da distruggere i suoi avversari dall'interno.
Quando capì che erano troppi, Kidd creò attorno a sé un campo magnetico che vorticava attorno a lui, in modo che chiunque si avvicinasse troppo venisse travolto dalla tempesta di armi e metallo che vorticavano a grande velocità.

“Kidd!!” urlò Raissa che si sentiva attirata dal potere del suo frutto, mentre cercavano di tenerla ferma sia Penguin, che Shachi, che Bepo, formando una catena umana con l'orso polare abbracciato al tronco di un albero che rischiava di sradicarsi.

Il pirata ringhiò per la distrazione e mosse le dita verso di lei, annullando la forza dell'attrazione magnetica verso il suo corpo.
I Marines continuavano ad arrivare, anche se molti di loro cominciavano a muoversi più lentamente e in modo più confuso, in alcuni casi attaccandosi tra loro: gli effetti della mescalina nell'aria stava cominciando a farsi sentire. Questo era un bene, dato che sia lui che Killer erano ricoperti di sangue.

L'ammiraglio Borsalino, chiamato anche 'Scimmia gialla' per via del suo aspetto, avanzò nella radura con le mani calate nelle tasche dei pantaloni del suo completo giallo, a strisce verticali. Il cappotto bianco sistemato sulle spalle, la sua aria flemmatica e gli occhialini graduati.

“Oi, oi, che trambusto che c'è qui...” esordì con tono lento e strascicato, guardandosi intorno.

La radura era semi distrutta, le due Supernove dei Pirati di Kidd erano malconce ma ancora in piedi, la maggioranza dei Marines erano riversi sul suolo.
Alcuni erano feriti, altri avevano rivoli di bava alla bocca, persi in un trip mentale. "Eustass Kidd il 'capitano'; il suo vice, Killer e i Pirati Heart".

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