XVII.🔞

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Raissa sgattaiolò nuovamente nella camera di Law, come faceva da ormai una settimana, e oltrepassò il suo enorme letto matrimoniale, per fiondarsi sulla porta che dava al suo bagno privato. Per colpa di Penguin che lasciava sempre il bagno un completo disordine, Raissa aveva deciso di usare, ovviamente di nascosto, il bagno privato del capitano. Tanto a quelle ore lui era sempre nel suo studio e ci restava fino all'ora di cena quindi non l'avrebbe mai scoperta. In più rimetteva sempre in perfetto ordine tutto quanto.

"Ahh finalmente una bella doccia." disse spogliandosi dei leggings e della t-shirt leggera che aveva indosso.

Tolse anche il reggiseno, e in slip aspettò che l'acqua diventasse calda.
L'unico difetto di quel bagno era proprio l'attesa. Bisognava aspettare cinque minuti buoni prima che l'acqua diventasse abbastanza calda per lavarsi.
Quando stava per levarsi anche le mutandine le arrivò la voce di Law alle orecchie, vicina, troppo vicina.

"Ho capito Bepo, avvertimi se ci sono problemi." disse e poi sentì la porta di la chiudersi.

Doveva essere in camera.

Che diavolo ci faceva li? 

Raissa chiuse immediatamente l'acqua e nascose i suoi vestiti sotto il tappeto. Poi così com'era, si nascose dentro la doccia senza fare il minimo rumore.

Merda, sono nei guai. Speriamo che se ne vada presto.

Ma nessuno ascoltò le sue preghiere e Law entrò in bagno. 
Lo sentí sospirare e poi aprí di poco e distrattamente un anta della doccia.
Allungò la mano, e Raissa si strinse il più possibile, e poi aprì il getto.
La donna trattene il respiro mentre l'acqua gelata la bagnava completamente.

Maledetto chirurgo proprio ora devi lavarti. E adesso che faccio?

Richiuse l'anta e sentì Law togliersi i vestiti.

Oddio, oddio che faccio? 

Raissa era completamente nel panico, immobile e confusa. Ormai era troppo tardi presto l'avrebbe scoperta.
Dopo due minuti Law aprí entrambe le ante della doccia ed entrò. Ovviamente era completamente nudo e Raissa non poté non osservare il suo sedere magro e tonico. La pelle olivastra sembrava lucida e intravide qualche tatuaggio.
Le dava le spalle e non si era ancora accorto di lei, ma sarebbe sicuramente successo presto.
Si bagnò i capelli neri chiudendo gli occhi e poi con la mano strinse il suo membro che doveva essere duro, purtroppo da lì dietro non vedeva nulla.
Chissa a cosa sta pensando, si chiese Raissa coprendosi la bocca con la mano e poi osservò i movimenti veloci e meccanici del braccio di Law.
Mugugnava piano.
Raissa cominciò a bagnarsi e la sua voglia di toccarsi o toccarlo, stava prendendo il sopravvento. Si morse le labbra chiudendo gli occhi e strinse le cosce. Doveva resistere. Se Law avesse continuato a darle le spalle, non si sarebbe mai accorto di lei e presto sarebbe uscito.

Law con la mente confusa continuava a pensare a quella volta che per colpa dei funghi allucinogeni aveva toccato Raissa. I ricordi erano un po' confusi, ma ricordava i suoi gemiti e quando gli aveva detto che era sua, solo sua. Avrebbe voluto averla li davanti per farle cose davvero poco caste, ma non poteva fare altro che toccarsi da solo e reprimere quel suo desiderio. Raissa non era la donna adatta a lui, o meglio lui non era l'uomo adatto a lei. Lei aveva bisogno di qualcuno che la facesse brillare, sorridere, di qualcuno disposto a metterla al primo posto, sempre. 
Lui non poteva farlo. Doveva scoprire il segreto dietro la D., doveva arrivare all'ultima isola a tutti i costi.
Aumentò la velocità della mano, frustrato a mille.

Raissa strizzò gli occhi e con la mano che prima stringeva la bocca decise di strofinarsi l'intimità. Non riusciva a trattenersi. Era tutto troppo eccitante, soprattutto quei gemiti strozzati che uscivano dalla bocca del chirurgo.
Lo vide piegare leggermente la testa verso il basso e toccarsi con più intensità.

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