XIX.🔞

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I giorni successivi Raissa levitava per il Polar Tang al settimo cielo. Dopo quella doccia parecchio bollente con Law, le sue speranze erano più vive che mai e anche se lui in quei giorni si comportava come se niente fosse, nessuno le avrebbe tolto il suo buonumore. Sapeva che Law aveva bisogno dei suoi spazi, e ora probabilmente stava pensando a tutti i pro e i contro sul fatto che avevano fatto sesso, così ascoltando il consiglio che le aveva dato Leta qualche tempo prima, rispettò i suoi spazi.

Entrò in mensa, dove c'erano già tutti compreso Law che attendeva il pranzo e sorrise guardandolo. Le sembrava di buon umore e ne era felice.

"Ciao bellissimi!" urlò fiondandosi su Shachi e Penguin che la abbracciarono forte.

"Anche oggi di buon umore eh Raissa?" 

Lei annuì energicamente.

"Cosa ti è successo? Svelaci il tuo segreto!"

Ridacchiò e lanciò un'occhiata a Law che cogliendola di sorpresa la stava già guardando in attesa.
Si mise l'indice sopra le labbra e strizzò un'occhio.

"I segreti sono segreti se rimangono tali!" rispose con un sorriso furbetto.

Law distolse lo sguardo e trattenne un sorriso.
Dopo che avevano fatto sesso, aveva ripensato a mille cose che non andavano tra loro due. Eppure un unico pensiero gli continuava a vorticare in testa.
Voleva rifarlo.
Voleva di nuovo prenderla e farla sua. Sentire i suoi gemiti e spingere con forza dentro di lei. Dopo aver provato un'emozione così forte, gli era difficile rinunciarci soprattutto perché la ragazza si trovava sempre troppo vicina a lui.
Infatti si sedette accanto a lui e sbatté le forchette come una bambina.

"Ho fame! Ho fame!" esclamò.

Cominciarono a farlo anche gli altri, fino a quando non arrivò il cuoco arrabbiato con tutti i piatti.
Durante il pranzo Raissa se ne stava stranamente in silenzio come se fosse sovrappensiero e le cadde pure la forchetta dalle mani. 
Si alzò a raccoglierla perdendosi sotto il tavolo. C'era qualcosa che non andava però, Law aveva come la sensazione che la ragazza stesse tramando qualcosa.
E infatti quando sentì un leggero tocco sulla sua coscia arrivare da sotto il tavolo, per poco non si soffocò con il ramen. La guardò di sfuggita fulminandola con lo sguardo.
Nessuno li stava guardando, troppo presi dalle loro conversazioni stupide, ma non era proprio il caso di toccarsi li.
Lei lo ignorò e con la mano gli accarezzò il membro da sopra i jeans.
Ringhiò per farle capire che doveva assolutamente smetterla ma lei lo ignorò di nuovo e con movimenti più decisi gli massaggiò la patta dei pantaloni che stava diventando sempre più dura. Non sapeva perché lo stava facendo, aveva solo voglia di vendicarsi un po' e farlo impazzire come aveva fatto con lei. Law strisciò la sedia avanti avvicinandosi a Raissa e trattenendo quasi il respiro.
Lo stava uccidendo quel massaggio, voleva abbandonarsi a quel piacere.

"Raissa?" chiamò Penguin non vedendola più.

Velocemente si staccò dal suo capitano e tornò seduta sorridendo sbadatamente e mostrando la forchetta.

"Non la trovavo." si giustificò con le guance rosse.

Guardò Law con la coda dell'occhio che ora si ritrovava con un'erezione fastidiosa tra le gambe. Rimase seduto finché non uscirono tutti dalla sala e quando Raissa fece per imitare gli altri la fermò.

"Raissa-ya tu resti qui." disse con voce ferma.

Lei si grattò la testa.
L'aveva fatto di nuovo arrabbiare.

"Chiudi la porta." le ordinò e lei lo fece immediatamente.

Con movimenti lenti e con l'erezione evidente e fastidiosa si avvicinò a lei facendola sedere sulla sedia e rimanendo in piedi davanti a lei. 
Lei lo guardava con gli occhi che brillavano.

"Ti diverte tanto farmi arrabbiare?" le chiese assottigliando gli occhi.

Raissa sentì un brivido tra le cosce.
Quel tono di voce autoritario e gli occhi gelidi, la facevano impazzire.

"No capitano." 

Si piegò su di lei.

"Io credo di sì." sussurrò mordendole il labbro e facendoglielo sanguinare.

"Oh.. hai ragione mi diverto.." ammise leccandosi le labbra sporche di sangue e Law seguì quel suo gesto che trovò immensamente sensuale.

"E perché ti diverte?"

Lei si alzò e gli legò le braccia al collo.

"Perché dopo so cosa mi aspetta." gli sussurrò all'orecchio.

Senza ritegno la sbatté sul tavolo e fecero di nuovo sesso senza freni. 

×××

Erano distesi sul pavimento della cucina esausti e ansimanti. Fare sesso in quel modo era intenso per entrambi. Gli prosciugava tutte le energie.
Raissa lo guardava con gli occhi che si illuminavano, innamorata persa.

"Perché mi guardi così?" le chiese sistemandosi i capelli con le mani.

"Perché ti amo." rispose senza mezzi termini e facendo borbottare a Law qualche parolaccia.

Non si aspettava una risposta così diretta, però ormai doveva sapere che Raissa non si faceva problemi ad esternare qualsiasi emozione provasse.
L'amore per lui non l'aveva mai nascosto.

"Non dirlo con quella semplicità." la rimproverò.

"E come dovrei dirlo? Ti amo Law, pensavo lo sapessi da un pezzo."

Si alzò e si mise seduto evitando il suo sguardo dolce.

"Non è assolutamente possibile." iniziò.

"Che cosa?"

"Che io mi innamori di te."

Raissa abbassò gli occhi tristemente.

"Oh, va bene fa niente." mugugnò sconfortata.

"Però voglio che tu sia la mia donna." sputò Law lasciandola sorpresa.

Gli era costato così tanto dire quella frase, ma era stufo di tenersi sempre tutto dentro.
Si sedette anche lei guardandolo stranita.

"Una donna che non ami?"

"Una donna che voglio al mio fianco. Non posso metterti al primo posto, e spesso non ti darò le attenzioni che meriti. Ma voglio che...Voglio che ci sia anche tu al mio fianco." borbottò l'ultima frase nascondendo la testa sotto il cappello e con le guance leggermente tinte di rosso.

Dopo aver pensato per giorni e giorni, era arrivato a quella conclusione. Voleva che Raissa ci fosse nel suo futuro, qualunque sarebbe stato. Però sapeva anche che non poteva darle quello che si meritava, ed era giusto dirglielo.

"Allora?" chiese impaziente visto che la ragazza non si decideva a rispondere.

Era rimasta immobile a si continuava a pizzicare il braccio per capire se era vero.

Fa male, è vero cavoli!
È tutto vero! 
Law mi sta dicendo che mi vuole al suo fianco.
Non ho bisogno che lui mi metta al primo posto.
Sono una donna indipendente e so cavarmela da sola.
Voglio stare al suo fianco, lo voglio più di qualsiasi altra cosa.

Si avvicinò a lui e gli liberò la fronte coperta dal cappello maculato.
Lo baciò con dolcezza chiudendo gli occhi. Law si fece trasportare da quella dolcezza, facendosi quasi cullare da essa.

"Il mio amore basterà per entrambi, te lo assicuro." sussurrò facendolo sorridere sinceramente e sospirare come se si fosse tolto un peso dal petto.

Poi Raissa, approfittando del fatto che si era rilassato, si alzò velocemente rubandogli il cappello e corse ad aprire la porta della cucina.

"Ei gente, sono appena diventata la donna del capitano! Vedete di portarmi rispetto!" urlò lasciando di sasso tutti che urlarono un grande:

"Cosa?!"

Law si spalmò la mano sulla faccia e sospirò rumorosamente.

"Me ne pentirò sicuramente.."

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