Morana, un'assassina di tredici anni e già una leggenda. È nata in Francia ed e stata cresciuta dalla mafia francese.
Viene mandata a uccidere un fratello Cortello, non ci riesce e viene colpita, viene portata in ospedale e la polizia viene coinvolt...
ATTENZIONE: questo capitolo contiene una scena di violenza sessuale, metterò "*" dove inizia e dove finisce se vuoi saltarla.
• Un'assassina •
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Perché la mia vita è così?
Il cielo è più scuro del nero mentre sto camminando verso un'auto con indosso vestiti neri cercando di essere meno evidente.
Raggiungo l'auto e apro la porta del sedile del passeggero anteriore.
"Come va M.?" Ho guardato lo specchietto d per trovare Jack, è... un collega?
È un assassino come me. Lui è spagnolo, io sono francese.
"Sto bene." Ho risposto tenendo gli occhi sulla casa di fronte a me in attesa che l'erede della mafia irlandese lasci il suo nascondiglio in modo da poterlo uccidere e poi finalmente tornare a casa.
"Oh cosa hai detto? Come sto? Sì, sto bene, grazie per averlo chiesto." Lo sento alzare gli occhi al cielo.
"Stai zitto." Odio le chiacchiere.
Le porte del conducente e quella del passeggero posteriore si aprono allo stesso tempo rivelando un Cortello e qualcuno che non so.
Ho alzato gli occhi al fottuto Cortello accanto a me.
È Domenico Cortello.
Gli italiani e i francesi non sono mai andati d'accordo e non lo faranno mai.
"Vaffanculo perché mi guardi così?" Esclamò facendomelo guardare con un bagliore che gli penetra l'anima.
"Attento a come cazzo mi parli Cortello!" Ho risposto.
"Cazzo, guarda la tua bocca, bambina. La prossima volta ti seppellirò con un proiettile nella pelle-"
"Fratello, lascia perdere. Uccidiamo lo stronzo e andiamo a casa". Lo sconosciuto nella parte del conducente, disse.
"Asshat." Ho borbottato.
Non sapevo di lavorare con un fottuto Cortello in questa missione. Gli ho detto che non vado d'accordo con gli italiani.
"Quando i ritmi della marimba iniziano a suonare. Balla con me, fammi oscillare, come un oceano pigro abbraccia la riva. Tienimi stretto, influenzami di più-"
"Jack. No." L'ho tagliato fuori guardandolo dallo specchietto . Il suo canto potrebbe essere la mia tredicesima ragione.
E
"Mi chiamo Jake". Si lamentò. "Questa è la nostra quinta missione insieme. Pensavo che ormai fossimo migliori amici".
E
"Stupido". Ho quasi ridacchiato.
"La porta della casa si è appena aperta." Disse lo sconosciuto.
"Il bersaglio è fuori." Ho detto prendendo i miei coltelli.
