Quando Mellodîn, Aegis e i loro uomini tornarono indietro, non trovarono l'esercito dove l'avevano lasciato. I soldati si stavano spostando verso nord-est, in un avvallamento che si stendeva al fianco della foresta. I due, superando in fretta la colonna, videro dall'alto gli scudieri che si affaccendavano ad approntare le tende, i palafrenieri che aiutavano i cavalieri a smontare e radunavano i cavalli, mentre i più giovani preparavano la biada e l'acqua.
Mellodîn si affrettò per raggiungere il fondo della vallata. Aegis gli aveva comunicato, sulla via del ritorno, di non aver mentito sulle condizioni del generale e aveva aggiunto che lui stesso, a quel punto, ne ignorava la sorte. Il capitano aveva dunque fretta di sapere da chi provenissero gli ordini e quale fosse lo stato del suo amico, e trovò presto risposta a entrambe le domande: in fondo alla distesa, sotto l'ombra di un grande albero, Silanna stava in piedi e si stagliava nella luce nascente del nuovo giorno, nera e sottile come una linea d'inchiostro tracciata su una pergamena.
Sembrava persino più alta e per nulla sminuita dalla possanza fisica dei cavalieri che l'attorniavano in quel momento. Andandole incontro, il capitano poté distinguere il gesto imperioso del suo braccio alzato e il suo tono di voce deciso: stava dando ordini agli uomini con una precisione che colpì lo stesso veterano. D'altra parte, i soldati le stavano obbedendo senza fiatare. Avevano visto quella donna cavalcare al fianco del generale e, di conseguenza, le avevano attribuito una qualche importanza. Inoltre, quella figura nera, di cui non potevano scorgere il viso, li inquietava. In assenza dei loro superiori, nessuno aveva osato contraddirla o ignorarla.
È davvero un Daimonmaster, si disse il capitano, sempre più convinto della sua prima intuizione, mentre fermava abilmente il cavallo a pochi passi da lei.
"Capitano Mellodîn!", esclamò l'elfa con una nota di gioia. "Avete fatto ritorno".
Aveva sollevato il viso verso di lui e, in quel gesto, lui ebbe l'impressione che le fosse sfuggito un sospiro di sollievo.
"Il generale dov'è?"
Le labbra di Silanna si contrassero in una piega.
"È un bene che voi siate qui, ho urgente bisogno del vostro aiuto".
Senza che gli occorresse sentire altro, il capitano smontò da cavallo e la seguì. A pochi metri dal grande albero, in un luogo appartato, Silanna aveva fatto alzare un piccolo riparo di fortuna. Sulle pelli di daino stava disteso Galanár, privo di sensi. Una ciocca di capelli era sfuggita al suo laccio e gli ricadeva disordinata sul volto pallidissimo, sfiorandogli le labbra senza colore.
Mellodîn si strappò l'elmo dal capo e lo gettò a terra, rivelando un'espressione colma di dispiacere e di ansia. Silanna lo studiò per un istante, quindi rivolse la sua attenzione al principe, si inginocchiò accanto a lui e gli prese una mano tra le sue.
"Il giovane principe di Aermegil e il capitano di Medthalion, che è sopraggiunto poco prima di voi, si stanno occupando di dirigere gli uomini", spiegò, prima di voltarsi nuovamente verso l'uomo che era rimasto immobile alle sue spalle. "Voi restate con me, capitano".
Se anche lei non glielo avesse chiesto esplicitamente, Mellodîn non avrebbe comunque fatto un passo lontano da lì, almeno fino a quando qualcuno non lo avesse rassicurato che il principe non stava morendo. Perché quell'abbandono in cui l'aveva trovato aveva una perfetta parvenza di morte, e il capitano sentiva che la mente gli sarebbe scoppiata al solo immaginare un simile evento.
"Gli ho dato una delle mie pozioni per alleviargli il dolore. In questo momento non sente nulla, ma devo curargli in fretta quella ferita. Aiutatemi a togliergli tutta questa roba di dosso".
Quelle parole lo fecero tornare in sé, risvegliando il suo spirito pragmatico da combattente. Con un gesto rapido sfilò i guanti e slacciò la giubba pesante, abbandonandoli vicino all'elmo. Si inginocchiò accanto all'esile figura di lei e cominciò ad armeggiare con le cinghie degli spallacci.
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Il figlio dell'Idra (Arthalion's Chronicles #1)
Fantasy"Figlio mio, leggende e profezie servono a ricordarci l'origine e il senso della nostra vita. Rammenti il nome con cui vieni chiamato nelle storie e nelle ballate?". "Il Figlio dell'Idra, il Principe del Sogno". "Sì, è così. Non dimenticare che, nel...