La regina era sparita nella stanza attigua e lui era rimasto solo. Sulla mensola del camino, una coppa esalava un profumo pungente. Galanár la sollevò, aspirò quell'effluvio di erbe, ma non riuscì a ricollegarlo a nulla che gli fosse noto. Con una punta di disgusto, ne ingerì il contenuto. Avrebbe preferito di gran lunga conservare tra le labbra il familiare sapore del vino. L'infuso era aspro e gli fece girare la testa, ma qualche minuto dopo cominciò a sentirsi più lucido.
Il fruscio della veste gli annunciò il ritorno di sua madre.
"Poco fa avete detto qualcosa", mormorò il giovane. "A proposito della mia ira e di un bersaglio sbagliato".
Lei sembrò ignorare del tutto la sua osservazione. Guardò compiaciuta la coppa vuota, poi tornò a squadrare il figlio.
"Ora che stai meglio", sancì con voce chiara, "ora possiamo parlare di ciò che è davvero importante".
Sembrava quasi che lei avesse già programmato tutto quell'incontro e che non intendesse fare deviazioni dai suoi piani. Quell'idea divertì il principe, perché sapeva di somigliarle.
"Parlate, allora", la invitò con voce cortese, ma sottilmente ironica. "Perché io, signora, non vi comprendo".
Lei lo fissò con occhi severi.
"Perché sei venuto ad Arthalion, Galanár?"
Lui sorrise e rispose con aria di celia.
"Perché sono stato invitato a presiedere le giostre".
"Non scherzare con me! Io so cosa sta accadendo a Foroddir, e io sola posso consigliarti".
Di fronte a quell'affermazione, il principe rinunciò allo scherzo e la regina proseguì.
"Quanti uomini ti ha dato mio padre?"
"Pochi, e non i migliori".
Lei non si era attesa quella risposta, perché cominciò a torcersi le mani, agitata.
"Non capisco... voi siete andati lì per aiutarlo".
"Credo che il re non si aspettasse un simile esercito. Forse il numero lo ha spaventato e lo ha spinto a questo atteggiamento cauto".
"E la linea di guerra?"
"Non indietreggiamo, ma non avanziamo. E sono stati fatti degli errori".
La regina cominciò a misurare la stanza a passi nervosi, sfilandogli davanti in silenzio. Infine si fermò e tornò a fissarlo.
"E così sei corso qui, a chiedere a Medthalion di mandarti i suoi uomini?"
"E ad Aermegil, e ad Amfalas, se fosse necessario", confermò lui, con voce decisa.
Laurëloth abbassò lo sguardo e scosse il capo, con un sospiro di delusione.
"Credevo che alla tua età, e dopo tante battaglie, avessi almeno messo da parte un po' di saggezza e di buonsenso".
L'espressione sul viso del principe si fece di colpo accigliata.
"Perché mi muovete un simile rimprovero?"
"Perché dovresti essere tu il bersaglio del tuo biasimo, non cercare in altri colpe che hai generato con il tuo comportamento irresponsabile! La Lega ha impiegato anni a digerire la notizia delle nozze di tuo padre, e ciò è avvenuto in un tempo in cui era tuo padre a essere indispensabile per la Lega, e non il contrario".
"Madre..."
"Siediti e ascolta", lo zittì.
Lui obbedì, ma dai suoi occhi schizzò fuori tutta la segreta irritazione per quell'imposizione.
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Il figlio dell'Idra (Arthalion's Chronicles #1)
Fantasy"Figlio mio, leggende e profezie servono a ricordarci l'origine e il senso della nostra vita. Rammenti il nome con cui vieni chiamato nelle storie e nelle ballate?". "Il Figlio dell'Idra, il Principe del Sogno". "Sì, è così. Non dimenticare che, nel...