Le notizie, prima solo sussurrate, avevano infine assunto carattere ufficiale: dopo innumerevoli colloqui e incontri, Galanár aveva distribuito le nuove cariche all'interno dell'esercito.
Mellodín era stato nominato comandante, così il primogenito di Medthalion e l'erede di Aermegil erano stati promossi capitani, assieme ad Aidanhin. Decisione che avrebbe dovuto suscitare scalpore a causa della sua totale inesperienza, ma che tutti si guardarono bene dal commentare. Galanár, in cambio, aveva ottenuto nuovo sangue per le sue truppe da ogni governante della Lega. Tutta carne da macello, costata qualche titolo, qualche baule d'oro e qualche promessa di futuri accordi. Suo padre Maldor non era stato chiaro al riguardo, ma Edhel si era comunque fatto una sua idea ed era giunto alla conclusione che il prezzo più alto non lo stava di certo pagando il fratello.
C'era stata, poi, l'altra cruciale faccenda che aveva tenuto banco per giorni, a causa delle animate discussioni tra padre e figlio: il re non approvava la scelta di Galanár di condurre entrambi i gemelli in guerra. Era una decisione folle, esporre al pericolo tutta la discendenza diretta di Arthalion! Visto che Aidanhín era stato scelto per guidare il corpo degli arcieri, Maldor voleva che Edheldûr restasse nella capitale. Galanár, senza addurre alcun valido motivo, si era ostinato nel negare al padre quell'unica richiesta.
Il punto era che, sebbene non avesse alcuna voglia di schierarsi dalla parte del fratello, Edhel voleva partire, e tutto sembrava giocare a suo favore. Lo aveva compreso già da un po', da quando Mellodîn gli aveva chiesto il permesso di rivelare a Galanár i dettagli del suo apprendistato magico. Il suo tutore sembrava molto in ansia per quella questione. Edhel era certo che non gli avesse rivelato tutto, ma aveva comunque accettato. Solo l'ultima raccomandazione del maestro, quel "Fate molta attenzione, principe" con cui si era congedato, gli aveva fatto venire i brividi.
Da quando era stata comunicata la data della partenza, Edhel aveva trascorso le ultime giornate ad Arthalion quasi in solitudine, se escludeva i momenti trascorsi con il gemello. La sera della vigilia aveva partecipato alla cena di commiato per far felice suo padre ma, quando si era reso conto di quanto fosse tardi, era sgattaiolato via. A corte aveva sempre avuto la fama di essere stravagante, quindi nessuno lo avrebbe notato.
Si era fermato nel loggione centrale a respirare l'aria della notte. Aveva ancora qualcosa di importante da ultimare, ma il tempo era poco e lui non aveva le idee chiare. Passeggiava indeciso avanti e indietro, facendo scorrere distrattamente la mano sulla balaustra di pietra, quando il rumore del cancello lo distolse dai suoi pensieri. L'ora era insolita e tutti gli ospiti presenti erano riuniti nella sala centrale. Incuriosito, si appoggiò alla cimasa e seguì con interesse la misteriosa figura che attraversava la corte a passo svelto, coperta da un pesante mantello.
Quando si accorse che la luna era alta in cielo e la rocca illuminata a festa, si ricordò della cena. Come aveva fatto ogni giorno, durante quella noiosa e solitaria permanenza, aveva fatto una passeggiata fino al lago, per poi perdersi nel boschetto, a studiarne le piante o a giocare con il vento. Era troppo tardi per recarsi nella sala, ma il pensiero in verità non le dispiacque. In fondo, si trattava di sopravvivere una notte soltanto in quella reggia. Se fosse andata a dormire subito, il tempo dell'attesa le sarebbe parso più breve. Al mattino, sarebbe stata di nuovo in marcia, di nuovo libera.
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Il figlio dell'Idra (Arthalion's Chronicles #1)
Fantasy"Figlio mio, leggende e profezie servono a ricordarci l'origine e il senso della nostra vita. Rammenti il nome con cui vieni chiamato nelle storie e nelle ballate?". "Il Figlio dell'Idra, il Principe del Sogno". "Sì, è così. Non dimenticare che, nel...